È il Portogallo il paese protagonista della 57esima edizione del Festival delle Nazioni a Città di Castello, in programma da lunedì 26 agosto fino a venerdì 6 settembre. L’inaugurazione della manifestazione di musica da camera quest’anno è affidata a Alexander Gadjiev, giovane e celebre pianista goriziano.

Il Festival delle Nazioni, sin dai suoi esordi, riceve il sostegno del Ministero dei Beni e Attività Culturali, della Provincia di Perugia, della Regione dell’Umbria, degli Enti locali dell’Alta Valle del Tevere e, naturalmente, del Comune di Città di Castello che lo considera la rassegna principale attraverso cui promuovere la sua identità civile in Umbria, in Italia e in Europa. Non a caso, il festival, in 56 anni di grandi esperienze artistiche e culturali, vanta il merito di aver offerto la possibilità a tutte le nazioni europee di proporre a un vasto pubblico le loro più significative tradizioni musicali.

Portogallo nazione protagonista

Gli organizzatori del Festival delle Nazioni a Città di Castello spiegano che la Repubblica portoghese, scelta come nazione protagonista della edizione n. 57 della manifestazione, si pone a conclusione di una precisa idea progettuale avviata tre anni fa. Si tratta della “ricerca del rapporto, della fitta trama culturale che si intreccia tra Stati colonizzatori e colonizzati – fanno sapere – con un continuo rimando tra ciò che si radica nel territorio e ciò che il territorio ‘invaso’ restituisce e irradia a lungo raggio”.

“Il Portogallo – afferma Aldo Sisillo, direttore artistico del Festival – è stato il primo Paese europeo a conquistare alcune colonie al di là dell’Oceano e l’ultimo a perderle. È stato anche l’impero coloniale d’oltremare più longevo e tra i più vasti della storia: dall’Africa all’Asia, all’America meridionale. La sua storia coloniale è suddivisa in tre fasi principali: il Viceregno dell’India in Asia nel Cinquecento, il Brasile nel Sud America nel XVI secolo e l’influenza in Africa soprattutto a partire dalla fine dell’Ottocento fino alla crisi del 1974 e alla successiva decolonizzazione”.

“La geografia del Portogallo – continua – ha avuto un ruolo chiave nella sua espansione coloniale. La necessità di cercare nuove rotte commerciali lo ha portato a essere un pioniere nelle esplorazioni e nello sviluppo della tecnologia di navigazione. Questa condizione ha avuto un impatto sulla musica portoghese che, alle sue radici europee, ha unito le interazioni culturali intercontinentali derivanti dai territori ‘scoperti’ e dalla successiva colonizzazione”.

Festival delle Nazioni 2024

“La 57/a edizione del Festival delle Nazioni porterà nella nostra città musica e tradizioni di una nazione legata al nostro territorio per molti motivi, uno tra i quali quello turistico e religioso”: è quanto dichiarano il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, e l’assessore comunale alla Cultura, Michela Botteghi. Essi fanno riferimento al “cammino portoghese che porta a Santiago attraversa la nazione come il cammino Francescano attraversa la nostra vallata”.

Senza dimenticare, come ulteriore elemento di connessione culturale tra le due realtà, la musica portoghese che “si diffonderà – anticipano i rappresentanti dell’amministrazione tifernate – fra alcuni dei luoghi simbolo della nostra città, come l’auditorium San Giovanni Decollato e la chiesa di San Domenico, per poi andare in luoghi altrettanto suggestivi delle città limitrofe del comprensorio umbro-toscano, coinvolgendo parte del mondo culturale cittadino”.

“Il manifesto programmatico del Festival delle Nazioni – aggiungono, inoltre – si sviluppa toccando i grandi periodi della storia della musica, della cultura e della storia sociale del Portogallo”. Secondi e Botteghi parlano, nella fattispecie, di unpaesaggio artistico disegnato lungo quattro secoli che dal Barocco arriva ai nostri giorni, dove si susseguiranno artisti di chiara fama, formazioni prestigiose e programmi dalle impaginazioni originali e variegate, molti dei quali giungono per la prima volta in Italia o sono nuove produzioni del Festival”.