Le ultime analisi della Fondazione GIMBE sul Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) non offrono un quadro particolarmente incoraggiante, evidenziando criticità che richiedono interventi rapidi e mirati. Durante il 19° Forum Risk Management di Arezzo, il presidente Nino Cartabellotta ha illustrato i dati più aggiornati relativi alla diffusione e all’utilizzo del FSE nelle diverse Regioni italiane, mettendo in luce significative diseguaglianze territoriali. Tali disparità, infatti, limitano l’accesso equo a uno strumento essenziale per la gestione della salute pubblica.
Secondo i dati analizzati, soltanto il 41% degli italiani ha finora espresso il consenso all’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, con punte di adesione particolarmente basse in alcune Regioni, come l’Umbria, dove la percentuale si ferma al 29%. Questo dato, sensibilmente inferiore alla media nazionale, evidenzia non solo una scarsa penetrazione del servizio, ma anche una problematica mancanza di armonizzazione tra i sistemi regionali. Questa frammentazione rischia di privare i cittadini dell’accesso ai propri dati sanitari essenziali, specialmente in caso di spostamenti tra Regioni.
Fascicolo Sanitario Elettronico: cos’è e quali servizi offre
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) rappresenta uno strumento innovativo e fondamentale per la gestione digitale della propria storia clinica e sanitaria. Si tratta di una raccolta online di dati e informazioni personali che documentano l’intera storia clinica di un individuo, accessibile in maniera protetta e riservata tramite credenziali personali. Ogni accesso al FSE è tracciato, garantendo così la massima trasparenza e sicurezza. Nella Regione Emilia-Romagna, ad esempio, il FSE consente anche di usufruire di numerosi servizi sanitari online.
Attraverso il Fascicolo, è possibile:
- Prenotare e gestire visite mediche tramite i servizi CUPWeb e PagOnline, inclusa la possibilità di spostare o annullare appuntamenti.
- Accedere ai documenti sanitari personali, anche risalenti al 2008, grazie all’adesione dei Medici e Pediatri di famiglia alla rete Sole.
- Ricevere documenti ufficiali come comunicazioni dall’anagrafe sanitaria o lettere per screening.
- Inserire documenti personali, come appunti su terapie o diete, referti di visite private o effettuate in altre Regioni.
- Cambiare medico di base in modo semplice e rapido.
Entro dicembre di quest’anno, tutti i documenti emessi dalle strutture sanitarie dovranno essere digitalizzati e caricati automaticamente nel Fascicolo Sanitario Elettronico, contribuendo così a un aggiornamento continuo e autonomo del fascicolo stesso. Per coloro che invece desiderano salvaguardare la propria privacy riguardo ai dati storici, è possibile opporsi al caricamento delle informazioni sanitarie antecedenti al 19 maggio 2020.
I risultati delle recenti analisi sulle adesioni in Umbria
Come sottolineato dal presidente Cartabellotta, la strada verso il 2026 rimane ancora lunga e piena di sfide. I dati attuali, analizzati regione per regione, non offrono certamente prospettive incoraggianti, anzi, delineano un quadro che risulta principalmente negativo. Solo il 18% dei cittadini ha consultato almeno una volta il proprio Fascicolo Sanitario Elettronico, con marcate differenze tra le regioni. Si passa infatti dall’1% di utilizzo nelle Marche e in Sicilia al 50% della Provincia Autonoma di Trento. Nelle regioni del Sud, l’utilizzo è ancora più esiguo, con percentuali che raramente superano il 3%, fatta eccezione per la Sardegna, che arriva al 10%.
E per quanto riguarda l’Umbria? Purtroppo, i risultati non sono affatto incoraggianti e risultano decisamente inferiori alla media nazionale. Al 31 agosto, solo il 29% della popolazione umbra ha utilizzato il FSE, a fronte di una media nazionale che si attesta al 41%.
Secondo i dati forniti da GIMBE, in Umbria sono attualmente disponibili solo 11 delle 16 tipologie documentali previste, pari al 69% del totale, rispetto al 79% della media nazionale. Inoltre, la percentuale di servizi disponibili nella regione è appena del 18%. Tra giugno e agosto, solo il 4% dei cittadini umbri ha consultato il proprio fascicolo nei 90 giorni precedenti la rilevazione, contro una media nazionale del 18%. Un dato positivo emerge, però, sul fronte della medicina generale: il 100% dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta ha effettuato almeno un’operazione sul FSE. Al contrario, la situazione è ben più critica tra i medici specialisti delle aziende sanitarie, con solo l’1% di essi abilitato all’utilizzo del fascicolo, a fronte di una media nazionale del 76%.