La prevista apertura di Esselunga in Via Settevalli, a Perugia, scatena il dibattito. Confcommercio Umbria richiama l’amministrazione comunale alla responsabilità, denunciando una mancanza di partecipazione preventiva e sottolineando i rischi di un ulteriore sovraccarico commerciale.
A Perugia arriva Esselunga e Confcommercio non ci sta: chiesto tavolo di confronto
Con un nuovo format da 3.500 metri quadrati dedicati al settore alimentare e spazi commerciali aggiuntivi, l’arrivo di Esselunga in Via Settevalli preoccupa Confcommercio Umbria. L’associazione, insieme a Confcommercio Mandamento di Perugia, ha espresso fermamente il proprio dissenso. Quello che sottolinea, in particolare, è che l’area interessata è già “satura” in termini di traffico e presenza commerciale. Il presidente Giorgio Mencaroni dichiara: “Via Settevalli è una zona già satura e su questo insediamento non c’è stata partecipazione preventiva”.
Secondo Confcommercio, infatti, il principio di saturazione commerciale previsto dal Testo Unico sul commercio non sarebbe stato rispettato. Questo principio non è casuale, ma mira proprio a bilanciare i diversi formati distributivi e a garantire una pluralità di scelte per i consumatori, evitando un eccessivo affollamento commerciale in determinate aree.
Critiche alla gestione urbanistica e infrastrutturale
Un altro punto di attrito riguarda le opere di urbanizzazione connesse al progetto. Confcommercio, sul posizionamento di Esselunga a Perugia, contesta la possibilità che gli investitori possano aggirare gli obblighi infrastrutturali. Su tutti la realizzazione di parcheggi, optando per una semplice monetizzazione delle opere. Questo approccio, secondo l’associazione, aggraverebbe ulteriormente i problemi infrastrutturali di Via Settevalli. “Gli investitori, non potendo procedere alla realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione, procederanno a una grossolana monetizzazione delle stesse con un importante introito per le casse comunali, ma un ulteriore aggravio in termini infrastrutturali per questa arteria strategica”, affermato Confcommercio.
Fin dai primi colloqui con la nuova amministrazione comunale, Confcommercio Mandamento di Perugia aveva proposto che qualsiasi nuovo progetto commerciale fosse accompagnato da interventi a favore delle zone più depresse della città. Una linea di azione, questa, che sembra non essere stata presa in considerazione nel caso di Esselunga.
Esselunga a Perugia e un’economia locale già in difficoltà: il punto di Confcommercio
Il panorama commerciale umbro, sottolinea Confcommercio, è già segnato da un elevato rapporto tra superfici commerciali e abitanti. L’Umbria in questo senso è seconda solo al Friuli-Venezia Giulia e Veneto per metri quadrati di commercio per abitante. Per questo motivo l’urgenza di un nuovo insediamento appare ingiustificata. “L’Umbria vanta un primato tutt’altro che felice circa il numero di metri quadrati di costruito per abitante, che la pone ai vertici nazionali”, evidenzia l’associazione che richiama l’attenzione sull’impatto negativo che un ulteriore sviluppo potrebbe avere sugli operatori commerciali già esistenti.
In questo contesto, Confcommercio ribadisce quindi la necessità di incentivare il rinnovamento e la manutenzione delle attività esistenti, piuttosto che favorire nuovi investimenti milionari che rischiano di redistribuire i consumi interni senza aumentarli. “Ben più urgente è consentire agli operatori esistenti, poiché il commercio è l’anima del tessuto urbano, di provvedere alla loro innovazione e manutenzione attraverso risorse destinate a questo fine, piuttosto che assistere ad investimenti milionari che porteranno soltanto ad una diversa ripartizione di consumi interni che peraltro sono in picchiata libera, come tutti i più qualificati e recenti studi stanno attestando”.
La richiesta di un tavolo di confronto
Confcommercio Umbria e il Mandamento di Perugia, per tutti questi motivi, chiedono un confronto immediato con l’amministrazione comunale. La necessità è quella di discutere le ragioni di un investimento che appare impattante e di trovare soluzioni che rispettino il tessuto economico e sociale della città. “Chiediamo un confronto immediato con l’amministrazione comunale per affrontare la questione ed arginare spinte commerciali cannibalistiche che accrescono solo i problemi della città senza un reale beneficio per la sua economia e per i consumatori”, dichiarano i rappresentanti dell’associazione.
La questione rimane aperta e mette in evidenza le tensioni tra i grandi investimenti della GDO e la sostenibilità del commercio locale. Perugia, con il suo tessuto economico complesso, si trova ora a un bivio: accogliere Esselunga potrebbe significare sacrificare la pluralità commerciale a favore di un’espansione forse poco necessaria. Dove ricadrà la scelta?