Nel 2023 in Umbria sono stati spesi 1 miliardo e 175 milioni di euro in beni durevoli: un aumento dell’8,9% rispetto al 2022, favorito dall’aumento della spesa media delle famiglie umbre. Più alta rispetto al dato italiano, insieme ai consumi nel settore mobilità. Si mostrano resilienti alcuni comparti come elettrodomestici e mobili rispetto al calo registrato a livello nazionale. L’incremento, in valore assoluto, è comunque in linea con la media nazionale, ma inferiore rispetto al 10,1% delle regioni del Centro.
Lo ha rilevato l’Osservatorio Findomestic (Gruppo BNP) in collaborazione con Prometeia, nella sua indagine sui beni durevoli, giunta alla 30esima edizione.
Le famiglie umbre hanno investito in beni come le auto usate, bene gli elettrodomestici
“Al traino della crescita contribuiscono soprattutto i comparti legati alla mobilità – spiega Claudio Bardazzi, responsabile Osservatorio Findomestic -. Con aumenti della spesa del 20,2%, per le auto usate (359 milioni di euro di spesa totale), uno dei mercati più dinamici rispetto alla media nazionale e all’area di riferimento. Più contenuta la crescita nel nuovo (+17,5%, 263 milioni) e nelle due ruote (+16,6%, 31 milioni). In crescita e migliore rispetto alla media nazionale pure la spesa per elettrodomestici di piccola e grande taglia (+4,7%, 85 milioni). Tengono anche i mobili (+1,1%, 299 milioni)”.
In linea con il resto del Paese risultano invece in calo gli acquisti di telefonia (-3%), per elettronica di consumo (-30,2%) e information technology (-4,9%).
Le famiglie umbre si sono mostrate più decise negli investimenti in beni durevoli. E nel 2023 hanno speso 225 euro in più per nucleo rispetto alla media nazionale. Sul piano provinciale, si conferma una distanza tra Perugia e Terni. Con il capoluogo che si posiziona al 42esimo posto nella graduatoria delle 107 province italiane (3.145 euro per famiglia) e Terni più indietro al 59esimo posto, con una spesa di 2.806 euro per nucleo.
A Perugia spesi oltre 3.000 euro a famiglia in durevoli, il 9,4% in più dell’anno precedente
È rilevante lo stacco del capoluogo per crescita nei diversi segmenti dei beni durevoli rispetto al 2023. Nel complesso, come evidenziato nella 30esima edizione del rapporto dell’Osservatorio Findomestic, la spesa dei perugini ha toccato 889 milioni di euro, l’8,9% in più rispetto all’anno precedente. Ogni famiglia ha speso in media 3.145 euro che sono stati indirizzati principalmente al comparto mobilità. Domina l’usato, con un valore di spesa complessivo pari a 274 milioni (+20,4% sui 227 del ’22). Che posiziona Perugia al 24esimo posto nella graduatoria di settore sulle 107 province italiane. Regge bene anche l’auto nuova con un incremento del 17,8% (197 milioni spesi contro 168 dell’anno precedente). Crescita analoga anche nel comparto motoveicoli, che registra 22 milioni di spesa totale (+17,8%). Nel mondo della casa acquisti più cauti. Il segmento mobili è cresciuto dell’1% a fronte di una spesa di 227 milioni (contro i 225 del 2022) mentre per gli elettrodomestici i perugini hanno investito 64 milioni, tre in più rispetto all’anno precedente (+4,8%).
Penalizzato invece il segmento dell’elettronica di consumo. Qui è stato impiegato il 29,8% di risorse in meno. Scendendo a una spesa complessiva di 20 milioni (nel 2022 erano 29). Lo stesso vale per la telefonia (61 milioni, -2,8%) e per l’information technology (24 milioni, -5,3%).
A Terni crescita sopra la media nazionale, tiene il comparto del mobile
Nel 2023 i ternani hanno speso 286 milioni di euro in beni durevoli, l’8,7% in più rispetto al 2022. Nonostante il distacco con Perugia, come emerge dai dati dell’Osservatorio Findomestic, Terni ha registrato buoni risultati in quasi tutti i comparti dei beni durevoli. Complice anche la crescita del reddito pro-capite (+6%) dei cittadini. Per le auto usate (+19,5% rispetto al 2022) sono stati spesi 85 milioni di euro, 19 in più rispetto alle nuove (66 milioni, il 16,4% in più). Accelerano anche le due ruote, con una crescita del 13,7% (un volume d’affari di 9 milioni). Nelle spese domestiche è il settore dei mobili a guidare i consumi, con 71 milioni di euro di spesa (+1,6%, 700 euro di media a famiglia). Un risultato migliore di quello del capoluogo (+1,0%) e delle media nazionale (+0,8%). Seguono gli elettrodomestici (21 milioni, +4,4%), anche qui con una crescita superiore alla media italiana che si attesta al 3%. Sono in territorio negativo l’elettronica di consumo (-29,8%, 5 milioni di spesa contro gli 8 del 2022), la telefonia (-3,5%, 21 milioni) e l’IT (-3,7%, 7 milioni).