13 May, 2025 - 13:45

Divieto venatorio sui 115 valichi montani dell'Umbria, Federcaccia contro AVS

Divieto venatorio sui 115 valichi montani dell'Umbria, Federcaccia contro AVS

La richiesta di Alleanza Verdi e Sinistra di vietare la caccia nei 115 valichi montani umbri nel prossimo calendario venatorio accende lo scontro sulla tutela ambientale nella regione. Federcaccia Umbria, infatti, apre il dibattito con l'anima ambientalista dell'alleanza federativa della Sinistra, invocando un approccio più ampio e meno ideologico alla conservazione, che non si concentri unicamente sul mondo venatorio.

Riteniamo fondamentale – dicono dall’associazione venatoriache la tutela dell’ambiente sia una priorità condivisa. Ma essa non può ridursi a una continua e selettiva crociata contro il mondo venatorio, né a un esercizio formale di adempimenti burocratici scollegati dal contesto reale del territorio. Il nostro impegno per la sostenibilità venatoria, il rispetto della fauna e degli ecosistemi non è mai mancato. La difesa della natura non può essere a compartimenti stagni: va fatta tutta, seriamente, con coerenza e responsabilità. La tutela non passa con il divieto ma con la gestione”.

A scatenare la posizione critica dei cacciatori umbri un intervento degli esponenti di AVS e coportavoce di Europa Verde Umbria, Gianfranco Mascia e Eva Hausegger.

Ambientalisti all'attacco: "L'Umbria riconosca e protegga i suoi valichi migratori"

A originare la richiesta dei Verdi di chiudere i valichi alla caccia, una recente sentenza del Tar Lombardia, che ha riconosciuto l'importanza di specifici valichi montani per la migrazione autunnale dell'avifauna.
Gianfranco Mascia e Eva Hausegger, così, sono andati in pressing sulla giunta regionale guidata da Stefania Proietti e sull'assessore alla caccia Roberta Meloni affinché si adotti una svolta nella tutela dell'avifauna migratoria.

L'appello è articolato in tre punti fondamentali: il riconoscimento ufficiale dei 115 valichi montani storicamente utilizzati durante la migrazione autunnale. Quindi, l'inserimento di un elenco completo di tali siti all'interno del prossimo Calendario venatorio 2025/2026. E, infine, l'applicazione rigorosa del divieto di caccia in un raggio di almeno un chilometro dalla sommità di ciascun valico.

Gli esponenti ecologisti hanno sottolineato come l'Umbria, attraversata dalla cruciale "Flyway Centro-Orientale", rappresenti una tappa fondamentale per milioni di uccelli in viaggio tra il Nord Europa e l'Africa, con la Palude di Colfiorito a spiccare come area di sosta di importanza internazionale. "L'inazione regionale su questo fronte - rimarcano i due ambientalisti di AVS - contrasta con l'impegno di regioni limitrofe come Marche e Lombardia, che hanno già provveduto al riconoscimento di valichi strategici, e con le indicazioni dello stesso ISPRA".

Federcaccia contrattacca: "Tutela ambientale a 360 gradi, basta ipocrisie sulla caccia"

Netta, dunque, la replica di Federcaccia Umbria alla richiesta di AVS, che definisce "inutile, se non addirittura ipocrita concentrarsi esclusivamente sulla caccia nei valichi montani".

"I veri nemici della biodiversità - dice l'associazione venatoria in una nota - passano sotto silenzio. Come l’inquinamento luminoso che altera i ritmi biologici della fauna. L’inquinamento acustico che disturba rotte migratorie e habitat. La crescente cementificazione di aree rurali e montane. L’installazione selvaggia di pannelli fotovoltaici a terra in aree naturali pregiate, spesso senza una pianificazione paesaggistica seria”. 

Federcaccia Umbria, che sul tema ha riunito un consiglio federale, pur dichiarandosi a favore di una tutela ambientale condivisa, contesta con forza una "crociata selettiva" contro il mondo venatorio e un approccio burocratico scollegato dalla realtà territoriale. Nel suo intervento l'associazione sottolinea "l'incoerenza di chi invoca la protezione di milioni di uccelli migratori senza considerare la distruzione e la frammentazione degli habitat causate da scelte politiche e industriali". 

Pur dichiarandosi pronta al confronto con istituzioni e forze sociali per una tutela ambientale seria e inclusiva, che tenga conto del ruolo della caccia regolamentata, Federcaccia esorta a superare quella che definisce una "propaganda a senso unico" e a promuovere una difesa della natura a 360 gradi, basata su coerenza e responsabilità, dove la gestione del territorio, e non solo il divieto, sia lo strumento principale.

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Federico Zacaglioni
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