Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha portato a termine un’operazione decisiva per la sicurezza pubblica, perché ha espulso un giovane gambiano di 25 anni che rappresentava una grave minaccia. Questo individuo, con un lungo elenco di reati alle spalle, è stato trasferito al Centro di Permanenza e Rimpatrio di Ponte Galeria a Roma. L’operazione è il risultato di un’attenta indagine condotta dalla 3° Sezione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Terni, che ha documentato le sue numerose attività criminali.

Terni, espulso giovane gambiano dal passato turbolento

Nonostante la sua lunga permanenza in Italia, il giovane gambiano non si era mai integrato davvero e aveva continuato a violare la legge. Tra i suoi crimini figurano lo spaccio di droga, minacce a un ufficiale della Guardia di Finanza, evasione e resistenza a pubblico ufficiale. L’ufficio immigrazione ha respinto la sua richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno poiché non ha rispettato un precedente ordine di allontanamento dal territorio nazionale. Di conseguenza, le autorità hanno disposto la sua espulsione immediata.

Il giovane arrivato dal Gambia nel 2016 aveva inizialmente seguito un percorso di integrazione positivo, vivendo con il fratello e la sua famiglia. Purtroppo, però, non è riuscito a trovare un lavoro stabile e ha continuato a commettere reati. Le autorità hanno respinto tutte le sue richieste di protezione internazionale nonostante ne abbia presentate diverse. Inoltre, ha cercato di ritardare il suo allontanamento dal Paese senza mai presentarsi agli appuntamenti fissati.

La Polizia di Stato ha documentato con precisione i numerosi reati commessi dal giovane, che ha violato più volte misure restrittive come il divieto di dimora e il divieto di ritorno a Terni. Grazie a un’azione coordinata, gli agenti della questura ternana lo hanno accompagnato al Centro di Permanenza e Rimpatrio, in attesa del primo volo disponibile per il suo Paese di origine.

L’espulsione è solo l’ultima di una serie di operazioni condotte dall’Ufficio Immigrazione della Questura di Terni. Dall’inizio dell’anno, sono state notificate ben 66 espulsioni, di cui 14 con accompagnamento ai Centri di Permanenza e Rimpatrio.

Perché si viene espulsi dall’Italia

L’Italia è teatro di migliaia di espulsioni ogni anno, tuttavia solo una parte di esse viene effettivamente portata a termine. Nel 2022, ad esempio, sono stati emessi 28.000 ordini di espulsione, ma soltanto 2.900 sono stati eseguiti. In un arco di tempo più ampio, tra il 2013 e il 2022, sono stati espulsi 44.000 migranti, a fronte di 186.000 ordini di espulsione rimasti lettera morta. Anche nel 2023, fino a settembre, gli arrivi sono stati 145.000, mentre si stima che i rimpatri siano stati circa 3.200.

Ma come funziona il processo di espulsione in Italia? Le ragioni per cui uno straniero può essere espulso vanno dall’ingresso illegale, al soggiorno irregolare, fino a comportamenti ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica. La procedura può essere sia di tipo amministrativo che giurisdizionale. Nel caso dell’espulsione amministrativa, il decreto viene emesso dal Prefetto o dal Ministero dell’Interno, deve essere adeguatamente motivato, tradotto in una lingua comprensibile e notificato all’interessato. L’accompagnamento alla frontiera può avvenire immediatamente oppure seguire un ordine di lasciare il territorio entro sette giorni.

Anche in Umbria, come in altre regioni d’Italia, le espulsioni rientrano tra le normali attività di controllo delle forze dell’ordine.

Quest’anno, le autorità italiane hanno dovuto affrontare un totale di 66 casi di espulsione di stranieri, di cui 14 hanno comportato l’accompagnamento ai Centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR). Questi provvedimenti sono motivati da vari fattori, tra cui la mancata integrazione, la recidiva in attività criminali e le minacce alla sicurezza pubblica.

Le principali ragioni che portano all’espulsione di uno straniero sono molteplici. Oltre agli ingressi e ai soggiorni irregolari, un ruolo chiave è giocato dai reati commessi sul territorio nazionale, come lo spaccio di droga, le minacce a pubblici ufficiali, l’evasione e la resistenza a pubblico ufficiale. Inoltre, anche le richieste di protezione internazionale respinte possono accelerare la procedura di espulsione.