Una vera e propria mobilitazione per l’esercitazione antisismica. Accade a Amelia, in provincia di Terni, dove nei giorni scorsi presso le scuole elementari “Jole Orsini” e “Chierichini” e alla materna “Ciatti” sono state ben 400 le persone che hanno preso parte alla simulazione della prova di evacuazione. Si tratta di giovani e giovanissimi studenti e del personale che, dopo il suono della sirena di allarme, hanno collaborato con le autorità per la riuscita dell’iniziativa.
Per l’occasione anche il sindaco del Comune di Amelia, Laura Pernazza e il vicesindaco, Avio Proietti Scorsoni sono stati presenti all’esercitazione che ha coinvolto il Comune di Amelia, la Prefettura, la Questura, la Prociv Anci, il Cisom, i carabinieri, i vigili del fuoco effettivi e i membri dell’associazione dei vigili in pensione, il 118, gli osservatori dei Comuni di Narni e Civitavecchia, l’Enea, i tecnici del Comune di Amelia, la polizia locale, l’ufficio scolastico regionale ed altri uffici del Comune amerino. Una partecipazione in massa che ha evidenziato il profondo coinvolgimento dell’intera comunità a un evento di fondamentale rilevanza per la sicurezza.
Tutte le operazioni sono state coordinate dal responsabile tecnico del Comune, Stefano Ferdinandi, dal Coc comunale e dalla Protezione Civile. Il sindaco e il vicesindaco hanno sottolineato l’importanza dell’esercitazione che aumenta il livello di consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti, da un lato per accrescere nel personale scolastico il grado di preparazione dall’altro per favorire una cultura della sicurezza nelle giovani generazioni.
Umbria, una testimonianza del terremoto del 1997
Gli Istituti Scolastici devono effettuare almeno due prove di evacuazione durante l’anno così come previsto dalla legge. Quando a settembre del ’97 si verificò quella scossa devastante nel cuore dell’Umbria, le scuole avevano riaperto da poco. Abbiamo raccolto una testimonianza di una donna, all’epoca dodicenne, che visse quel momento proprio a scuola.
“La mattina del 26 settembre 1997 me la ricordo, esattamente come fosse oggi” ci dice. “Avevo 12 anni e frequentavo la seconda media, in una scuola in un piccolo paese del ternano. Venni chiamata alla lavagna per l’interrogazione di matematica e accadde quello che nessuno avrebbe potuto prevedere. Il terremoto ci colse tutti impreparati. Furono lunghissimi attimi di puro terrore. Ci guardavamo negli occhi, atterriti, mentre ci infilavamo sotto ai banchi. C’erano già state altre scosse nei giorni precedenti e questo sapevamo di dover fare ma non avevamo mai fatto un’esercitazione. Uscimmo da scuola, le collaboratrici scolastiche e gli insegnanti rientrarono per chiamare i genitori a casa, i cellulari ancora non c’erano“.
L’esercitazione antisismica a Amelia, uno strumento fondamentale
L’Umbria, come è noto, è un territorio soggetto a un significativo rischio sismico. Già a inizio di questo mese, nel pomeriggio del 2 maggio, c’era stata una nuova scossa registrata a Gubbio. Un evento di lieve entità, fortunatamente privo di conseguenze, che non ha arrecato danni né a cose né a persone.
Le esercitazioni come quella di Amelia sono iniziative essenziali nella nostra regione, non solo sono previste per legge ma costituiscono uno strumento fondamentale per far acquisire a tutti gli studenti, agli insegnanti e al personale scolastico, la preparazione necessaria rispetto alle procedure da mettere in atto in caso di emergenza. L’effetto paralizzante della paura è ben noto, per questo è di primaria importanza che le esercitazioni vengano puntualmente attuate così che tutti siano preparati sul da farsi. In questo senso è stato fatto molto perché oggi la conoscenza sulle procedure da seguire in caso di terremoto è notevolmente aumentata.