Una specie di gioco di società, un Risiko in cui nessuno fa la prima mossa: e così l’election day per le Regionali di autunno resta una chimera. Evocato, raccomandato, persino contabilizzato per evitare sprechi di risorse pubbliche, in vista del varo della manovra e della necessità di rientrare dal deficit. E invece, si va avanti con minuetto tra Governo e le tre Regioni coinvolte: Emilia Romagna, Liguria e Umbria.

Un decreto del Ministero dell’Interno, sentite le Regioni, era atteso alla ripresa dallo stop estivo della politica nazionale. Ma il ministro Piantedosi ha effettuato solo moral suasion verso i governatori o i loro uffici. Chiamate interlocutorie, per cercare di spiegare che sarebbe meglio accorpare. A prescindere dalla paura della maggioranza nazionale di prendersi un sonoro 0-3.

Per individuare la data del voto in Umbria, Emilia Romagna e Liguria sarebbero in corso contatti tra le Regioni e tra queste e il Ministero dell’Interno – fa sapere l’ANSA -. A causa delle questioni tecniche legate alle procedure elettorali, per l’Umbria risulta impraticabile fissare le urne a ottobre. Come la Liguria per la quale quella rappresenta la scadenza limite. La data più probabile resta quindi il 17 novembre, con l’Emilia Romagna. Ma potrebbe essere valutato anche l’1 o il 2 dicembre. La Regione guidata da Donatella Tesei, centrodestra, non ha comunque ancora fissato il giorno del voto“.

Election day per le Regionali, per ora ognun per sé e dal Governo solo raccomandazioni

Che si vada avanti ognun per sé, insomma, è un dato di fatto. O il ministro Matteo Piantedosi prende in mano la situazione, procede con una proposta e trova la quadra, o ci saranno tre appuntamenti distinti con le urne.

In Umbria, Donatella Tesei ha colto la palla al balzo. E continua con la politica del rinvio, senza indire una data per il voto. Magari con la speranza di arrivare a scavallare anche il 2024, se le date dell’1-2 dicembre non saranno imposte per decreto. A Palazzo Donini non è un mistero che si cerchi di guadagnare tempo. I consiglieri di Tesei continuano a sussurrarle all’orecchio che ci vuole qualche settimana in più per comunicare i nuovi provvedimenti sulla sanità. Per accogliere i risultati della riduzione delle liste di attesa. Per mettere il cappello su contributi alle imprese e infrastrutture.

In Emilia Romagna, invece, hanno bollato le “raccomandazioni” di Piantedosi sulle date elettorali come un “teatrino senza precedenti“. La presidente facende funzione, Irene Priolo, ha parlato di “appelli generici“. Accusando Palazzo Chigi di essere “in confusione e di mandare in confusione anche gli elettori su una cosa seria come la data delle elezioni”.

In Liguria hanno fissato la data. 27 e 28 ottobre. Ma le coalizioni, a poco meno di due mesi dall’appuntamento con le urne, non hanno ancora i candidati. Il centrosinistra alle prese con gli strappi tra M5S e renziani, con Orlando del PD che minaccia di chiamarsi fuori. il centrodestra col rebus dei nomi da scegliere tra leghisti, civici e rappresentanti della società civile.

Quadro politico ormai stabile in Umbria: sette i candidati in corsa per Palazzo Donini

Insomma, col Governo che non si mette d’accordo nemmeno sull’election day per le Regionali, anche lo spiraglio per una possibile intesa tra centrodestra e Alternativa Popolare si allontana. Il vertice dei leader di maggioranza avrebbe dovuto discutere anche dell’allargamento della coalizione in Umbria. Un elemento che – al di là della comunicazione – poteva essere decisivo per la maggioranza. Ma dato che gli elementi di discussione sono stati ben altri (dall’Ucraina allo Ius Scholae, passando per la manovra e l’indicazione di Fitto in Europa), la questione è stata stralciata.

E così il quadro politico sembra stabilizzarsi. Perché di tempo per eventuali nuove alleanze ce n’è ben poco. E perché su Donatella Tesei c’è il diktat di Salvini, che non vuole sentir parlare di cambio di cavallo in corsa. A correre per Palazzo Donini, dunque, saranno la presidente uscente con Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Noi Moderati (possibile una lista civica della Presidente a supporto). Il Patto Avanti con Stefania Proietti si porta dietro PD, M5S, Alternativa Verdi e Sinistra, Socialisti, Azione e Italia Viva e poi vari raggruppamenti civici. Stefano Bandecchi correrà da solo, a meno di clamorosi ribaltoni (conseguenti anche al rimpasto di Governo legato alla nomina europea di Fitto) con l’emblema di Alternativa Popolare.
Altri candidati sono Roberto Fiore di Forza Nuova, Moreno Pasquinelli per il Fronte del Dissenso, Marco Rizzo per Umbria Sovrana nel Cuore e Francesco Miroballo per Umbria Autonoma.