Durante la seduta del Consiglio regionale in Umbria, è emerso un nodo normativo che da mesi tiene in sospeso cittadini e professionisti: l'applicazione dei tributi locali agli immobili lesionati dal sisma del 2016. Una questione che ha trovato spazio nell’Aula di Palazzo Cesaroni grazie all’iniziativa della consigliera Letizia Michelini, la quale ha chiesto spiegazioni puntuali sull’estensione delle esenzioni a quei Comuni che non rientrano nella mappa ufficiale del cratere.
La presidente Stefania Proietti ha fatto chiarezza. Ha confermato che l’Imu e la Tasi non si applicano agli immobili dichiarati inagibili a causa del sisma, anche quando questi si trovano in territori non formalmente inseriti nel cratere. Una precisazione che sgombra il campo dalle ambiguità e che, ha detto, è stata avvalorata anche dal commissario alla ricostruzione, Guido Castelli.
Tutto ruota attorno all’articolo 48 del decreto emergenziale varato dopo le scosse, che esclude i redditi dei fabbricati inagibili dalla base imponibile Irpef e Ires, e prevede l’esonero dall’Imu e dalla Tasi a partire dalla rata di dicembre 2016 fino alla piena riabilitazione dell’immobile o, comunque, non oltre il 31 dicembre 2025.
Ma il testo di legge si spinge oltre, consentendo l’estensione dell’agevolazione anche a fabbricati situati fuori dai confini del cratere, purché venga dimostrata con perizia asseverata la correlazione diretta tra i danni e il sisma. Una previsione che, sul piano operativo, ha però alimentato dubbi e letture divergenti nei territori.
A sgombrare il campo è stata una nota firmata dal commissario Castelli, giunta lo scorso 7 febbraio. Un documento che, secondo Proietti, ha dato una risposta netta: "Si può concludere nel senso di una esenzione dall’imposta per immobili oggetto di ordinanza di sgombero a prescindere dalla richiesta del proprietario". Nessun adempimento aggiuntivo richiesto ai cittadini coinvolti.
"C'è la certezza di non applicabilità dell'Imu e della Tasi anche per i Comuni fuori dal cratere. Lo chiarisce una nota del commissario Castelli, che ha subito risposto alla nostra richiesta di chiarimento. E di questo lo ringraziamo. Questo è un buon esempio di come fare politica si concretizza e atterra nella vita quotidiana dei cittadini consentendo in maniera ineccepibile di non chiedere un tributo che non è dovuto" ha dichiarato Proietti in aula.
L’iniziativa di interpellare il commissario è partita subito dopo il deposito dell’interrogazione, rispondendo anche alle numerose sollecitazioni dei sindaci che da settimane chiedevano una posizione ufficiale. Con la nota di Castelli si archivia l’interpretazione più restrittiva della norma e si apre a una gestione più uniforme su tutto il territorio regionale.
Letizia Michelini ha incassato la risposta con soddisfazione, rivendicando il tempismo e la concretezza dell’azione politica. La sua interrogazione mirava a far luce su una norma finita in una zona grigia, resa ancora più opaca dalla stratificazione normativa degli ultimi anni: dal decreto 189/2016 alla sua conversione nella legge 229/2016, fino agli ultimi aggiustamenti nella manovra di bilancio 2025.
Nel suo intervento in Aula, ha chiesto se l'esenzione potesse essere considerata automatica per tutti gli immobili dichiarati inagibili sul territorio regionale, senza distinzioni geografiche, e con quali strumenti i Comuni dovessero applicare la misura. Ha poi ribadito la necessità di ottenere dal Governo un rafforzamento del fondo destinato a compensare i mancati incassi Imu, così da evitare che i bilanci comunali debbano farsi carico di una misura decisa a livello nazionale.
Un passaggio che, per Michelini, non può essere lasciato in sospeso. Serve una risposta all’altezza dei territori che, pur colpiti, restano fuori dalle classificazioni ufficiali.