La Guardia di Finanza ha scovato in provincia di Perugia un’evasione milionaria. Si tratta di una somma che si aggira sui 2,2 milioni di euro provenienti dagli affitti in nero riscossi principalmente per delle residenze di lusso. Chi le prendeva in affitto pagava cifre consistenti, dai 4mila ai 15mila euro a settimana. I proprietari però, 36 soggetti, tra persone fisiche e giuridiche con residenza all’estero, al fisco italiano non avevano versato neanche un centesimo. Ora saranno costretti a pagare quanto dovuto.

Più controlli per il Giubileo e l’800esimo anniversario della morte di San Francesco

Con il Giubileo appena iniziato e l’800esimo anniversario della morte di San Francesco in preparazione per l’anno prossimo, le fiamme gialle del perugino hanno dato il via all’intensificazione dei controlli sulle strutture del territorio. Negli ultimi mesi il comando provinciale di Perugia ha infatti messo in campo una serie di ispezioni mirate al contrasto dell’attività di eventuali operatori irregolari o abusivi e per garantire il rispetto delle normative.

Gli interventi, sollecitati più volte dalle associazioni di categoria, come Federalberghi, AssoTurismo e altre ancora, mirano a individuare le strutture che operano senza rispettare le regole, alterando la concorrenza a danno degli operatori regolari.

Evasione milionaria nel perugino: 11 strutture sanzionate su 58

La Guardia di Finanza ha condotto una meticolosa operazione incrociando una serie di dati. Le informazioni raccolte sono state confrontate con le banche dati in uso, inclusa un’unità di “Computer Forensics e Data Analysis”. A quel punto sono state identificate una serie di strutture che presentavano “elevati profili di rischio“. Lo step successivo è stato il raffronto con i siti web specializzati nell’offerta di affitti e nelle compravendite di immobili in Umbria che ha fatto emergere alcune discrepanze, rafforzando i sospetti.

Su 58 strutture controllate, 11 non avevano comunicato ai competenti uffici comunali (Foligno, Spoleto, Gubbio, Cascia, Umbertide, Città della Pieve, Bevagna e Monte Castello di Vibio), l’inizio dell’attività e la locazione degli alloggi. Per altre 17 è scattata la segnalazione all’Autorità Giudiziaria per non aver comunicato le generalità degli ospiti. In questo caso si tratta di attività con sede nei comuni di Spoleto, Todi, Assisi, Cascia, Montefalco, Cerreto di Spoleto, Fossato di Vico e Collazzone. “Questi interventi – sottolineano le fiamme gialle – si inseriscono in un ampio piano di monitoraggio delle attività economiche operanti nel territorio di una Regione a forte vocazione turistica, quale l’Umbria, volto a tutelare i consumatori e a garantire la concorrenza leale tra le imprese“.

Il caso di Andrea Prospero e la mancata comunicazione della sua presenza

La notizia di cui sopra giunge a pochi giorni dal fitto mistero sulla morte di Andrea Prospero, lo studente 19enne trovato senza vita all’interno di un B&B di via del Prospetto a Perugia. Il ragazzo, originario di Lanciano, era iscritto al primo anno di Informatica all’Università di Perugia. Risiedeva in un alloggio studentesco a neanche 200 metri dal luogo del ritrovamento. Le ricerche erano andate avanti per giorni ma sembrava scomparso nel nulla.

Come da prassi, gli agenti durante le indagini avevano controllato in più occasioni gli elenchi degli ospiti registrati nelle strutture ricettive di tutta Italia ma il nome di Andrea Prospero non risultava da nessuna parte. Un’anomalia se si considera che chi affitta ha l’obbligo di registrare sempre le generalità e di comunicarle agli uffici competenti. I controlli erano stati ripetuti più e più volte, a partire dal 24 gennaio. Alla fine era stata la stessa agenzia, che ha sede a Milano e che gestisce l’affitto di quel B&B, a segnalare alla autorità il mancato pagamento. Da lì la tragica scoperta.

Perché nessuno aveva comunicato la presenza di Andrea in quella struttura? Questa e molte altre domande sono ancora al vaglio degli inquirenti.