13 May, 2025 - 18:20

Emergenza case popolari a Terni: i sindacati replicano all’assessore Maggi

Emergenza case popolari a Terni: i sindacati replicano all’assessore Maggi

Si accende il confronto a Terni sul tema delle case popolari e dell’emergenza abitativa. I sindacati degli inquilini (Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini) hanno risposto alle dichiarazioni dell’assessore comunale alle Politiche abitative Giovanni Maggi, che nei giorni scorsi aveva attribuito alla Regione Umbria le principali responsabilità sul sostegno agli affitti e criticato la presenza dei sindacati nelle commissioni per l’assegnazione degli alloggi popolari. In una conferenza stampa tenuta martedì 13 maggio 2025 presso la Camera del lavoro di Terni, i rappresentanti degli inquilini hanno replicato punto su punto alle affermazioni di Maggi, chiarendo la propria posizione in modo neutrale ma fermo.

La conferenza stampa – con la partecipazione di Rossano Iannoni (Sunia Umbria), Matteo Lattanzi (Sunia Terni), Gino Bernardini (Sicet Umbria) e Jacopo Desantis (Uniat Terni) – è servita a fugare gli equivoci sul ruolo delle organizzazioni degli inquilini. I portavoce hanno sottolineato di agire senza pregiudizi politici, rivolgendosi in modo critico o propositivo a tutte le istituzioni competenti, dal Comune alla Regione fino al Governo. “Il sindacato vuole solo che si risolvano i problemi. Non abbiamo preconcetti. Chi li risolve è nostro amico, chi non li risolve si prende le nostre critiche… Il nostro compito è difendere i cittadini deboli”, hanno dichiarato. Proprio per questo, aggiungono, non si aspettavano la “reazione stizzita” di Maggi, ma semmai che l’assessore si unisse a sollecitare Regione e Ater a fare la loro parte.

Sindacati contro l’assessore Maggi: “Vogliamo solo soluzioni per chi è in difficoltà”

I sindacati ribadiscono che le loro osservazioni non hanno carattere politico, ma sono rivolte a chiunque abbia competenza in materia abitativa. Chiedono risposte concrete alle esigenze dei cittadini più fragili e spiegano di aver avanzato richieste a tutti i livelli istituzionali, senza distinzioni di colore politico.

Affitti a Terni, i sindacati chiedono al Comune contributi concreti

Uno dei temi principali è la richiesta di contributi agli affitti. Maggi aveva sostenuto che tali aiuti economici spettano alla Regione. I sindacati replicano che anche il Comune può intervenire, come già avviene in altre città italiane. “Dire che la competenza è unicamente della Regione, lavandosene così le mani, è una mancanza di sensibilità verso tante famiglie che non riescono più a pagare l’affitto e rischiano quindi lo sfratto”, affermano. “Il Comune deve sentire questo problema anche come suo, perché il cittadino sfrattato si rivolgerà poi a questo ente per chiedere aiuto”. Hanno inoltre chiarito di aver chiesto fondi anche a Regione e Governo, invitando tutte le istituzioni a fare la propria parte.

Emergenza abitativa a Terni: “Serve un bando aperto per chi rischia lo sfratto”

Attualmente, le assegnazioni delle case popolari avvengono tramite bandi periodici. I sindacati chiedono invece un bando aperto, ovvero una graduatoria sempre accessibile per chi si trova in emergenza abitativa. “Sono anni che chiediamo un bando aperto. C’è bisogno che il Comune e l’Ater mettano a disposizione appartamenti per chi ha un’emergenza immediata e non può aspettare il prossimo bando per una casa popolare, magari tra due anni”.

Maggi ha rivendicato che, per la prima volta, il Comune ha attivato un bando straordinario nel 2024 e che presto saranno consegnati 22 nuovi alloggi in fase di ristrutturazione. I sindacati apprezzano i risultati ottenuti, ma insistono sulla necessità di “un meccanismo continuo che garantisca risposte tempestive a chi ne ha urgente bisogno”.

Cambiare casa per motivi di salute: la proposta dei sindacati

Il tema della mobilità abitativa riguarda chi, per motivi di salute o disabilità, non può più vivere nell’alloggio assegnato. “Se una persona abita al terzo piano di un palazzo senza ascensore e, all’improvviso, per motivi di salute non è più in grado di salire o scendere le scale, cosa dovrebbe fare? Aspettare il prossimo bando, magari sempre tra due anni, e nel frattempo rivolgersi alla Croce Rossa?”. I sindacati chiedono anche in questo caso la possibilità di attivare una procedura permanente per far fronte a situazioni urgenti senza dover attendere i tempi lunghi dei bandi tradizionali.

Case popolari a Terni: polemica sulla presenza dei sindacati nelle commissioni

Maggi ha espresso dubbi sulla presenza dei sindacati nelle commissioni per l’assegnazione delle case, definendoli “portatori di interesse”, poiché spesso aiutano i cittadini a presentare le domande. La replica dei sindacati non si è fatta attendere. “Se ci pensassero il Comune, gli assistenti sociali o gli sportelli dei cittadini ad aiutare le persone a redigere le domande, la cui compilazione è estremamente complessa per chi non è competente, noi verremmo sollevati da una grande incombenza”, hanno detto. “Magari fosse così, ma purtroppo nessun ente si occupa di questo, neanche di aiutare una persona anziana a fare lo Spid o a compilare una pratica al computer. Nessuno, solo noi”.

Ribadiscono che i loro rappresentanti in commissione si limitano a verificare che i requisiti dei cittadini siano conformi alle normative. “La commissione si occupa solo di verificare che quanto certificato dai cittadini rispetti quanto previsto dalle leggi”.

A Terni 400 case popolari vuote: “Subito fondi regionali per la manutenzione”

I sindacati hanno infine acceso i riflettori su un aspetto strutturale del problema: gli alloggi pubblici sfitti perché in attesa di manutenzione. “In Umbria ci sono circa mille appartamenti che rientrano in questa categoria e di questi, quattrocento sono solo a Terni. In tutta Perugia invece sono centosettanta. Una differenza enorme”. Le richieste di case popolari a Terni sono circa seicento, ma le abitazioni disponibili sono appena una settantina.

“Se riuscissimo a sistemare anche solo una parte di quei quattrocento appartamenti, avremmo quasi risolto il problema dell’edilizia residenziale pubblica in città”. Da qui la richiesta alla Regione di stanziare, nel prossimo bilancio, 5-7 milioni di euro all’anno per finanziare le manutenzioni e rimettere a disposizione le case pubbliche inutilizzate.

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Francesca Secci
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