L’appassionante mondo delle auto d’epoca ha recentemente riaccolto uno dei suoi gioielli più preziosi: un esemplare della Ferrari 166 Inter del 1948, considerata la Ferrari più antica del mondo. Questo modello non è solo una meraviglia meccanica, ma anche un pezzo di storia automobilistica con un legame particolare con l’Italia e, in particolare, con il Commendatore Pietro Barbetti, un nome di spicco nel panorama industriale italiano degli anni ’50.
Il ritrovamento della Ferrari 166 Inter è avvenuto in Nuova Zelanda, dove per decenni l’hanno custodita una coppia di pensionati, Amanda e Philip, appassionati di auto storiche e ferventi ammiratori del marchio Ferrari. Questo esemplare è stato realizzato nel 1948, appena due anni dopo la fondazione della leggendaria casa automobilistica di Maranello. Si tratta di una delle prime Ferrari stradali mai costruite, con un numero di serie 007-S, che la identifica come la quarta vettura prodotta da Ferrari per uso stradale.
La Ferrari 166 Inter rappresenta un punto di svolta nella storia della casa automobilistica italiana. Equipaggiata con un motore V12 da 2 litri, capace di erogare 110 CV a 6.500 giri/min, questa vettura non era solo un capolavoro di design, ma anche una macchina dalle prestazioni eccezionali per l’epoca. Il modello 166 Inter fu progettato per conciliare l’eleganza e il lusso di una vettura stradale con la potenza e l’affidabilità che contraddistinguono le auto da corsa Ferrari.
La Ferrari 166 Inter fu disegnata dai maestri carrozzieri italiani
La carrozzeria dell’auto, disegnata dai maestri carrozzieri italiani, rifletteva lo stile distintivo e sofisticato che avrebbe caratterizzato tutte le successive creazioni di Ferrari. Nonostante le sue dimensioni relativamente compatte, la 166 Inter offriva un’esperienza di guida impareggiabile, grazie alla leggerezza della struttura e alla precisione dell’assetto, che la rendevano agile e reattiva su ogni tipo di percorso.
Il nome di Pietro Barbetti è indissolubilmente legato alla storia di questo particolare esemplare di Ferrari 166 Inter. Barbetti, figura di spicco dell’industria italiana e leader della famiglia che fondò le Cementerie Aldo Barbetti, acquisì la vettura negli anni ’50, diventandone il terzo proprietario. Nel 1952, Barbetti portò la Ferrari 166 Inter alla Mille Miglia, una delle gare più iconiche del mondo automobilistico, classificandosi al ventesimo posto. Questo risultato, ottenuto con una vettura già allora considerata un’auto d’epoca, dimostrava non solo l’abilità di Barbetti come pilota, ma anche la straordinaria qualità costruttiva della Ferrari.
Per Pietro Barbetti, la Ferrari 166 Inter rappresentava molto più di una semplice automobile. Era un simbolo di passione, eccellenza e innovazione, valori che avevano guidato la sua carriera imprenditoriale e che trovavano espressione perfetta in questa magnifica vettura. La partecipazione alla Mille Miglia con la 166 Inter non solo consolidò il suo legame con il mondo delle corse, ma contribuì anche a rafforzare l’immagine di Ferrari come costruttore di auto non solo belle, ma anche incredibilmente performanti.
Il modello 007-S ha un valore storico inestimabile
La Ferrari 166 Inter è un modello che nasce in un periodo importante per Ferrari. Fondata nel 1947 da Enzo Ferrari, la casa automobilistica aveva da subito intrapreso la strada delle competizioni, ma si rese presto conto della necessità di creare anche modelli stradali per sostenere economicamente il team di corse. La 166 Inter fu una delle prime risposte a questa esigenza, unendo la raffinatezza di un’auto di lusso con le prestazioni di una macchina da corsa.
Prodotta in un numero limitatissimo di esemplari, la 166 Inter divenne subito oggetto del desiderio per i collezionisti di tutto il mondo. Il modello 007-S, in particolare, ha un valore storico inestimabile, non solo per essere uno dei primissimi esemplari realizzati, ma anche per il suo palmarès sportivo e per i prestigiosi proprietari che l’hanno posseduto.
Con il ritrovamento in Nuova Zelanda, la Ferrari 166 Inter del Commendatore Barbetti ha riacceso l’interesse degli appassionati e dei collezionisti di tutto il mondo. Questa vettura non è solo un pezzo di storia automobilistica, ma anche un testimone dell’evoluzione del design e della tecnologia nel settore dell’auto di lusso. Il futuro di questa Ferrari 166 Inter, ora nelle mani di Amanda e Philip, potrebbe includere restauri conservativi per mantenere intatta l’autenticità della vettura o la partecipazione a prestigiosi concorsi d’eleganza, dove potrà essere ammirata dagli appassionati di tutto il mondo.
Per i collezionisti, possedere una Ferrari 166 Inter è il sogno di una vita. Ma per i Barbetti, questa vettura rappresenta molto di più: è un simbolo della loro eredità, un tributo alla passione di Pietro Barbetti per l’eccellenza meccanica e il mondo delle corse.