In un caso che ha suscitato grande scalpore, un ex sacerdote di 61 anni originario della Toscana è stato condannato a quattro anni di reclusione dal tribunale di Terni. L’uomo, ridotto allo stato laicale nel 2004, è stato riconosciuto colpevole di gravi abusi sessuali commessi ai danni di giovani ospiti di una struttura di accoglienza nell’orvietano.
Gli episodi contestati si sono verificati tra il 2016 e il 2020, periodo in cui l’imputato ha sfruttato la sua posizione di autorità per compiere atti gravissimi di violenza su tre ragazzi.
Ex sacerdote condannato, la sentenza del tribunale di Terni
Luca Galleschi, 61enne originario della Toscana, è stato condannato a quattro anni di reclusione dal Tribunale di Terni. L’ex sacerdote è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali su tre giovani ospiti del Centro di accoglienza per migranti Don Bosco di Villanova di Orvieto. Il pubblico ministero Giorgio Panucci aveva richiesto una pena di sette anni e otto mesi.
Galleschi è stato condannato per un episodio di violenza sessuale ai danni di un giovane africano di 17 anni, avvenuto nel 2017. Inoltre, è stato ritenuto colpevole anche di sostituzione di persona per aver continuato a indossare l’abito talare nonostante fosse stato ridotto allo stato laicale già nel 2004. Questa condotta gli ha permesso di mantenere un’apparenza di autorità religiosa, ingannando chi lo incontrava.
Il collegio giudicante ha assolto Galleschi da un’altra accusa di violenza sessuale e da quella di prostituzione minorile, per mancanza di prove sufficienti. Queste accuse riguardavano presunti episodi in cui l’ex sacerdote avrebbe offerto denaro in cambio di prestazioni sessuali a un altro 17enne ospite della struttura. Emilio Festa, avvocato difensore di Galleschi, ha espresso soddisfazione per queste assoluzioni e ha lasciato aperta la possibilità di un ricorso in appello, sottolineando che il collegio ha accolto i dubbi sulla reale età delle persone offese.
Durante tutto il processo, l’imputato ha sempre respinto con forza le accuse, dichiarando la propria innocenza. La difesa, rappresentata dall’avvocato Emilio Festa, sta ora considerando la possibilità di presentare ricorso in appello, una decisione che sarà presa alla luce delle motivazioni della sentenza, attese entro i prossimi 90 giorni.
Richieste dell’accusa e reazione della Parte Civile
Nicola Pepe, avvocato della parte civile rappresentante la Casa Vincenziana Srl, ha dichiarato che la colpevolezza di Galleschi per il reato più grave è stata giustamente riconosciuta, evidenziando l’allarme sociale suscitato dal caso. La Casa Vincenziana Srl, ente gestore del centro di accoglienza, ha ottenuto un risarcimento di 5mila euro.
Nel corso del processo, l’accusa aveva richiesto una condanna più elevata, a sette anni e otto mesi di reclusione. La parte civile, rappresentata dall’avvocato Nicola Pepe, ha sostenuto con vigore le richieste di condanna e risarcimento. Tuttavia, la sentenza finale ha ridotto la pena a soli quattro anni, una decisione che ha sorpreso molti osservatori, i quali si aspettavano una condanna più severa data la gravità delle accuse.
Con la pubblicazione delle motivazioni della sentenza, prevista entro i prossimi 90 giorni, la difesa avrà la possibilità di presentare appello per contestare la decisione del tribunale. Questa eventuale mossa legale sarà seguita con grande attenzione, poiché la vicenda giudiziaria ha messo in evidenza ancora una volta la necessità di trattare i casi di presunti abusi con la massima serietà e imparzialità, garantendo giustizia per le vittime e rispettando i diritti della difesa.
Il tribunale ha applicato al condannato anche delle misure di sicurezza: il divieto di avvicinarsi a luoghi frequentati abitualmente da minori e di svolgere lavori che prevedono il contatto con minori per quattro anni. La sentenza ha riconosciuto la prevalenza delle attenuanti generiche sulle aggravanti, determinando così la pena finale.