Il Sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa Popolare, Stefano Bandecchi, ha denunciato con forza la grave vicenda in corso, riguardante la non ammissione delle liste Ap per le prossime Europee. Domani alle ore 11.30, il Sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa Popolare, incontrerà la Stampa presso l’aula Magna dell’università Unicusano in via Don Carlo Gnocchi n.3 di Roma.
Elezioni Europee, liste Ap non ammesse, Bandecchi: “Ciò che sta avvenendo è degno dei peggiori regimi”
Il segretario nazionale di Alternativa Popolare Stefano Bandecchi, alla luce del preoccupante e pericoloso corto circuito istituzionale ed interpretativo che ha causato l’ammissione della Lista di AP nella circoscrizione Meridionale, mentre non sono è stata ammessa in altre circoscrizioni, nonostante una fondamentale nota chiarificatrice del Viminale, citata dalla Corte di Appello nelle motivazioni di ammissione, che pare nessuna altra Corte abbia ritenuto di tenere in conto, omettendone la ragione.
Ciò che sta avvenendo è degno dei peggiori regimi, si sta cercando, da parte della maggioranza di Governo e attraverso modifiche di legge scritte malissimo, di impedire ad una fascia di elettori la propria espressione di voto. Si stanno violentemente e arrogantemente comprimendo i diritti democratici.
Il Segretario Bandecchi domani alle ore 11.30 incontrerà la Stampa presso l’aula Magna dell’università Unicusano in via Don Carlo Gnocchi n.3 di Roma per denunciare con forza e chiarezza la grave vicenda in corso, ancor più grave se si ricorda che AP rappresenta il PPE, ha nel suo logo il logo del PPE e il PPE ha tutti i requisiti, in tutta Europa, per partecipare alle elezioni senza raccogliere le firme. Tutti i dettagli saranno evidenziati domani.
In contemporanea il presidente di AP Paolo Alli ha già chiesto incontro urgente al presidente del Consiglio Meloni e al ministro Piantedosi per affrontare con il governo questo delicatissimo e pericoloso tema.
Esclusione di Alternativa Popolare dalle Europee 2024 per la circoscrizione centro: la ricostruzione della vicenda
Il presidente Tommaso Picazio dell’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Roma ha deciso di escludere Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi e Luca Palamara dalle elezioni europee del 2024 nella circoscrizione centro. Ap, che non è riuscita a raccogliere le firme richieste, aveva nel proprio simbolo un riferimento al Ppe. A mancare era il collegamento con un parlamentare o un europarlamentare eletto in Italia. L’assurdità consiste nel fatto che Ap è stata ammessa dall’ufficio elettorale della Corte d’Appello di Napoli. Quindi al sud i cittadini potranno avere l’opportunità di votare per Alternativa Popolare, mentre i residenti del centro Italia al momento no.
Alternativa Popolare ha ovviamente presentato un ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d’Appello di Roma. Al momento, non si conoscono ancora le decisioni delle Corti d’Appello di Milano, Venezia e Palermo. La prima decisione riguardante i partiti esentati dall’obbligo di raccogliere firme spetta alle cinque Corti d’Appello, una per ogni circoscrizione, dove i partiti hanno presentato le liste entro le 20:00 di ieri. Tuttavia, è possibile fare ricorso in Cassazione.
Paolo Alli, presidente di Alternativa Popolare: “Siamo convinti di avere l’esenzione rispetto alla raccolta firme”
Il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli, ha dichiarato al Giornale che:
“Non sappiamo come saranno i giudizi delle altre tre circoscrizioni, ma è chiaro che se venissimo azzoppati in qualche circoscrizione faremo ancora più fatica a raggiungere la soglia del 4%” prevista alle europee. Noi siamo convinti di avere l’esenzione rispetto alla raccolta delle firme. Riteniamo che le ultime modifiche introdotte alla legge elettorale non cambiano le condizioni per le quali noi stessi eravamo stati ammessi come lista nel 2019 e le condizioni per le quali nel 2014 la Corte di Cassazione aveva ammesso i Verdi riconoscendoli come appartenenti alla famiglia europea di un partito rappresentato dal Parlamento Europeo. E tutto ciò è contenuto anche nel dossier che il Centro Studi di Camera e Senato ha pubblicato a commento della famosa normativa modificata”