Le elezioni regionali umbre, previste per il 17 novembre 2024 (ancora in attesa di conferma ufficiale), stanno generando un clima politico teso e frenetico, soprattutto a Gubbio, dove le dinamiche interne ai partiti si intrecciano con gli equilibri regionali. La città, storicamente legata alla sinistra, ha vissuto un drastico cambiamento politico con la vittoria del centrodestra dopo ben 78 anni di governo di sinistra. Questo risultato ha messo in evidenza il fallimento delle manovre politiche della coalizione guidata dall’ex sindaco Filippo Mario Stirati, un nome che oggi rimane al centro del dibattito regionale.

Filippo Mario Stirati, ex sindaco di Gubbio, ha giocato un ruolo chiave nel panorama politico locale, ma la sua decisione di sostenere una coalizione di sinistra fortemente divisa è stata vista come una delle cause principali della sconfitta alle elezioni comunali del 2024. Stirati aveva cercato di mantenere unita una coalizione tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico (PD), con l’obiettivo di candidarsi alle prossime elezioni regionali. Tuttavia, questa mossa non ha dato i frutti sperati e ha contribuito alla vittoria del centrodestra e all’elezione del nuovo sindaco di destra, Vittorio Fiorucci.

La strategia di Stirati, orientata a mantenere il controllo politico di Gubbio per rafforzare la sua candidatura regionale, ha portato alla perdita del comune. Questo risultato ha provocato tensioni tra gli alleati di Stirati, che oggi lo considerano politicamente indebolito e lo accusano di aver logorato la candidata alla successione, Alessia Tasso, senza ottenere risultati concreti. La candidatura di Stirati alle regionali appare oggi come una mossa difficile da sostenere, anche per i suoi ex alleati.

Le manovre a sinistra contribuiscono a creare un clima politico teso e frenetico

Se da una parte Stirati ha cercato di mantenere unita una coalizione che si è rivelata inefficace, dall’altra il Movimento 5 Stelle ha già individuato il proprio candidato per le elezioni regionali. Mauro Salciarini, ex consigliere comunale, sarà il volto del Movimento a Gubbio. La sua candidatura rappresenta una risposta alla crisi della sinistra locale, che non è riuscita a presentare un fronte compatto.

Il Partito Democratico, da parte sua, si trova a dover affrontare una situazione altrettanto complessa. Durante un’accesa riunione interna, il PD ha escluso la possibilità di convergere su Stirati o su Leonardo Nafissi, altro candidato considerato politicamente “bruciato” dopo la sconfitta alle elezioni comunali di giugno. La linea del partito sembra essere orientata verso una candidatura “piddina” condivisa, che possa rappresentare l’intero comprensorio eugubino-gualdese.

Tra i nomi che circolano per il PD, spiccano quelli di Gianni Fiorucci, sindacalista della CGIL e fondatore dell’associazione “Gubbio Città Europea”, e Francesca Pinna, ex consigliere comunale e dirigente scolastico. Entrambi i candidati potrebbero essere presi in considerazione per rappresentare il PD alle regionali, anche in virtù del meccanismo della parità di genere che permette di votare sia un uomo sia una donna.

Situazione complessa anche nel centrodestra nonostante le vittorie degli ultimi anni

Anche nel campo del centrodestra, la situazione non è priva di complessità. Il centrodestra ha ottenuto vittorie importanti negli ultimi anni, come le regionali del 2019, le politiche del 2022 e le comunali del 2024 a Gubbio, ma l’unità della coalizione sembra vacillare in vista delle elezioni regionali. Stefano Pascolini, candidato di Fratelli d’Italia, non sembra trovare un sostegno compatto da parte degli altri alleati della coalizione.

In particolare, Gubbio Civica, una lista civica che si colloca nell’orbita del centrodestra, sembra intenzionata a presentare una propria candidatura. Tra i nomi più accreditati vi è quello di Alessandro Brunetti, ex assessore del PD, il che dimostra la fluidità delle alleanze politiche a livello locale. Anche Forza Italia si sta muovendo in modo autonomo, con il nuovo coordinatore Antonio Manzo, proveniente da Fratelli d’Italia, che ha già portato via a quest’ultimo partito il consigliere comunale Chiara Generotti, aprendo una prima crepa nella coalizione di centrodestra.

La Lega, invece, sembra essere meno coinvolta nelle dinamiche locali e guarda a Perugia per le elezioni regionali che non riguarderanno solo Gubbio, ma tutto il comprensorio eugubino-gualdese. Tuttavia, uno dei temi più controversi emersi in questi mesi è l’assenza di candidati eugubini nelle liste per il rinnovo del Consiglio Provinciale.

Il comune di Gubbio, il più esteso della provincia, non avrà rappresentanti né nelle liste del centrosinistra né in quelle del centrodestra. Questo fatto ha suscitato forti critiche da parte dei reggenti del PD e del presidente dell’Unione Comunale, che accusano la maggioranza comunale e i consiglieri di centrosinistra di non aver preso iniziative per garantire la presenza di un candidato eugubino.

Critiche a Massimiliano Presciutti che ha rinunciato alla candidatura

In particolare, le critiche si sono concentrate sul sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che secondo i reggenti del PD avrebbe dovuto farsi carico delle esigenze del comprensorio eugubino-gualdese. Presciutti, che era in corsa per la presidenza del Consiglio Provinciale, ha rinunciato alla candidatura, scatenando un’ondata di polemiche sulla mancanza di rappresentanza per Gubbio in Provincia.

Le elezioni regionali del 2024 in Umbria, con particolare attenzione a Gubbio, rappresentano una sfida complessa per tutte le forze politiche in gioco e creano un clima politico teso. Da una parte, la sinistra e il Movimento 5 Stelle cercano di ricostruire una coalizione vincente dopo la pesante sconfitta alle comunali.

Il futuro politico di Gubbio e del suo comprensorio dipenderà in gran parte da come verranno gestite queste dinamiche nelle prossime settimane. La sfida per Gubbio, una città storicamente legata alla sinistra, è quella di trovare un equilibrio tra il passato politico e le nuove esigenze del territorio, mentre il centrodestra cercherà di consolidare le proprie vittorie recenti in una regione che rimane strategicamente importante per entrambi gli schieramenti.