“Quando si parla realmente di politica con interlocutori e giornalisti seri, e c’è un dialogo, viene fuori la differenza tra Alternativa Popolare e gli altri partiti nazionali” così il segretario nazionale di Alternativa Popolare e sindaco di Terni Stefano Bandecchi, in pista per le europee, in esclusiva ai microfoni di Tag 24 Umbria.

L’occasione è un incontro aperto alla cittadinanza presso l’hotel ristorante Il Boschetto di Città di Castello organizzato questa sera, lunedì 27 maggio, in vista delle elezioni europee previste per l’8 e il 9 giugno 2024 dove Bandecchi è candidato con AP insieme a Paola Pincardini e Cristian Brutti nella circoscrizione dell’Italia centrale che comprende le regioni Umbria, Lazio, Marche e Toscana.

Europee, Bandecchi: “La differenza tra me e gli altri politici italiani”

“In qualunque parte del mondo andiate, potrete riconoscere che noi, in Italia, ci siamo fermati trent’anni fa” è quanto dichiara a Città di Castello Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e segretario nazionale di Alternativa Popolare in corsa alle elezioni europee di giugno prossimo.

“I vostri stipendi erano i sesti in Europa nella classifica dell’Ocse, laddove la media era la nona. Oggi sono i diciottesimi – afferma – Quindi vuol dire che tutti i politici che si sono susseguiti uno dopo l’altro evidentemente non hanno fatto bene il loro lavoro perchè non hanno permesso a questa nazione di svilupparsi”.

“Io mi sono dedicato alla politica per disperazione, quando una sera i miei due figli, uno di loro mi ha già donato due nipoti, hanno cominciato a interessarsi alle mie case all’estero per trasferirsi – confida il segretario nazionale di AP alla platea tifernate – facendomi capire di non avere nessuna intenzione di continuare a stare in Italia”.

“Io alla loro età non avrei mai pensato di andare a cercare la fortuna da migrante – aggiunge – che, anche se non arriva a bordo di un barcone ma con un visto sul passaporto, sempre migrante è. Eppure io mi sento un migrante ogni volta che per prendere decisioni importanti, a livello militare piuttosto che energetico, in Italia bisogna aspettare qualcun altro“.

“Ecco, io mi candido alle europee per ridare dignità e autonomia all’Italia – conclude Bandecchi – A partire dalla costituzione di un esercito forte“.

Europee, Pincardini e Brutti per Bandecchi

I candidati alle elezioni europee nella circoscrizione del Centro Italia per Alternativa Popolare, insieme al segretario nazionale Stefano Bandecchi, sono Paola Pincardini e Cristian Brutti.

“Basta con questi leader che si candidano solo per attrarre voti, per se stessi, per il loro partito e per l’affermazione di una loro percentuale di consenso all’interno del governo italiano” così Paola Pincardini presenta la propria candidatura al Parlamento europeo, ricordando la collocazione di Alternativa Popolare all’interno del Gruppo del Partito popolare europeo.

Noi vogliamo portare in Europa gente capace e meritevole – sostiene Pincardini – che si spenderà per far sì che l’Italia diventi finalmente centrale. Noi vogliamo portare il sistema Italia in Europa, prestando attenzione agli interessi della nostra nazione e non del nostro partito”.

Tra le proposte di AP, il lavoro europeo di cittadinanza

Tra i punti chiave del programma elettorale di Alternativa Popolare per le europee, c’è il lavoro europeo di cittadinanza, da non confondere con il reddito di cittadinanza. “Pensiamo a circa 100-120 ore di lavoro al mese per una retribuzione di almeno 10 euro l’ora – illustra il candidato a eurodeputato Cristian Brutti – quindi 1000-1200 euro mensili“.

“Le persone che vi avranno accesso, non dovranno stare a casa in attesa di una telefonata o di una proposta di lavoro che non arriva mai, ma svolgere delle azioni utili alla collettività – Brutti scende nel dettaglio della misura – dall’assistenza agli anziani a quella ai disabili e ai malati. Potranno lavorare anche per gli enti pubblici“.

“Chi lo deve pagare questo lavoro? Il bilancio europeo – continua Brutti – Nei 27 Paesi dell’unione Europea esistono già misure simili. E ciò consentirebbe di evitare l’effetto inflattivo del RdC e, allo stesso tempo, risolverebbe il dibattito sul salario minimo“.