12 Jul, 2025 - 12:26

Festa delle Tavole Eugubine 2025: identità, ricerca e sapori antichi nella serata dell’11 luglio alla Biblioteca Sperelliana

Festa delle Tavole Eugubine 2025: identità, ricerca e sapori antichi nella serata dell’11 luglio alla Biblioteca Sperelliana

Le Tavole Eugubine sono un caposaldo della nostra identità culturale, continuano a parlarci dopo secoli e c’è ancora tanto da scoprire”. Con queste parole, l’assessore alla cultura Paola Salciarini ha aperto, ieri 11 luglio, la dodicesima Festa delle Tavole presso la Biblioteca Sperelliana di Gubbio, dando il via a un pomeriggio denso di storia, archeologia e prospettive future. L’evento – primo appuntamento di due giorni dedicati al celebre corpus bronzeo – ha riunito studiosi di fama internazionale, amministratori pubblici e un folto pubblico di cittadini e appassionati.

Radici profonde: dal salvataggio del 1456 al sogno dell’Unesco

La consapevolezza del valore delle Tavole Eugubine risale al 1456, quando i magistrati comunali, in rappresentanza del popolo, acquistarono i sette bronzi salvandoli dalla distruzione. Da allora, eruditi eugubini, tra XVI e XVIII secolo, favorirono la diffusione del testo in tutta Europa, trasformandolo in pietra miliare per la linguistica indoeuropea e per lo studio dell’Italia preromana.

Oggi l’Amministrazione rilancia, annunciando la riapertura dei termini per la candidatura Unesco: “Il dossier sarà aggiornato e ripresentato: è un obiettivo che merita la massima unità”, ha assicurato il sindaco Vittorio Fiorucci.

Tra Grecia e Roma: il filo rosso della colonizzazione nel Mediterraneo

Il responsabile del Museo Civico, Roberto Borsellini, ha inquadrato il contesto storico: “Assistiamo alla sovrapposizione della colonizzazione greca alla conquista romana: un lento processo di romanizzazione culturale che le Tavole, pur nella loro specificità umbra, riflettono”. A dialogare con lui, la direttrice del Parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, ha portato l’esempio della città di Elea/Velia: “I coloni fuggiti dai Persiani fondano una realtà vivace; negli scavi compaiono armi e ceramiche legate al culto di Atena, segni di quel mondo ellenico che poi si intreccia con l’orizzonte italico”.

Ancillotti: “Se vuoi capire l’Italia antica, studia le Tavole”

Punto focale dell’incontro è stato l’intervento di Augusto Ancillotti, linguista e presidente onorario dell’IRDAU: Chiunque voglia capire il mondo italico deve passare dalle Tavole Eugubine. Nessun altro testo conserva una simile quantità di vocaboli umbro-sabellici. Ed è fondamentale considerare il rapporto tra le genti italiche e i Micenei: da quei contatti lontani si arriva al latino arcaico e infine ai bronzi iguvini. Una circolazione culturale decisiva per l’Europa antica”.

Ancillotti ha poi regalato un gustoso aneddoto filologico: “Tra le righe troviamo il riferimento a un piatum tubrum, letteralmente un disco sottile. Possiamo tradurlo, con un sorriso moderno, come la nostra crescia: semplice o farcita, era già allora cibo rituale e quotidiano.

Venanzoni & Cerri: magnetometria e ipotesi sul quadriportico che ospitava i bronzi

Il focus locale è proseguito con la relazione congiunta di Ilaria Venanzoni (Direzione Regionale Musei dell’Umbria) e dell’archeologa Laura Cerri. Le due studiose hanno illustrato i risultati delle recenti indagini magnetometriche condotte nel Parco del Teatro Romano di Gubbio: “Attorno al teatro si estendeva l’intera città antica. Alle sue spalle spicca un quadrilatero porticato che appare più antico dell’edificio scenico. Ci chiediamo se quel quadriportico possa aver custodito, in epoca romana, proprio le Tavole Eugubine. Una tesi suggestiva che stiamo verificando con ulteriori carotaggi e rilievi 3D”.

Calderini e l’eco delle lingue italiche

A chiudere la sessione accademica, il professor Alberto Calderini dell’Università di Perugia ha sottolineato l’importanza di un approccio comparativo tra fonti epigrafiche: “Le Tavole dialogano con i santuarî di Rapino, con il Cippo Abellanus, con la Tabula Bantina: insieme compongono la polifonia delle lingue italiche che Roma ha incorporato senza annullare del tutto. Comprenderle significa dare voce ai popoli che hanno fatto l’Italia prima dell’Italia”.

Dalla teoria alla tavola: il banchetto filologico di Angeloni

Dopo il dibattito, la Festa è passata dalla parola al gusto. Lo chef Isidoro Angeloni, con Enrico, Fanny e lo staff del Bar La Valle – Vera Crescia, ha offerto ai relatori e al pubblico un menù filologico ispirato agli alimenti citati nei bronzi iguvini:

  • Antipasto: crescia calda, prosciutto stagionato e pecorino a latte crudo

  • Primo: farro perlato con rucola selvatica e olio nuovo

  • Secondo: carne alla brace, aromatizzata con erbe di campo

  • Dolce: Petenata, torta rustica di noci, uva e miele
    Il tutto in abbinamento con vino rosso umbro dalle colline eugubine.

Tra un boccone e l’altro, Ancillotti ha scherzato: “Questo sì che è tradurre un testo antico in sapori moderni!”.

Un ponte verso il 12 luglio: visite guidate alle Tavole

La Festa non si è esaurita con la serata gastronomica. Oggi, sabato 12 luglio, il programma prevede due turni di visite guidate, alle 11:00 e alle 16:00, presso il Museo Civico di Palazzo dei Consoli, dove i sette bronzi – incisi tra III e I secolo a.C. – sono custoditi in una teca climatizzata. L’ingresso è gratuito per i residenti eugubini, a conferma della volontà di mantenere un dialogo vivo tra le Tavole e la comunità che le conserva da quasi sei secoli.

L’Amministrazione ha confermato finanziamenti per nuove campagne di analisi multispettrale e per la digitalizzazione in alta definizione delle iscrizioni, con l’obiettivo di creare, entro il 2026, una piattaforma open-access che metta a disposizione di studiosi e cittadini traslitterazioni, traduzioni, modelli 3D e ricostruzioni sonore della pronuncia umbra.

“Le Tavole non devono restare in una teca; devono viaggiare nel mondo digitale come ambasciatrici di Gubbio, ha concluso l’assessore Salciarini.

Un’eredità che parla al futuro

La serata dell’11 luglio ha ribadito che le Tavole Eugubine non sono reliquie immobili, ma fonti vive di identità. Dalla linguistica alla cucina, dall’archeologia al turismo, i sette bronzi restano un ponte tra generazioni e un motore di ricerca che coinvolge università, istituzioni e imprese locali.

“La nostra voce di bronzo non smetterà di risuonare finché ci sarà qualcuno disposto ad ascoltarla”, ha detto con emozione una studentessa presente alla conferenza. E se l’entusiasmo e la partecipazione registrati ieri alla Biblioteca Sperelliana sono un indicatore, quella voce continuerà a farsi sentire, chiara e forte, per molti secoli ancora.

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Mario Farneti
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