Torna Filippo Timi nella sua Perugia in uno spettacolo diventato ormai un cult: Amleto, per la produzione del Teatro Franco Parenti e la Fondazione Teatro della Toscana. L’attore calcherà il palco del Teatro Morlacchi in una tripla data, martedì 3, mercoledì 4 alle 20.45 e giovedì 5 dicembre alle 19.30. Una rilettura del grande classico shakespeariano che Timi ha saputo restituire a una nuova e complessa identità, molto, molto pop, come non si era mai vista.

Filippo Timi trasforma l’Amleto in commedia

Il talento istrionico di Filippo Timi è qualcosa che dal vivo assume una dimensione totalmente travolgente. Timi è un volto noto del cinema in cui ha dato prove attoriali notevoli – si pensi a I corpi estranei per cui ha ricevuto il Globo d’oro, a La doppia ora che gli è valso il Premio Pasinetti a Venezia o ancora, al meno noto ma estremamente intenso, Ruggine di Gaglianone – e del piccolo schermo dove compare in serie di successo come I delitti del Bar Lume. Eppure ancora oggi, la sua dimensione privilegiata rimane quella del teatro, dove la sua carriera ha avuto inizio e dove sembra esprimere pienamente e in assoluta libertà, quel suo immenso talento multiforme.

Allergico a tutte le cose facili, Timi ha riscritto completamente l’Amleto, l’ha ribaltato e rivoltato e alla fine, quella tragedia, è diventata una commedia con punte circensi, immancabilmente. “Timi prende il testo shakespeariano – si legge nella nota di presentazione – e lo stravolge, rovescia passioni e personaggi nella stessa gabbia da circo all’interno della quale si svolge questo elogio della follia“.

Il suo – prosegue la nota – è un Amleto annoiato, non ha più voglia di amare Ofelia, non ha più voglia di niente. Quasi un leone in gabbia, il principe, un po’ bambino viziato, un po’ vate visionario, si aggira in mezzo ad una festa luttuosa. Intorno a lui, personaggi direttamente scaturiti dalla sua mente folle, interpretati dalle attrici storiche della sua compagnia, ancora una volta eccezionalmente insieme per dar vita a questa nuova edizione“.

Sul palco insieme a Timi ci saranno infatti Elena Lietti nei panni di Ofelia, Lucia Mascino in quelli di Gertrude, Marina Rocco che interpreta Marilyn Monroe (e già qui possiamo intuire qualcosa) e Gabriele Brunelli.

Amleto personaggio liminale, apre varchi tra i due mondi

Per Filippo Timi è proprio Amleto ad aprire quel varco pericoloso per cui i morti esigono qualcosa dai vivi, quando gli amori mancati o passati fanno a pezzi quelli attuali. Di fronte alla realtà il cuore e il cervello impazziscono, hanno bisogno di trovare fughe per non soffrire. Ridere è la risposta della coscienza alla tragedia?

Questa la chiave di lettura, surreale, forse straniante eppure efficace. Perché “Di fronte alla tragedia esistono due possibilità: soccombere o esplodere nel massimo della vitalità” e Timi cavalca la seconda. Tirando fuori dal classico dei classici, tutto quell’aspetto sommerso che, per secoli, ha atteso di trovare la sua espressione.

A fornire l’ispirazione per questa rilettura sembra essere stato un altro classico, stavolta del 19esimo secolo, Friedrich Nietzche. L’intellettuale tedesco sull’Amleto aveva osservato: “non conosco lettura più straziante di Shakespeare: cosa deve aver sofferto un uomo per avere a tal punto bisogno di fare il pagliaccio”. Una domanda a cui Timi ha saputo rispondere, ben lontano da ogni possibile sentiero già battuto.

L’incontro di mercoledì 4 dicembre

Tra gli spettacoli, mercoledì 4 dicembre alle 17.30 sarà possibile incontrare Filippo Timi direttamente nella platea del Morlacchi. Una preziosa occasione di confronto che il teatro perugino offre a spettatori e appassioni per incontrare i protagonisti della stagione di prosa e scoprirne retroscena e curiosità in una situazione informale. L’ingresso è libero e non è necessaria la prenotazione.