Il progetto di rigenerazione urbana che la Giunta comunale di Gubbio e l’assessore all’urbanistica e lavori pubblici Spartaco Capannelli stanno promuovendo con il restauro e recupero funzionale dell’ex Mattatoio comunale in via della Piaggiola rappresenta un passo significativo per la città. L’intervento non solo intende restituire dignità a una struttura di grande valore storico e architettonico, ma cerca anche di dare nuova vita a un’area centrale del tessuto urbano di Gubbio, puntando a fare del progetto un simbolo dei primi anni di mandato della nuova Amministrazione.
L’ex Mattatoio comunale, completato nel 1891 su progetto dell’ingegnere Mischianti, è uno dei pochi esempi rimasti di archeologia industriale a Gubbio. La struttura, che costò 29mila lire, fu costruita contestualmente al foro boario, un altro elemento chiave del tessuto urbano dell’epoca. Tuttavia, la storia del foro boario si concluse nel 1937, quando Benito Mussolini ordinò la sua demolizione per fare spazio alla Scuola media “Costanzo Ciano”, l’odierno Edificio Scolastico in via Perugina.
Questo fatto storico evidenzia come il patrimonio architettonico e urbanistico di Gubbio sia stato spesso oggetto di interventi che rispecchiavano le esigenze e le ideologie del momento. La demolizione del foro boario, ad esempio, fu parte di una più ampia operazione di “modernizzazione” promossa dal regime fascista, che spesso implicava la cancellazione di elementi storici per far posto a nuove strutture simbolo del potere. La stessa sorte sembrava destinata all’ex Mattatoio, la cui utilità venne meno con l’inaugurazione del nuovo Mattatoio comunale al Coppiolo nel 1999, lasciando l’edificio in uno stato di abbandono e degrado.
Recupero ex mattatoio Comunale rappresenta grande opprotunità per Gubbio
Il progetto di recupero dell’ex Mattatoio comunale rappresenta una grande opportunità per la città di Gubbio. La collocazione strategica dell’edificio, a ridosso del centro storico, offre la possibilità di creare un nuovo polo di attrazione non solo per i residenti, ma anche per i turisti. Il progetto prevede infatti la realizzazione di spazi dedicati principalmente al settore alimentare, con prodotti di provenienza locale, creando così un legame diretto tra il recupero architettonico e la valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche del territorio.
Un altro punto di forza del progetto è la creazione di un’area verde protetta sul lato est dell’edificio, che si affaccia sul torrente Cavarello. Questa scelta, oltre a migliorare l’estetica dell’area, potrebbe favorire la creazione di un percorso pedonale che colleghi l’ex Mattatoio con altre zone chiave della città, come l’area del Liceo Mazzatinti, migliorando così la fruibilità urbana.
Tuttavia, nonostante i numerosi aspetti positivi, il progetto solleva alcune preoccupazioni e interrogativi. Innanzitutto, il costo dell’opera, stimato in 3 milioni di euro, e le modalità di finanziamento, ancora in fase di definizione, rappresentano un’incognita. L’Amministrazione comunale dovrà assicurare che i fondi necessari siano reperiti senza gravare eccessivamente sulle casse pubbliche e senza compromettere altri progetti essenziali per la città.
La gestione della struttura affidata a Coldiretti
Inoltre, la decisione di affidare la gestione della struttura a Coldiretti, seppur potenzialmente vantaggiosa per garantire la qualità dei prodotti e dei servizi offerti, potrebbe escludere altre realtà locali e ridurre la diversificazione delle iniziative economiche presenti all’interno dell’ex Mattatoio.
Il progetto dell’ex Mattatoio comunale si inserisce in un più ampio contesto di interventi di rigenerazione urbana e restauro che l’assessore Capannelli e l’Amministrazione comunale stanno promuovendo. Tra questi, il restauro delle Mura urbiche e il progetto Porte Urbiche, che prevede il recupero di diverse porte storiche della città, come Porta di Sant’Ubaldo, Porta degli Ortacci, Porta San Pietro e Porta di Santa Croce.
Questi interventi sono senza dubbio meritevoli, in quanto mirano a preservare e valorizzare il patrimonio storico di Gubbio. Il rischio è tuttavia quello di concentrarsi troppo su singoli interventi senza considerare l’impatto complessivo sul tessuto urbano e sulla qualità della vita dei cittadini.
Un altro aspetto da considerare è la sostenibilità economica e sociale di questi interventi. Il progetto dell’ex Mattatoio, ad esempio, dovrà essere sviluppato in modo da coinvolgere attivamente i cittadini, garantendo che i benefici siano distribuiti equamente e che la struttura non diventi un semplice polo di attrazione turistica, ma un vero e proprio centro di vita comunitaria.