A Terni era già un personaggio noto, e poi anche in tutta Italia: Ermes Maiolica, (l’ormai ex) re delle fake news. I suoi esperimenti sociali, alla stregua di provocazioni artistiche, sono stati studiati persino nelle università, un fenomeno di ironia e provocazione che ha spesso messo alla prova la credulità collettiva.
Eppure, Leonardo Piastrella — questo il suo vero nome — si è trovato al centro di una vicenda giudiziaria che ha rischiato di travolgerlo, iniziata con una denuncia da parte di Fedez e J-Ax. Il tribunale di Terni ha chiuso oggi il caso, archiviando tutto per prescrizione, e per Piastrella è finalmente il momento di raccontare la sua versione. “Era solo uno scherzo”, dice, “che è stato frainteso e che mi ha trascinato in un incubo legale”.
Noi di Tag24Umbria lo abbiamo intervistato in esclusiva, dove ci ha raccontato il suo desiderio di rivalsa e la voglia di ricominciare, lasciandosi alle spalle un capitolo ora definitivamente concluso.
Ermes Maiolica: “Uno scherzo trasformato in un calvario”
Ermes Maiolica non ha dubbi su come è cominciata: una bufala nata per gioco, durante una pausa cena in fabbrica. “Ho fatto uno scherzo all’interno del fan club di Fedez con questa notizia effettivamente forse di cattivo gusto,” ricorda, senza cercare attenuanti. Quella bufala, che raccontava un presunto arresto di Fedez e J-Ax con 28 grammi di cocaina, doveva rimanere una provocazione chiusa nel gruppo, ma il boomerang è tornato indietro più forte di quanto avesse immaginato. “La notizia è durata online un’oretta. Non è stata virale, però l’hanno resa virale loro. La smentita, evidentemente, i suoi soci… meglio, manager di Fedez… l’hanno smentita ed è andata virale la smentita e non la notizia”.
L’ombra della denuncia e la sua strategia: “Volevano dare un esempio agli hater”
Il passaggio dalla satira al tribunale è stato tutt’altro che indolore per Piastrella. “Mi hanno denunciato, mi informo… tra amici in comune con Fedez, persone che stanno vicino a lui… che nella denuncia in realtà non volevano risarcimento. Era solo un modo per scoraggiare gli hater” rivela, mostrando il retroscena di una mossa pensata per dare un avvertimento ai fan più accaniti. Ma non si è trattato di una denuncia di facciata, come lui stesso racconta: “Da lì è iniziato un calvario. È stato un calvario”.
La difesa dell’arte provocatoria: “Per il giudice, la mia era satira”
Secondo Piastrella, il giudice ha riconosciuto che non si trattava di diffamazione, ma di satira e provocazione. “Il giudice mi ha assolto… perché io ero un personaggio conosciuto all’epoca (era chiamato “il re delle fake news”, ndr), e considerando che è un riconosciuto quasi come opere d’arte… non rientrava nella sfera della diffamazione. Ma nel gossip e nella satira.” La battaglia, però, non è finita lì, perché Fedez e J-Ax hanno scelto di fare ricorso, un ulteriore passaggio che ha contribuito a trasformare la sua vita in un incubo lungo quasi otto anni a causa del risarcimento chiesto da Fedez, che ammontava a circa centomila euro.
Durante l’intervista, Piastrella non nasconde il peso delle pressioni mediatiche subite. “Ho subito anche un pochino di bullismo… ”, racconta, evidenziando come la vicenda abbia avuto risvolti anche ben oltre il contesto legale. Tra provocazioni e litigi, il clima non è mai stato sereno, spingendolo a descrivere il tutto come una spirale di tensione e attacchi.
Dopo più di un anno dalla citazione a giudizio e dall’imputazione coatta disposta dal tribunale di Milano, oggi il tribunale di Terni ha emesso una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. “Finalmente è finita – ha scritto Piastrella sui social –. Un incubo durato quasi otto anni: grazie a tutti per il sostegno economico e morale ricevuto in questi anni e soprattutto grazie al mio super mitico avvocato Claudio Breda. Da oggi tornerò a respirare un po’”.
Un cambio di rotta verso la roboetica: “Oggi collaboro con le istituzioni”
Oggi, Piastrella vuole scrollarsi di dosso il vecchio personaggio e guardare avanti. “Collaboro con istituzioni, sono già stato ospite in Senato, sarò nuovamente ospite in Senato per parlare di roboetica e ci tengo molto a cambiare un pochino l’immaginario che si è creato intorno a me,” racconta, sottolineando la sua determinazione a costruire un’identità nuova e a evitare di restare intrappolato nel ruolo di provocatore delle bufale. Anzi, Piastrella ha precisato che ha scelto un profilo basso e concentrato.
Con un po’ di amarezza, Piastrella ammette che la fama di Fedez ha contribuito a incatenarlo a questa vicenda. “Mi dispiace che per via della fama di Fedez, che è un personaggio molto seguito, molto famoso in Italia, vengo sempre collegato come Ermes, quello che ha avuto la causa contro Fedez,” osserva, ribadendo la volontà di lasciarsi alle spalle un passato ormai troppo ingombrante.