Emergenza caldo, dopo il tavolo in Regione si spaccano i sindacati. Da una parte la CGIL e la UIL, che attaccano politicamente Palazzo Donini. Dall’altro CISL e FILCA, per le quali deve essere sempre al centro “la persona”.
Se CGIL e UIL attaccano sostenendo che dalla Regione “sono arrivate risposte tardive e insufficienti“, la CISL risponde che “l’intenzione da parte di qualcuno di buttarla in politica, ha fortemente stonato in occasione di un consesso solo ed esclusivamente tecnico“.
Insomma, quella che doveva essere una riunione di analisi del documento elaborato dagli uffici tecnici regionali, si è trasformato in un terreno di confronto tra le organizzazioni dei lavoratori. All’ordine del giorno della riunione, l’intervento di Gabriella Madeo, del tavolo salute e sicurezza della Regione Umbria coordinato da Salvatore Macrì. Ad associazioni datoriali, sindacati ed enti, doveva essere illustrato il contenuto delle istruzioni tecniche per evitare problemi di salute e sicurezza.
Il documento si chiama “Indicazioni per la prevenzione e protezione dai rischi correlati alle condizioni climatiche di caldo estremo negli ambienti di lavoro”.
Alla fine è stato approvato da quasi tutti i componenti del tavolo con alcuni distinguo. Tuttavia sul principio fondamentale della tutela dei lavoratori che in questi giorni di intenso caldo devono svolgere la loro attività, non ci sono stati dubbi da parte di nessuno.
Emergenza caldo, spaccatura politica tra i sindacati divisi sull’operato politico della giunta regionale
Per CGIL e UIL, insieme alle rispettive categorie dell’edilizia e delle costruzioni, Fillea Cgil e Feneal Uil, quella presa dalla Regione è una “posizione troppo vaga e presa in maniera tardiva”.
Per la CISL Umbria era presente il segretario regionale Riccardo Marcelli. Mentre la Filca Umbria era rappresentata dal segretario generale regionale Giuliano Bicchieraro. E da parte della CISL viene rilevato che “alcuni interventi sono stati estremamente politici a un tavolo di tipo tecnico. Questi argomenti saranno riportati nel tavolo che, a breve, verrà attivato dall’assessore alla sanità Luca Coletto, con la convocazione delle associazioni sindacali“.
CGIL, UIL, Fillea e Feneal ritengono l’intervento della Regione sicuramente tardivo e stigmatizzano il fatto che non abbia ascoltato le richieste avanzate insieme alle altre organizzazioni.
“Crediamo che le istituzioni – dicono in una nota – debbano riappropriarsi della capacità di incidere sulle contraddizioni del mercato. Promuovendo con autorevolezza ed efficienza nuovi modelli produttivi basati sul rispetto del lavoro e sulla qualità di impresa. Per questo ci mobiliteremo finché non avremo risposte”.
Secondo la CISL e Filca, invece, il documento rispecchia in maniera abbastanza fedele quello approvato a livello nazionale sullo stesso argomento, rischio caldo nei luoghi di lavoro.
“In questo ultimo anno ci siamo prodigati, in maniera unitaria e non – dicono i due sindacati – perché il problema ondata di calore e rischi per la salute connessi, potessero essere risolti in maniera partecipativa. Abbiamo chiesto tavoli di confronto per mettere in campo una serie di azioni risolutive. Quali ammortizzatori sociali dedicati, possibilità di modificare turnazioni in alcune aziende soprattutto quelle edili e agricole. E ancora, creare momenti di formazione e informazione nei luoghi di lavoro. Infine, richiedere dispositivi di protezione individuale dedicati per le diverse tipologie di lavoro“.
CGIL e UIL chiedono di fermare il lavoro oltre i 33 gradi, la CISL e la Filca propongono un tavolo di monitoraggio tecnico
“La salute e la vita umana vengono prima di tutto – concludono CGIL, UIL, Fillea e Feneal – e sono purtroppo decine le segnalazioni di malori legati alle alte temperature che arrivano ogni giorno, con numerosi lavoratori costretti a rimanere su impalcature o lungo strade anche nelle ore più calde. È essenziale riorganizzare gli orari di lavoro e concentrare le attività nelle ore meno calde, chiedendo anche alle committenze di non penalizzare eventuali ritardi dovuti alla tutela della salute dei lavoratori. Per questo l’intervento da parte delle Istituzioni deve essere incisivo e urgente, mentre l’incontro in Regione appare del tutto insufficiente e per questo lascia l’amaro in bocca”.
La CISL ha proposto che si istituisca un tavolo o qualsiasi altro strumento per il monitoraggio dell’applicazione o la messa in atto delle indicazioni che il tavolo tecnico ha elaborato. Compresa la gestione del lavoro nelle ore più calde.
“La Filca proporrà di attivarsi – chiude la nota della CISL Umbria – con protocolli dedicati, sul modello di quelli elaborati in occasione dell’emergenza Covid. Obiettivo da conseguire attraverso la bilateralità del settore edile che si occupa di formazione e sicurezza nelle province di Perugia e di Terni. Ciò allo scopo di far sì che tutte le aziende edili aggiornino i loro DVR (documenti di valutazione dei rischi). Stabilendo attraverso questo strumento quali disposizioni adottare per evitare rischi legati alle ondate di calore. Va cercata la collaborazione fattiva dei tecnici del comitato paritetico territoriale e dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale“.