07 Jul, 2025 - 16:50

“Fermate la privatizzazione o sarà default ferroviario”: ultimatum Cgil per salvare i pendolari umbri

“Fermate la privatizzazione o sarà default ferroviario”: ultimatum Cgil per salvare i pendolari umbri

Il rischio che l’Umbria venga tagliata fuori dai principali collegamenti ferroviari interregionali è più di una semplice previsione. A lanciare l’allarme è la Filt Cgil Umbria, che denuncia la possibile deriva del sistema dei trasporti regionali, tra disservizi crescenti e prospettive di privatizzazione. Davanti alla stazione di Orvieto, il segretario generale Ciro Zeno chiede uno stop immediato al processo di liberalizzazione delle Ferrovie dello Stato e invoca un’azione formale da parte della Regione Umbria e degli enti locali: Fermare la privatizzazione è l’unico modo per salvare i pendolari umbri.

La Cgil: “Senza retromarcia sul progetto di privatizzazione, i territori umbri resteranno fuori dal mondo”

Davanti alla stazione di Orvieto, il segretario generale della Filt Cgil Umbria, Ciro Zeno, ha voluto mettere nero su bianco la preoccupazione che serpeggia tra migliaia di pendolari umbri: il sistema ferroviario regionale rischia un punto di rottura.

“Si blocchi immediatamente il processo di privatizzazione di Ferrovie dello Stato, è l’unico elemento che può salvare i pendolari umbri”, ha dichiarato Zeno, puntando il dito contro un impianto normativo che, a suo avviso, comprometterebbe la qualità e la continuità dei collegamenti ferroviari lungo le direttrici Roma-Firenze, Orvieto-Roma, Perugia-Foligno e Terni-Roma.

“Non si può impiegare due ore da Orvieto o Terni per arrivare a Roma, tre da Foligno o addirittura quattro da Perugia. Non è questo il futuro che vogliamo per i trasporti”, ha incalzato Zeno, evidenziando il rischio concreto che la trasformazione del servizio in ottica commerciale finisca per estromettere intere aree dell’Umbria dal sistema di mobilità nazionale.

“Atto formale alle istituzioni”: la richiesta al governo per salvare l’Umbria dai tagli alla mobilità

Il sindacato riconosce i passi avanti delle istituzioni umbre, ma sottolinea la mancanza di un elemento decisivo: “Bene i sindaci con la fascia tricolore a Roma, bene la presa di posizione della Regione Umbria - ha detto Zeno - ma serve ora un atto formale, una linea di indirizzo da recapitare al ministro Matteo Salvini e al ministro Giancarlo Giorgetti per chiedere di fermare la privatizzazione”.

Secondo la Filt Cgil, il 2026 rappresenta un anno spartiacque. Con la messa a gara del servizio Intercity - oggi incluso nel servizio universale e gestito direttamente dallo Stato - si profila un abbattimento della qualità e della capillarità dei collegamenti. “È facile prevedere ribassi dei servizi e la perdita delle garanzie per i cittadini”, ha detto Zeno. Che ha avvertito: “Toccherà poi ai trasporti regionali, mettendo sul mercato un settore che dovrebbe restare pubblico e universale”.

“Serve un’azione comune delle istituzioni regionali e locali, indistintamente dal colore politico. È l’unico modo per salvare il servizio di trasporto e tutelare i diritti dei cittadini”, ha concluso.

Nevi (Forza Italia): “In arrivo nuovi treni ad alta velocità. Governo già al lavoro per evitare penalizzazioni”

A prendere posizione anche Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, che ha difeso la strategia adottata dalla Regione durante la legislatura con Donatella Tesei alla guida: “L’Umbria ha fatto una scelta lungimirante: abbiamo previsto nel contratto di servizio nuovi treni regionali capaci di superare i 200 km/h. Questo consentirà di continuare a utilizzare la Direttissima senza restrizioni”.

Nevi ha inoltre spiegato che è in corso un’interlocuzione attiva con Ferrovie dello Stato, l’Autorità di regolazione dei trasporti e il sottosegretario al MIT Tullio Ferrante, con l’obiettivo di ottenere una deroga per evitare ricadute negative sul territorio.

Il nodo resta tutto politico. Tra chi denuncia il rischio di uno smantellamento del servizio pubblico ferroviario e chi rivendica soluzioni già in campo, è evidente che l’Umbria si trova in una fase cruciale. Il futuro dei collegamenti ferroviari interregionali, e con esso il diritto alla mobilità quotidiana di migliaia di cittadini, si gioca oggi nelle stanze dei ministeri e sui binari di una rete che rischia di rallentare fino a fermarsi.

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Federico Zacaglioni
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