Negli ultimi mesi l’Umbria si è trovata al centro di un dibattito cruciale riguardante lo sviluppo dell’energia eolica industriale. Un tema che, oltre ad affrontare la necessità di un passaggio verso fonti rinnovabili, tocca corde sensibili come la conservazione del paesaggio e l’equilibrio tra progresso tecnologico e tutela del patrimonio naturale e culturale. La capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale, Simona Meloni, solleva oggi la questione dell’eolico in Umbria chiedendo un intervento deciso da parte della Regione. Per evitare quella che ha definito un “assalto” alle aree sensibili del territorio.
Umbria, per Meloni c’è necessità di una pianificazione adeguata per l’eolico
Per Simona Meloni, capogruppo PD del consiglio regionale dell’Umbria, è fondamentale che “la Regione intervenga quanto prima nell’individuare le aree non idonee per gli impianti eolici industriali in Umbria, al fine di evitare l’assalto in corso in questi mesi“. Queste le dichiarazioni, che mettono in evidenza una reale preoccupazione per la proliferazione di progetti che, se realizzati, potrebbero alterare in modo significativo il paesaggio umbro. Con sei progetti attualmente in fase di valutazione, che prevedono l’installazione di circa 60 turbine eoliche di grande dimensione, la posta in gioco è alta. Secondo Meloni, il paesaggio umbro non è solo un elemento estetico, ma rappresenta un’identità regionale e una risorsa economica vitale, soprattutto per il turismo.
L’installazione di turbine eoliche di altezza compresa tra i 180 e i 200 metri, in aree di pregio paesaggistico e naturalistico, potrebbe avere effetti irreversibili. “La realizzazione di impianti eolici industriali di grandi dimensioni, come quelli previsti in Umbria, comporterebbe l’alterazione significativa e irreversibile del territorio. La costruzione di strade, piazzole di servizio e infrastrutture di collegamento provocherebbe la perdita di biodiversità, frammentazione degli ecosistemi e la deturpazione di paesaggi unici come i crinali montuosi dell’Appennino umbro marchigiano“, afferma Meloni.
La complessità della questione degli usi civici
Un altro aspetto critico dell’eolico in Umbria evidenziato da Simona Meloni riguarda i terreni soggetti a usi civici, una realtà diffusa nel territorio. “Gran parte di questi terreni sono interessati da questo fenomeno e la conseguente variazione di destinazione d’uso della Regione, senza una generale consultazione pubblica, sarebbe molto lesiva della trasparenza e dei diritti delle comunità locali“, dice nella sua mozione. “Il pregiudicare l’ambiente di questi luoghi“, prosegue la capogruppo PD, “potrebbe essere anche determinante nel loro sviluppo secondo un modello identitario da più parti intrapreso“.
La richiesta avanzata da Meloni è chiara: una moratoria temporanea sui nuovi progetti eolici, fino a quando non saranno individuate le aree idonee e non idonee in modo partecipato e trasparente. “Se in questo gioca un ruolo attivo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase)“, afferma, “è alla Regione che spetta, appunto, il compito fondamentale, come previsto dal decreto legislativo 2021/199, e dal recente decreto ministeriale 21 giugno 2024 (approvato con quasi tre anni di ritardo), di identificare le aree in questione, contemperando tutti gli interessi pubblici in gioco, compresi quelli della salvaguardia del patrimonio paesaggistico e culturale e della biodiversità“.
Eolico in Umbria, Meloni: “Necessario coordinamento interregionale”
L’intervento della Regione è visto come un tassello fondamentale in una strategia più ampia, che coinvolge come detto anche il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Meloni ha posto, però, l’accento sull’importanza di un piano energetico che consideri alternative a basso impatto ambientale e che distribuisca equamente, su tutto il territorio regionale, l’obbligo di contribuire all’obiettivo nazionale di potenza da rinnovabili, fissato a 1.756 MW entro il 2030.
La questione, però, non si ferma ai confini umbri. “La partita che si sta giocando è importante e va oltre i confini regionali. Per questo servirebbe un comitato interregionale permanente tra Umbria e Marche, per monitorare e valutare gli impatti dei progetti eolici industriali proposti“.
L’appello lanciato da Simona Meloni invita a riflettere, in definitiva, su come conciliare l’urgenza della transizione energetica con la necessità di proteggere i territori che costituiscono l’anima di una regione come l’Umbria, dove il paesaggio non è solo una cartolina, ma la base stessa di un’identità culturale e di un’economia locale che deve essere preservata per le generazioni future.