I cittadini dell’Umbria, così come accade in tutta Italia, preferiscono acquistare farmaci brandizzati piuttosto che privi di marca: lo rende noto l’assessore regionale alla Salute Luca Coletto.

“Nel 2023 i cittadini italiani hanno versato di tasca propria 1.029 milioni di euro di differenziale di prezzo per ritirare il farmaco ‘brand’ più costoso invece che il generico equivalente, a minor costo, interamente rimborsato dal sistema sanitario nazionale” fa sapere Luca Coletto nel corso dell’incontro ‘Il ruolo sociale del farmaco equivalente – call to action’ promosso a Perugia da Motore Sanità.

“Per l’Umbria – aggiunge l’assessore della Giunta Tesei – il differenziale pagato dai cittadini nel 2023 ammonta a 15.994.520 euro vale a dire quasi 16 milioni di euro.

Boom di farmaci brand in Umbria

L’assessore regionale alla Salute Luca Coletto riflette sui dati relativi all’acquisto dei farmaci in Umbria, con particolare riguardo alle preferenze dei consumatori. Lo fa in occasione del convegno intitolato ‘Il ruolo sociale del farmaco equivalente – call to action’ promosso a Perugia da Motore Sanità con il contributo di Teva.

L’obiettivo alla base dell’incontro, non a caso, è quello di concordare azioni concrete per promuovere l’assunzione e la prescrizione dei farmaci equivalenti sul territorio regionale. Il raggiungimento del suddetto obiettivo permetterebbe, infatti, di ridurre i costi dei farmaci per i cittadini e migliorare così pure il loro accesso alle cure.

Tra i partecipanti all’iniziativa, pertanto, figurano molti dei principali stakeholder del mondo della sanità e dei rappresentanti delle aziende sanitarie umbre.

Coletto: “Pregiudizio verso i farmaci equivalenti”

Per l’assessore regionale alla Salute dell’Umbria, Luca Coletto “il dato paradossale è che la spesa per la compartecipazione risulta generalmente più elevata nelle regioni a basso reddito“.

“E’ evidente quindi – spiega – che in Italia, e di conseguenza in Umbria, persiste ancora un pregiudizio diffuso verso i farmaci equivalenti che rappresentano un’opportunità per garantire la presenza sul mercato di validi strumenti terapeutici e, contestualmente, liberare risorse economiche da investire nei farmaci innovativi”.

“Inoltre, considerato il problema sempre più diffuso della carenza dei medicinali di uso comune – dichiara l’assessore – la disponibilità sul mercato nazionale di farmaci equivalenti permette, nella maggior parte delle situazioni di carenza, di garantire comunque ai cittadini l’accesso alle cure”.

Le iniziative della Regione

L’assessore regionale alla Salute Luca Coletto illustra, dunque, le iniziative che la Regione Umbria mette in campo per agevolare la prescrizione dei farmaci generici in Umbria al posto di quelli di marca.

Tra le iniziative c’è innanzitutto “quella di fornire periodicamente ai medici prescrittori tabelle di confronto con i costi/terapia dei vari farmaci appartenenti alla stessa classe terapeutica”. Ciò consentirebbe infatti di “orientare la prescrizione verso quei prodotti che, a parità di efficacia e sicurezza, hanno un costo/terapia più vantaggioso per il Sistema sanitario regionale”.

“Purtroppo rispetto ai farmaci equivalenti c’è ancora molta mancanza di informazione – afferma Coletto – e in questo senso, è indispensabile fare formazione anche verso i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e i farmacisti che sono in prima linea in questo importante percorso di educazione della cittadinanza”.

Farmaci in Umbria, i dati

L’ultima analisi pubblicata dall’Agenzia italiana del farmaco (Osmed-Aifa 2022) documenta che in Italia si registra ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei. Il Belpaese, per la precisione, si colloca al terz’ultimo posto nel confronto con altri nove Paesi analizzati: Austria, Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Polonia, Portogallo, Svezia e Spagna.

Scendendo nel dettaglio, dal report emerge che quasi un cittadino su tre nutre ancora dubbi sul fatto che i farmaci equivalenti abbiano la stessa efficacia di quelli cosiddetti “di marca” e uno su cinque dichiara che il medico indica sul ricettario solo quest’ultima tipologia.

Per quanto attiene, invece, ai disponibili per l’anno 2022, risulta che l’86,3% rispetto al totale delle unità di medicinali rimborsati dal Sistema sanitario nazionale afferiscono all’area dei farmaci off-patent. Di questi, il 29.5% sono rappresentati da generici-equivalenti.

L’Umbria, di conseguenza, si posiziona leggermente al di sotto della media italiana, subito dopo la Toscana. La sua performance è comunque migliore di quella in altre regioni del Centro Italia. Un dato positivo, per esempio, è che nel 2024, specialmente nella provincia di Perugia, si registra una crescita significativa nell’uso dei farmaci equivalenti, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente.