Le elezioni regionali in Umbria, previste per il 17 e 18 novembre, vedranno una competizione frammentata, con 9 candidati alla presidenza, 23 liste e 457 candidati in lizza per un totale di soli 20 posti da consigliere regionale. Tra gli esclusi di spicco dal panorama politico di Gubbio ci sono due nomi rilevanti: Filippo Mario Stirati, già sindaco di Gubbio, e Leonardo Nafissi, leader di “Gubbio Futura”. Entrambi sono stati identificati come corresponsabili della sconfitta storica della sinistra alle elezioni comunali di giugno, che ha consegnato la città alla destra per la prima volta in 78 anni.
La loro decisione di non candidarsi alle prossime elezioni regionali è il risultato di dinamiche politiche complesse, in parte legate al contesto locale e in parte alle difficoltà più ampie che sta vivendo la sinistra umbra. Ma come si è arrivati a questa scelta e quali sono le implicazioni per il futuro politico di Gubbio e della sinistra locale?
Esclusione di Stirati e Nafissi e il riflesso della profonda crisi della sinistra in Umbria
L’esclusione di Stirati e Nafissi dalla corsa alle elezioni regionali in Umbria non è solo una scelta personale, ma il riflesso della profonda crisi che la sinistra sta affrontando a Gubbio dopo la sconfitta alle comunali di giugno. Stirati, al secondo mandato come sindaco, aveva portato avanti la coalizione LeD (Liberi e Democratici) con l’obiettivo di consolidare il potere locale e aprire la strada a una possibile presenza regionale. Tuttavia, il suo progetto è crollato con la netta vittoria della destra, che ha spezzato una tradizione quasi secolare di dominio della sinistra nella città.
Il risultato delle comunali ha messo in evidenza profonde divisioni interne alla sinistra eugubina, incapace di presentarsi unita e di mobilitare un elettorato che, storicamente, le era sempre stato favorevole. Stirati ha cercato di difendere il proprio operato, ma le critiche nei suoi confronti, soprattutto da parte degli stessi elettori di sinistra, sono state implacabili. La mancanza di autocritica e l’incapacità di trovare nuove strategie politiche per rigenerare il consenso hanno segnato la fine della sua ambizione politica a livello locale e regionale.
Nel frattempo, Leonardo Nafissi, esponente di spicco del movimento Gubbio Futura, ha tentato di rilanciare il suo ruolo politico dopo la sconfitta, partecipando attivamente alle discussioni interne alla sinistra. Tuttavia, anche lui ha dovuto fare i conti con il peso della sconfitta di giugno, che lo ha visto coinvolto direttamente, e con la necessità di fare un passo indietro per permettere a nuove figure di emergere.
Per Stirati la sconfitta alle comunali ha costituito un vero e proprio colpo fatale alla sua carriera politica
Per Filippo Mario Stirati, la sconfitta alle comunali non è stata solo una battuta d’arresto, ma un vero e proprio colpo fatale alle sue ambizioni politiche. Dopo un secondo mandato difficile, caratterizzato da continue critiche e attacchi, Stirati ha tentato di trovare una via d’uscita attraverso un’alleanza con il Partito Democratico e Stefania Proietti.
Tuttavia, i suoi sforzi di rientrare in gioco a livello regionale sono falliti. LeD, il movimento che aveva fondato per rafforzare la sinistra locale, è praticamente scomparso dalla scena politica, incapace di sopravvivere alla sconfitta elettorale. Stirati, che si era battuto per mantenere il controllo del Comune e puntare poi alla Regione, si è trovato improvvisamente senza appoggi e senza una base elettorale solida.
Il ruolo di Valerio Piergentili, coordinatore di LeD, è stato fortemente criticato per non essere riuscito a garantire spazi né per Stirati né per altri esponenti del movimento. La sconfitta ha trascinato con sé anche figure come Simona Minelli, ex assessore, che sperava di ritagliarsi un ruolo importante a livello regionale, magari come portaborse di Stirati in caso di elezione. Ma con il crollo del progetto politico, anche queste ambizioni sono svanite.
A differenza di Stirati, Leonardo Nafissi ha dimostrato una maggiore capacità di lettura del contesto politico. Fino alla vigilia della chiusura delle liste, Nafissi era uno dei nomi più discussi per una candidatura alle regionali, ma alla fine ha deciso di fare un passo indietro. La sua decisione non è stata solo un atto di rinuncia, ma una mossa politica calcolata, volta a sostenere la candidatura di Jacopo Cicci, giovane esponente di Gubbio Futura.
Nafissi, pur riconoscendo la propria parte di responsabilità nella sconfitta alle comunali, ha compreso che per ricostruire il consenso della sinistra era necessario un rinnovamento delle figure politiche.
Le elezioni regionali in Umbria vedono la figura del giovane Jacopo Cicci come volto nuovo della politica locale
Ha così preferito ritirarsi dalla scena diretta, assumendo il ruolo di “padre nobile” della candidatura di Cicci, sostenuto dai Civici Umbri di Andrea Sisti, sindaco di Spoleto. Questa mossa gli consente di rimanere politicamente attivo, ma senza esporsi in prima persona, lasciando spazio a una nuova generazione di candidati.
Cicci, 37 anni, con pochissima esperienza politica, ha saputo raccogliere 493 preferenze alle comunali, un risultato sorprendente per un volto nuovo della politica locale. Ora, con il sostegno di Nafissi, cercherà di consolidare questo risultato e aumentare il consenso a livello regionale. La sfida per lui sarà quella di dimostrare che Gubbio Futura può ancora essere una forza rilevante nel panorama politico locale e regionale, nonostante la pesante sconfitta di giugno.
La rinuncia di Stirati e Nafissi ha implicazioni significative per il futuro della sinistra non solo a Gubbio, ma in tutta l’Umbria. La mancata partecipazione di due figure di spicco alla corsa regionale riflette la crisi profonda che sta attraversando il centrosinistra nella regione. La sconfitta a Gubbio, un tempo roccaforte della sinistra, ha segnato un punto di non ritorno per una coalizione che non è riuscita a rinnovarsi e a rispondere alle esigenze di un elettorato sempre più frammentato.
Per il Partito Democratico e le altre forze del centrosinistra, la sfida delle regionali sarà quella di ricostruire il consenso perduto, facendo tesoro degli errori commessi a livello locale. Il risultato delle elezioni sarà determinante per capire se il processo di rigenerazione della sinistra umbra potrà finalmente prendere piede o se la frammentazione e le divisioni interne continueranno a minare la sua capacità di competere con una destra sempre più forte e organizzata.