L’export umbro si è dimostrato negli anni post pandemia anni un driver di ripresa fondamentale. E ora, per assecondarne la crescita e il consolidamento, accanto ai processi di internazionalizzazione delle imprese, si usano gli algoritmi. L’utilizzo scientifico dei dati è, infatti, una delle peculiarità di Umbria REO (Regional Export Observatory) costituito dalla Regione. Che imposta la propria attività di scelta dei mercati più promettenti sulla business analytics. Negli ultimi due giorni proprio l’Osservatorio è stato protagonista di importanti incontri con le imprese umbre più attive sui mercati internazionali.

L’Osservatorio REO, coinvolgendo le principali associazioni datoriali, ha portato a Perugia i vertici di Simest, la società di Cassa depositi e prestiti che sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. L’iniziativa, introdotta dal direttore generale di Confindustria Umbria, Simone Cascioli, ha visto l’intervento di Luca Silla, coordinatore del Comitato scientifico di Umbria REO. E, soprattutto, di Carolina Lonetti, managing director e responsabile export e finanza agevolata, e Francesca Stigliano, senior analyst finanza agevolata, entrambe di Simest.

Un settore, quello dell’export umbro, che vale un miliardo sui mercati internazionali

L’incontro, tenutosi nella giornata di ieri, è stato promosso nell’ambito della convenzione Simest-Regione Umbria ed è stato finalizzato ad approfondire, insieme alle aziende, le misure a sostegno degli investimenti delle imprese che intraprendono percorsi di internazionalizzazione.

Viene infatti sperimentato un modello di policy che fa un uso strategico di attività di business analytics, capaci di indirizzare le imprese verso i mercati attualmente più promettenti. Umbria REO, insieme alle altre istituzioni attive nel supporto alle aziende che esportano, ha presentato il set degli strumenti a disposizione del sistema produttivo. Il supporto Sistema Paese dispone di strumenti assicurativo-finanziari. “Tra questi – ha spiegato Carolina Lonetti di Simestil contributo credito-fornitore rappresenta, per le imprese che esportano beni strumentali e durevoli, un “cruciale” mezzo per dare competitività all’export nazionale“. 

I distretti umbri hanno raggiunto un traguardo significativo nel 2023, superando il miliardo di euro di esportazioni. Questo rappresenta una crescita del +12,2% rispetto al 2022, segno di una buona competitività e di un buon andamento nei mercati internazionali. Il dato era stato presentato di recente dall’indagine Monitor dei Distretti dell’Umbria, condotta dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo

Ecco cos’è Umbria REO, un think tank per aiutare le imprese nella sfida delle esportazioni

Umbria REO è l’Osservatorio Regionale sull’export. Un’iniziativa unica nel suo genere a livello nazionale. Si tratta, infatti, di un think tank che riunisce le istituzioni italiane più attive nel supporto alle imprese che esportano. Con l’obiettivo di supportare la strategia regionale in termini di internazionalizzazione. 
L’Osservatorio, costituito dall’amministrazione regionale, nasce come un progetto volto a implementare un approccio in grado di far incontrare livello macro e micro. Si è partiti dall’analisi delle dinamiche e dei trend internazionali più rilevanti, nonché dalla mappatura del tessuto imprenditoriale locale. E sono state così definite le linee di indirizzo per politiche tese a rendere le imprese più resilienti e capaci di sfruttare le opportunità di un contesto che cambia sempre più velocemente. In questo approccio fa da protagonista l’utilizzo scientifico dei dati. Viene infatti sperimentato un modello di policy che fa un uso strategico di attività di business analytics, capaci di indirizzare le imprese verso i mercati attualmente più promettenti.