28 Mar, 2025 - 18:53

Femminicidio a Spoleto: il giallo del cellulare scomparso

Femminicidio a Spoleto: il giallo del cellulare scomparso

Laura Papadia, 36 anni, è stata trovata senza vita nella camera da letto della sua abitazione a Spoleto. A confessare l'omicidio è stato il marito, Nicola Gianluca Romita, fermato mentre minacciava di lanciarsi dal Ponte delle Torri. Da lì parte una vicenda che intreccia telefonate tra più regioni, una lite per un figlio mai voluto, e una lunga serie di accertamenti ancora in corso.

Ora gli inquirenti cercano un cellulare sparito, che potrebbe contenere dettagli fondamentali per chiarire le dinamiche e la premeditazione del gesto. Squadre specializzate della polizia e dei vigili del fuoco stanno perlustrando l’area boscosa ai piedi dello storico Ponte delle Torri. L’attenzione degli investigatori si concentra sulla possibile presenza di un oggetto fondamentale per la ricostruzione dei fatti: lo smartphone appartenente all’uomo ora detenuto con l'accusa di avere tolto la vita alla propria compagna.

Ponte delle Torri: si cerca il telefono gettato nel vuoto

Secondo chi indaga, durante il momento in cui avrebbe minacciato di compiere un gesto estremo dal ponte, l'uomo potrebbe aver lanciato il suo cellulare nella vegetazione sottostante. Il dispositivo non è ancora stato ritrovato, ma la sua eventuale scoperta potrebbe chiarire alcuni aspetti centrali della vicenda.

Gli elementi mancanti nella ricostruzione del delitto

La persona sospettata, un 48enne originario della Lombardia, si trova attualmente nel penitenziario di Maiano. L'uomo avrebbe allertato i soccorsi dopo aver lasciato la casa in cui si trovava il corpo senza vita della moglie, una donna che avrebbe compiuto 37 anni nei prossimi mesi. Il telefono, al momento introvabile, potrebbe contenere messaggi, chiamate o elementi utili a rafforzare l’ipotesi che il gesto sia stato pianificato.

La telefonata al 112 e il tentato suicidio

Mercoledì mattina, poco dopo l'allarme al numero unico delle emergenze, l'uomo è stato individuato sul ponte dagli agenti, che lo hanno raggiunto e bloccato. In quel frangente, avrebbe gridato pubblicamente quanto accaduto alla moglie, attirando l’attenzione anche dei passanti. Gli operatori, temendo un gesto estremo, lo hanno fermato e condotto in sicurezza.

Si indaga sulla possibile premeditazione

Il contenuto del telefono è ritenuto rilevante anche per un’altra pista seguita dagli investigatori: quella che conduce alla possibile pianificazione dell’omicidio. Anche se al momento questa aggravante non è ancora stata formalizzata, si stanno raccogliendo tutti gli elementi per valutarla. Gli accertamenti proseguono con cautela, mentre le ricerche nella vegetazione continuano senza sosta.

Le stranezze nei giorni prima dell'omicidio

Nel periodo antecedente alla tragedia, il 47enne avrebbe raccontato di vivere un momento complicato, accennando a problemi personali e dichiarando di non riuscire a dormire. Aveva inizialmente chiesto un periodo di assenza dal lavoro di circa un mese, restituendo anche le chiavi del veicolo aziendale e la tessera carburante, per poi cambiare idea e riprendere la sua attività senza alcuna pausa.

Romita tra Milano, Marche e Umbria

Nato a Milano, aveva vissuto in diverse aree del Centro-Nord prima di stabilirsi a Spoleto, dove lavorava per un’azienda agricola del territorio, occupandosi della distribuzione di vini locali. Lunedì, appena ventiquattr'ore prima del delitto, avrebbe incontrato un rappresentante della grande distribuzione per conto della cantina, riferendo poi ai colleghi che la trattativa era andata bene e un accordo commerciale era prossimo alla firma.

Una figura isolata e un passato frammentato

Chi lo ha conosciuto nella cittadina umbra parla di una figura riservata, presente nei locali e nei negozi solo per ragioni lavorative. Pare che trascorresse anche periodi fuori città, probabilmente per motivi legati ai figli avuti da un’altra relazione. Resta senza spiegazioni l'improvvisa interruzione della vita di Laura Papadia, trovata morta sul pavimento della loro casa nel centro storico. Durante l'interrogatorio, il venditore ha ammesso le proprie responsabilità, confermando quanto accaduto.

Indagini in corso su dispositivi e movimenti

Da venerdì pomeriggio, le squadre investigative stanno setacciando la zona ai piedi del ponte, alla ricerca di prove utili per chiarire il contesto dell'omicidio. A essere oggetto di interesse sarebbero due dispositivi mobili: uno personale e uno aziendale. Gli investigatori non escludono che entrambi possano essere coinvolti, ma al momento non è stato reso noto quale dei due si stia cercando. I contenuti potrebbero rivelare movimenti, chiamate e contatti nelle ore precedenti e successive al delitto.

Telecamere e test di gravidanza sotto sequestro

Subito dopo la scoperta del corpo, gli inquirenti hanno acquisito le immagini delle videocamere attive nella zona, incluse quelle installate vicino alla Rocca dei Perugini, dove la coppia abitava. Sono stati inoltre sequestrati diversi oggetti dalla casa, tra cui alcuni test di gravidanza. Proprio il desiderio della donna di avere un figlio, mai condiviso dal marito, potrebbe essere stato uno dei motivi di tensione culminati nella tragedia.

La confessione: lite per un figlio mai voluto

La chiamata che ha fatto partire le ricerche sarebbe arrivata da una persona vicina all'indagato, che avrebbe riferito alle forze dell'ordine quanto appreso per telefono: "Ho ucciso mia moglie, ora mi butto". Così è scattato l'allarme e, dopo alcune verifiche, gli agenti sono riusciti a rintracciare l'uomo mentre si trovava in bilico sul Ponte delle Torri. La vittima, vice responsabile di un supermercato a Spoleto, è stata trovata riversa in pigiama nella camera da letto. I primi riscontri medico-legali hanno confermato il decesso per strangolamento, senza segni evidenti di colluttazione. In serata, l'uomo ha ammesso le sue responsabilità: Laura desiderava diventare madre, lui si opponeva a questa scelta. L'ennesima discussione avrebbe avuto un esito irreversibile.

segnalazioni da più regioni e il ruolo della ex moglie

La segnalazione iniziale è partita da una donna che aveva ricevuto una telefonata carica di panico e disperazione: l’uomo aveva appena confessato l’omicidio. La rete di allarmi si è messa in moto attraverso più regioni. A Marzocca, dove Romita ha un'altra abitazione, sono intervenuti militari e soccorritori temendo potesse essere lì. La casa era deserta. I vicini lo avevano visto poco tempo prima, ma della compagna non c'erano notizie da diversi mesi. È stata la sua ex moglie a fornire l'informazione decisiva: oltre alla casa marchigiana, l'uomo aveva anche un alloggio in Umbria. Ed è lì che le ricerche hanno portato al ritrovamento del corpo e al fermo del principale sospettato.

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Francesca Secci
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