“Prima voti, poi paghi ma con gli interessi. È un vero ‘pacco elettorale’ quello che ha rifilato la destra ai perugini con i bollettini della tassa sui rifiuti” così il segretario regionale del Partito democratico dell’Umbria Tommaso Bori commenta la tassa sui rifiuti a Perugia.

Bori denuncia, in una nota, il fatto che quasi 50mila nuclei familiari del capoluogo umbro hanno ricevuto i bollettini incompleti della tassa sui rifiuti “mancando una rata e gli aumenti varati dalla Giunta comunale di cui Scoccia – sottolinea – fa parte”.

Ed ecco, dunque, che la TARI diventa argomento di campagna elettorale in vista delle amministrative del Comune di Perugia in calendario per l’8 e il 9 giugno prossimo, che vedono correre cinque candidati sindaco, tra i quali due, in particolar modo, si contendono la poltrona di Palazzo dei Priori.

Si tratta dell’attuale assessore comunale all’Urbanistica Margherita Scoccia, sostenuta dalla coalizione di centrodestra e civici, e Vittoria Ferdinandi, appoggiata dalle forze di centrosinistra che si sono unite nella “Alleanza per la Vittoria”.

Tassa sui rifiuti a Perugia, segretario Pd Tommaso Bori: “La destra nasconde l’aumento, è una truffa elettorale”

Riguardo alla tassa sui rifiuti del Comune di Perugia, il segretario regionale del Partito democratico dell’Umbria Tommaso Bori spiega che “la destra, per nascondere l’aumento del 7,5 per cento che ha deliberato, prima del voto ha stampato, impostato e spedito per un costo di circa 50mila euro, i bollettini con una cifra che appare più bassa“.

Ciò in quanto la cifra compare “senza gli aumenti – dice Bori – che andranno a gravare tutti sulla quarta rata, che arriverà dopo il voto e raddoppierà i costi di invio che saranno sempre pagati degli utenti.”

“È una vera e propria truffa elettorale – dichiara, quindi, il segretario regionale del Pd – perché chi in questi giorni sta pagando, così, pensa di aver pagato l’intera tassa più bassa dello scorso anno”.

“In realtà – puntualizza Tommaso Bori – ne manca una parte e con tanto di aumenti“.

“Il tutto – aggiunge – comporta l’aumento dei costi per la stampa, l’imbustaggio e la spedizione che non saranno pagati dal Comune o dal gestore, ma nei costi della Tari dai cittadini. Gli aumenti si vedranno tutti dopo il voto“.

“Insomma, una sorta di ‘babbo Natale’ all’incontrario – ironizza, infine, il segretario dem – un’illusione ottica per i cittadini che si ritrovano sulle spalle i costi in più della bolletta e quelli di spedizione”.

La replica dell’assessore comunale Cristina Bertinelli

A rispondere alle critiche del segretario regionale del Partito democratico Tommaso Bori sulla tassa sui rifiuti, è l’assessore comunale al Bilancio di Perugia Cristina Bertinelli.

Bertinelli ribadisce che “l’incremento dei Pef Tari ha riguardato tutti i Comuni del sub ambito 2 dell’Umbria, a prescindere dal colore politico, e che, anzi, quello registrato nel Comune di Perugia è il più basso (+6,59%) rispetto a tutti gli altri, che hanno registrato incrementi tra il 7 e l’8,55%, tra cui Magione (7,90%) e Castiglione del Lago (7,93%), restando comunque, al di sotto del tasso di inflazione”.

“Si ricorda, inoltre – ci tiene a precisare l’assessore – che il calcolo delle tariffe viene fatto in base ai costi del servizio integrato dei rifiuti riportati nel piano economico finanziario (Pef), e quantificati sulla base delle rigorose regole stabilite dall’Arera (Autorità reti, energia e ambiente) in base alla legge 27 dicembre 2017, n. 205″.

Bertinelli: “Tassa sui rifiuti non dipende dai Comuni, l’incremento a Perugia è il più basso”

“I Comuni non hanno discrezionalità nel conteggio – continua a spiegare Bertinelli – in quanto i costi dell’anno di riferimento sono stabiliti sulla base dei costi storici consuntivi sostenuti dal gestore e dall’ente nel secondo anno precedente, rivalutati con i tassi di inflazione previsti dall’Autorità (+13,7% circa per il 2024)”.

“A testimonianza di ciò – prosegue – lo scorso aprile, 76 Comuni umbri di diverso orientamento hanno protestato contro questo sistema, sottolineando come esso trasformi gli enti in esattori, impedendo loro, qualsiasi margine di intervento sulla tariffa, anche in virtù della differenziazione dei rifiuti e, quindi, del principio che ‘chi più inquina più paga’”.

“Riguardo, infine, alla rateizzazione della tariffa con il conguaglio a fine anno, è evidente – conclude Cristina Bertinelli – che non si tratti di ‘bollette elettorali’, ma di un sistema reso necessario sia dai tempi troppo ristretti tra l’approvazione delle tariffe in consiglio comunale e l’emissione delle bollette stesse, sia dalla normativa vigente. Un sistema, peraltro già utilizzato in passato”.