18 Apr, 2025 - 10:45

Ddl sicurezza rischia di annientare la filiera della canapa: Ricci (Avs) e Pavanelli (M5s) incontrano i produttori a Narni

Ddl sicurezza rischia di annientare la filiera della canapa: Ricci (Avs) e Pavanelli (M5s) incontrano i produttori a Narni

Il Governo Meloni, dopo una lunga crociata, ha approvato il nuovo Ddl sicurezza che ha reso illegale l'intero settore della cannabis light, sia per la coltivazione che per la vendita. In pratica da sabato scorso, 12 aprile, gli agricoltori che coltivano la canapa per la produzione di cannabis light, così come i commercianti che la vendono, rischiano serie conseguenze penali. 

La coltivazione della cannabis light in Italia è stata legalizzata nel 2016. Da allora il settore canapicolo ha generato un giro d'affari di mezzo miliardo di euro, con 3mila le aziende agricole e 30mila posti di lavoro (Fonte: Coldiretti). 

Il Ddl sicurezza annienta una filiera da mezzo miliardo

Gli aspetti contoversi del Decreto legge di Meloni sono molti. A partire dal fatto stesso di essere un decreto che, in quanto tale, non entrerà in discussione al Parlamento ma, al contrario, diventerà legge entro 60 giorni. Una chiusura totale al confronto su un settore economico strategico.

Il nuovo Ddl contempla la coltivazione di cannabis light, quella cioè con un tasso di thc al di sotto dello 0,6%, esclusivamente per uso florovivaistico e per i semi. Il tutto mentre nel resto dei Paesi UE la coltivazione della canapa, anche di quella sativa è largamente praticata, tanto che il settore negli ultimi anni è andato incontro a una crescita esponenziale.

La canapa del resto è un materiale estremamente versatile che può essere impiegato nella bioedilizia, nel tessile, nell'alimentare per olii e farine, nella cosemsi e anche per la fitodepurazione dei terreni, dal momento che la coltivazione di canapa riesce a bonificarli. Dalla canapa si producono inoltre prodotti innovativi e sostenibili come le bioplastiche, la carta e alcuni materiali da costruzione. 

Ricci e Pavanelli: "Rischio chiusura per l'intera filiera"

In Umbria in quasi dieci anni, la filiera della canapa è andata consolidandosi, garantendo impiego e futuro a molti lavoratori. L'allarme intorno al Ddl sicurezza è alto anche da noi. Ieri nelle campagne narnesi, presso la società agricola Antichi Grani, il consigliere regionale Fabrizio Ricci (Avs), l'onorevole Emma Pavanelli (M5s) e l'assessore del Comune di Narni, Luca Tramini hanno incontrato un gruppo di rappresentanti del settore canapicolo umbro. 

"L'Umbria rischia di perdere un settore strategico che vale 50 milioni di fatturato, costituito interamente da giovani imprenditori e imprenditrici e circa un migliaio di posti di lavoro, a causa dell'accanimento sconsiderato e del tutto ideologico del decreto sicurezza", così si legge in una loro nota congiunta.

Una filiera che nel cuore verde d'Italia non solo genera lavoro ma ha anche attratto "giovani in alcune delle aree a forte rischio spopolamento contribuendo alla riconversione di terreni agricoli altrimenti abbandonati. Parliamo - sottolineano - di imprenditori che da un giorno all'altro si sono ritrovati senza un'attività, con la merce ancora in magazzino, in molti casi già gravati dagli anticipi fiscali del 2025, e ora esposti anche al rischio di procedimenti penali".

"È un attacco diretto all'imprenditoria"

Con il Ddl sicurezza si rischia di perdere un'economia che garantisce migliaia di posti di lavoro. "Siamo davanti a un attacco diretto all'imprenditoria sana e responsabile delle aree interne - proseguono Ricci, Pavanelli e Tramini nella nota congiunta -. Realtà che non solo creano lavoro, ma rappresentano un argine concreto allo spopolamento e una risorsa per il rilancio dei nostri territori".

Il decreto di Meloni non chiarisce alcuni aspetti fondamentali relativi alla filiera della canapa che rischia di estinguersi del tutto. "Oltre al dramma occupazionale - osservano - questa crisi rischia di rappresentare anche la pietra tombale per l'intera filiera della canapa in Umbria e in Italia, un comparto dalle grandi potenzialità ambientali ed economiche, oggi colpito da incertezze normative e da una gestione istituzionale miope".

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Sara Costanzi
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