Il fascicolo sanitario elettronico in Umbria è attivo ma è ancora lontano dalla sua piena operatività. Finanziato dai fondi Pnrr della missione 6, il nuovo strumento permette di centralizzare i dati sanitari dei cittadini per agevolarne la consultazione. Ma, in Umbria, il suo uso stenta a diffondersi. Per questo motivo, nell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa di oggi, la presidente Stefania Proietti ha risposto a un’interrogazione presentata da Fabrizio Ricci (Avs), sullo stato di avanzamento dei progetti finanziati dal Pnrr per la sanità.

Il punto sul fascicolo sanitario elettronico in Umbria

“L’interrogazione nasce dalla preoccupazione rispetto all’attuazione del Pnrr missione 6, in particolare il ritardo rispetto all’implementazione e all’utilizzo del fascicolo sanitario elettronico”, ha spiegato l’autore dell’interrogazione, Fabrizio Ricci che poi ha fornito dei dati sul tema: “Nel report pubblicato il 27 novembre 2024 dalla Fondazione Gimbe – ha aggiunto – l’Umbria risulta la penultima regione per medici specialisti delle aziende sanitarie abilitati alla consultazione del fascicolo sanitario elettronico, al 31 agosto 2024. Nel periodo giugno-agosto 2024 solo il 4% degli umbri ha consultato il proprio fascicolo, a fronte di una media nazionale del 18%”.

Per avere un termine di paragone, due regioni confinanti, come Lazio e Toscana, superano la soglia del 60% di servizi offerti, mentre in Umbria i servizi accessibili si fermano all’18%. 

La presidente Stefania Proietti ha risposto così all’interrogazione: “La missione 6 del Pnrr, per la nostra regione, cuba 193 milioni di euro, dei quali 55 milioni riguardano le misure ricordate nell’interrogazione. Sebbene siano stati raggiunti i traguardi relativi agli impegni di spesa – ha spiegato -, restano le grandi criticità legate soprattutto ai temi strategici come il fascicolo sanitario elettronico”.

Anche se gli investimenti sono stati recepiti nei tempi, l’attuazione non è andata come previsto: “Sono stati raggiunti obiettivi grazie agli investimenti più veloci, ma oggi può compromettere l’efficacia degli investimenti rendendo i finanziamenti un mero esercizio di acquisto di tecnologie e non un miglioramento dei servizi sanitari offerti ai cittadini – fa notare Proietti -. La Regione ha contrattualizzato interventi in telemedicina e digitalizzazione.

Tuttavia la reale operatività delle iniziative incontra ritardi e mancanza di coordinamento”. 

Cosa manca per avere il fascicolo sanitario: i tempi

Dunque, sono stati ricevuti i finanziamenti ma manca un altro passaggio: “Per l’adeguamento del fascicolo sanitario elettronico 2.0 manca tutto il coinvolgimento delle aziende del settore privato – spiega la presidente Proietti -. Per tale motivo abbiamo inserito nel nuovo gruppo di lavoro tutti i referenti aziendali prima neanche presi in considerazione. Abbiamo anche richiesto una spinta aggiuntiva per avviare entro il prossimo mese di maggio le attività di formazione, in collaborazione con la Scuola pubblica di amministrazione. Entro il prossimo giugno vogliamo che i cittadini umbri siano in grado di trovare sul proprio fascicolo elettronico la refertazione relativa almeno alla specialistica ambulatoriale, ai vaccini, al pronto soccorso e alle lettere di dimissioni ospedaliere”.

È stata attivata una cabina di regia: “Per arrivare al risultato si è reso necessario attivare una cabina di regia che mancava, in questo modo potremo arrivare a giugno con i progetti di digitalizzazione e telemedicina operativi e pronti a erogare i nuovi servizi a favore dei cittadini”. L’obbiettivo finale stabilito dal governo è infatti giugno 2026: a quella data, l’Umbria e tutte le altre regioni italiane dovranno avere il fascicolo pienamente operativo e consultabile. 

Nella replica, il deputato Avs Ricci si è detto soddisfatto della risposta perché “conferma la necessità di accelerare sul fronte dell’implementazione e messa a terra degli investimenti.

L’implementazione dei sistemi tecnologici è fondamentale. Bene la cabina di regia da subito al lavoro”.

Non solo fascicolo sanitario: anche telemedicina e digitalizzazione in ritardo

Sulla telemedicina – spiega la presidente Proietti -, sebbene la piattaforma sia stata acquistata in ritardo nella fornitura delle postazioni di lavoro tramite la gara, sta rallentando l’attivazione dei servizi. Le Aziende sanitarie stanno solo parzialmente sopperendo utilizzando piattaforme già in uso, ma è assolutamente necessario accelerare l’integrazione dei servizi nei nuovi percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziale. 

In sofferenza anche la digitalizzazione degli ospedali: “è stato raggiunto l’obiettivo dell’impegno di spesa del 75 per cento del finanziamento entro settembre 2024, ma ad oggi restano tutte le criticità organizzative di coordinamento che potrebbero compromettere l’efficacia degli investimenti“.