Una mattinata di venerdì 7 febbraio a Gubbio ha visto scatenarsi un episodio di contestazione che ha acceso i riflettori sulle tensioni politiche locali e sulla polarizzazione che attraversa il dibattito pubblico. In via di Fonte Avellana, tra l’asilo di via Armanni e la Biblioteca Sperelliana, Fratelli d’Italia aveva allestito un banchetto per la raccolta firme a sostegno delle forze dell’ordine. L’iniziativa, che invocava un inasprimento delle pene per reati contro il pubblico ufficiale e la creazione di un reato di rivolta in carcere, insieme a maggiori strumenti di difesa e tutela legale per la polizia, intendeva dimostrare solidarietà verso coloro che, quotidianamente, affrontano situazioni di grande pericolo.

Secondo la petizione esposta, l’idea era quella di contrastare, con azioni concrete, gli attacchi che l’estrema sinistra e anche la criminalità organizzata, a detta dei promotori, riversano sulle forze dell’ordine. Un messaggio chiaro: sostenere la sicurezza dei cittadini, rafforzare il ruolo delle istituzioni e garantire che chi si impegna sul campo per proteggere la collettività non venga messo sotto accusa per le “peggiori nefandezze”. Tuttavia, l’iniziativa ha subito un forte contraccolpo da parte di un esponente dell’ultrasinistra eugubina, il quale, in tarda mattinata, ha preso di mira il banchetto, dando inizio a una disputa che ha sollevato non poche polemiche.

Mentre tre giovani extracomunitari si avvicinavano curiosi al banchetto, manifestando l’intenzione di firmare la petizione, pare che l’esponente dell’ultrasinistra eugubina, un uomo di oltre 50 anni noto per le sue posizioni radicali, si è fatto avanti con toni fortemente critici. Il militante ha iniziato a contestare apertamente l’iniziativa, dirigendo le sue critiche contro la presenza del banchetto e contro l’idea stessa di sostenere le forze dell’ordine.

L’episodio di contestazione si è trasformato in una serie di invettive

Le sue parole, che secondo alcuni presenti si sono trasformate in vere e proprie invettive, sembra abbia portato alla rinuncia a firmare da parte dei tre giovani, che inizialmente si erano avvicinati per chiedere informazioni e probabilmente per aderire alla raccolta firme.

L’intervento del militante, che ha sostenuto con forza una narrazione secondo cui le forze dell’ordine sarebbero responsabili di violenze nelle carceri, ha innescato una discussione accesa. In particolare, ha evocato il caso Almasri, un episodio che ha alimentato il dibattito politico tra destra e sinistra, contribuendo ad esacerbare le tensioni.

Il comportamento di questo esponente dell’ultrasinistra, così come risulta da un filmato girato dai presenti, ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato, chi lo ha definito un chiaro esempio di intolleranza e mancanza di rispetto verso le istituzioni e le iniziative democratiche; dall’altro, chi ha visto in tale atteggiamento la naturale espressione di un sentimento anti-establishment radicato in una parte della sinistra politica.

Il banchetto di Fratelli d’Italia, posizionato strategicamente in una zona ad alta frequentazione, non era soltanto un punto di raccolta firme, ma rappresentava anche un simbolo della volontà di sostenere le forze dell’ordine, spesso messe sotto accusa da parte di fazioni politiche opposte. La petizione esposta al banchetto denunciava una specie di doppia morale: da un lato, l’attacco dell’estrema sinistra e della criminalità organizzata contro i poliziotti, dall’altro, la presunta mancanza di supporto e tutela per chi ogni giorno si impegna sul campo per garantire la sicurezza pubblica.

Le proposte di Fratelli d’Italia riguardano inasprimento delle pene per reati contro pubblico ufficiale

Le proposte raccolte comprendevano misure di inasprimento delle pene per reati contro il pubblico ufficiale, l’istituzione del reato di rivolta in carcere, oltre a una richiesta di maggiori strumenti di difesa e di tutela legale per le forze dell’ordine. Questo messaggio, chiaramente orientato a rafforzare l’idea di ordine e sicurezza, ha messo in luce il divario ideologico che ancora oggi caratterizza il panorama politico italiano, dove la solidarietà verso le istituzioni viene talvolta messa in discussione da posizioni estremiste.

Questa polemica non è isolata, ma si inserisce nel contesto politico attuale in cui il dibattito sulla sicurezza è spesso strumentalizzato per motivi ideologici. Da un lato, i sostenitori delle forze dell’ordine vedono in ogni attacco un tentativo di minare il coraggio e la professionalità dei militari e degli agenti di polizia, mentre dall’altro, alcuni esponenti dell’estrema sinistra sottolineano le criticità presenti nel sistema carcerario e denunciano episodi di violenza istituzionale. Il caso in questione, ripreso in un filmato e diffuso sui social media, ha alimentato ulteriormente questo dibattito, evidenziando come la politica della sicurezza continui a essere uno dei temi più divisivi e accesi del panorama attuale.

Il filmato girato durante l’episodio di contestazione ha rapidamente circolato sui social network, sollevando reazioni contrastanti tra i cittadini. Molti hanno espresso indignazione per l’atteggiamento aggressivo e intollerante mostrato dall’esponente dell’ultrasinistra, definendolo un esempio di come le divergenze politiche possano sfociare in comportamenti poco rispettosi delle iniziative democratiche. Altri, invece, hanno sostenuto che queste manifestazioni di dissenso siano parte integrante di un dibattito politico vivace, anche se, in questo caso, il tono e l’aggressività dell’intervento hanno sollevato dubbi sulla possibilità di un confronto costruttivo.