Matteo Falcinelli, 26 anni, è stato ascoltato oggi dalla Procura di Roma in merito all’episodio di violenza che lo ha visto protagonista lo scorso febbraio a Miami. Lo studente, originario di Spoleto, ha denunciato le violenze subite dalla polizia americana, documentate da un video che ha fatto rapidamente il giro del mondo. Durante l’incontro a piazzale Clodio, Falcinelli, visibilmente provato, ha ripercorso i momenti drammatici dell’arresto e della detenzione, che lo hanno segnato profondamente, sia fisicamente che psicologicamente.
Matteo Falcinelli ascoltati dai PM di Roma: “Continuo a essere in cura psichiatrica e psicologica”
Lo scorso 25 febbraio, Falcinelli si trovava a Miami per seguire un master in Management turistico presso la Florida International University. Quella notte, davanti a un locale, venne fermato per un controllo, poi brutalmente immobilizzato a terra con il volto sull’asfalto. Portato in cella, fu legato mani e piedi e lasciato per tre giorni senza possibilità di comunicare con l’esterno.
“Una situazione traumatica che mi ha cambiato la vita. Il Matteo che ero per 25 anni non c’è più. Ne sono uscito completamente vuoto, rivedo quelle immagini tutti i giorni”, ha dichiarato il giovane davanti ai magistrati. “Voglio risposte e giustizia, non solo per me, ma perché nessun altro debba subire quello che ho passato io”.
Falcinelli, accompagnato dalla madre Vlasta Studenicova e dall’avvocato Alessandro Maresca, ha raccontato come quella notte abbia lasciato cicatrici indelebili. “Continuo a essere in cura psichiatrica e psicologica, sto prendendo psicofarmaci, è dura andare avanti“, ha aggiunto, ricordando il momento più drammatico della detenzione. “Il momento dell’incaprettamento è stato il più duro. Ho pensato di morire. Il dolore e la mancanza di respiro erano insopportabili, e in quegli istanti ho pensato anche a farla finita.”
L’analisi legale: un primo passo verso la giustizia
L’avvocato Maresca ha descritto l’audizione come “un primo passo importante”. Il legale ha confermato che, nel fascicolo aperto dalla Procura di Roma, sono già contestate le lesioni, ma i magistrati stanno valutando anche l’ipotesi del reato di tortura. “I magistrati italiani richiederanno collaborazione agli organi locali americani per indagini più approfondite. Bisognerà poi vedere se e come procederà il prosecutor statunitense”.
La vicenda, già al centro di un acceso dibattito internazionale, riporta l’attenzione sull’operato delle forze dell’ordine negli Stati Uniti e sulla necessità di tutelare i diritti dei cittadini, indipendentemente dalla loro nazionalità.
Le parole della madre: “Vogliamo giustizia, non soldi”
Visibilmente provata, anche la madre di Matteo, Vlasta Studenicova, ha voluto esprimere il proprio dolore e la propria indignazione. “Matteo non solo ha cercato di togliersi la vita in quel momento, ma è svenuto dal dolore. Lui ha omesso tanti altri momenti. I poliziotti lo hanno preso in giro, umiliato, deriso”.
Vlasta ha sottolineato che la loro battaglia non riguarda un risarcimento economico: “Nessun denaro al mondo potrà ridarci il Matteo che era prima di quella notte. Vogliamo giustizia per evitare che altri esseri umani debbano subire quello che lui ha subito”.
La ricostruzione degli eventi di quella notte è complessa e presenta diversi punti oscuri. Secondo la famiglia, Matteo sarebbe entrato in uno strip club di Miami credendo si trattasse di un normale bar. All’interno del locale, gli sarebbe stata offerta la compagnia di una donna per 500 dollari. Non è chiaro se Falcinelli abbia rifiutato l’offerta, pagato e poi chiesto un rimborso, o se ci siano stati altri motivi alla base del diverbio con il personale.
A quel punto, secondo la versione degli avvocati, Matteo avrebbe notato la scomparsa dei suoi due cellulari, poi ritrovati. Ne sarebbe nato uno scontro verbale con il buttafuori, che ha chiamato la polizia. Nei video dell’arresto, diffusi sui social, si vede Falcinelli discutere animatamente con gli agenti, ma senza alcuna violenza. La detenzione è durata tre giorni, durante i quali Falcinelli è stato legato mani e piedi, senza poter comunicare con l’esterno. La vicenda è emersa in Italia solo a maggio, quando il video dell’arresto è diventato virale.