A Terni, l’emergenza abitativa è un problema che non può essere ignorato. Matteo Lattanzi, segretario della Sunia di Terni (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari), ha portato alla luce una serie di dati preoccupanti. Il bando per le case popolari, chiuso il 29 dicembre 2023, ha ricevuto ben 690 domande, con solo 74 alloggi assegnabili: un divario decisamente enorme.
Non tutte le famiglie hanno avuto accesso a questa opportunità a causa di una legge regionale che, secondo Lattanzi, è da considerarsi scandalosa. Questa legge stabilisce che se anche solo un membro di un nucleo familiare ha commesso un reato penale e anche nel caso lo abbia scontato, l’intero nucleo familiare viene escluso dal bando.
La carenza di alloggi: una situazione critica
Attualmente, ci sono solo 74 alloggi disponibili, a fronte di 690 domande. Questa discrepanza mette in luce un problema significativo: ci sono più di 300 alloggi nel territorio di Terni che sono liberi ma non assegnabili a causa di mancanze di manutenzione straordinaria. Questa mancanza di manutenzione impedisce agli enti pubblici di assegnare gli alloggi, creando ulteriori ostacoli per le famiglie in cerca di una casa.
Dai dati in possesso della Sunia di Terni risulta che la responsabilità delle manutenzioni straordinarie degli alloggi è in gran parte a carico di Ater, con una quota minoritaria spettante al Comune di Terni, che riguarda circa 30 o 32 alloggi. È evidente che senza un adeguato finanziamento, Ater non sarà in grado di portare avanti queste operazioni da sola.
Emergenza abitativa Terni: richiesta di intervento
Lattanzi ha sollecitato un intervento urgente da parte delle autorità competenti. Ha proposto l’istituzione di un tavolo di confronto che coinvolga Ater, il Comune di Terni, la Regione dell’Umbria e le organizzazioni sindacali del settore. Questo tavolo sarebbe essenziale per pianificare e coordinare gli interventi necessari per la manutenzione degli alloggi e per trovare soluzioni concrete alla crisi abitativa.
Soluzioni pratiche e finanziamenti adeguati
Per risolvere questa crisi sicuramente ci vorrà tempo, ma in ogni caso sono necessari finanziamenti adeguati e un regolamento che consenta di assegnare gli alloggi di emergenza abitativa senza dover ricorrere a bandi.
Lattanzi ha proposto che il Comune di Terni adotti un tale regolamento, seguendo l’esempio di altri comuni dell’Umbria. Questo consentirebbe alle famiglie in situazioni di emergenza di accedere più rapidamente a una casa. L’assessore Maggi ha fornito risposte alle questioni sollevate, anche se il percorso per affrontare la situazione rimane impegnativo.
Si tratta di un intervento complesso che richiede ristrutturazioni e adeguamenti normativi per un numero significativo di alloggi, coinvolgendo sia il Comune che la regione dell’Umbria. Lattanzi ha sottolineato l’importanza di un piano dettagliato e di un’indagine sui costi per ogni alloggio. Il Comune ha già provveduto alla manutenzione straordinaria di circa 30 alloggi di sua competenza, ma la situazione resta estremamente complicata.
Emergenza abitativa Terni, evitare lo scontro politico: concentrazione sulle soluzioni
Lattanzi ha sottolineato l’importanza di affrontare questo problema senza cadere in dispute politiche sterili. La priorità deve essere data alla tutela delle famiglie vulnerabili e alla ricerca di soluzioni pratiche e concrete. È fondamentale che tutte le parti coinvolte si impegnino a trovare una soluzione che sia nel migliore interesse dei cittadini ternani che lottano per avere un tetto sopra la testa.
Le proposte puntano a trovare soluzioni concrete per affrontare questa emergenza abitativa a Terni e garantire che nessuna famiglia rimanga senza una casa. In un recente comunicato pubblicato dai sindacati degli inquilini di Terni, Sunia Cgil, Sicet Cisl e Uniat Ui, a proposito di questo tema, si legge: “Purtroppo stamattina siamo stati costretti ad abbandonare l’aula del consiglio comunale di Terni, dove si stava svolgendo un’importante audizione di I e II commissione congiunte, in merito ai gravi problemi dell’emergenza abitativa nella nostra città”. Parlano di una “scelta obbligata dalla degenerazione del dibattito, scaduto in mera polemica politica, con tanto di insulti, battutine e toni poco consoni ad affrontare un tema tanto serio e drammatico per molte famiglie ternane”.
I sindacati esprimono delusione per quanto accaduto, definendo la situazione un’opportunità mancata e segnalando una mancanza di senso di responsabilità da parte dei rappresentanti politici. Pur essendo presenti per rappresentare le vere difficoltà delle famiglie e delle persone, e per avviare una discussione tecnica mirata a trovare soluzioni concrete, i sindacati lamentano che, nonostante alcune aperture da parte dell’assessore Maggi, il confronto non abbia portato a conclusioni soddisfacenti.