Elanain Sharif, cittadino con doppia nazionalità italiana ed egiziana, residente a Terni, si trova detenuto in Egitto dopo essere stato arrestato all’aeroporto del Cairo. Sharif, noto nel settore dell’intrattenimento per adulti con il nome di Sheri Taliani, era atterrato da Roma con la moglie per una breve permanenza nel loro appartamento nella capitale egiziana. L’arresto, avvenuto subito dopo il loro arrivo, è stato accompagnato dal sequestro del passaporto italiano dell’uomo. La vicenda, come ha osservato l’avvocato della famiglia al Corriere dell’Umbria, Alessandro Russo, “ci riporta inevitabilmente ai casi di Regeni e Zaky”.

Sharif, le condizioni di detenzione e intervento della Farnesina

La famiglia ha segnalato condizioni di detenzione precarie: Elanain sarebbe costretto a stare in piedi anche di notte e riceverebbe una quantità di cibo insufficiente. La Farnesina, sin dalle prime ore successive all’arresto, si è attivata per seguire il caso. Ieri un alto rappresentante del Consolato italiano al Cairo ha potuto incontrare Sharif presso una struttura penitenziaria situata nei pressi di Alessandria d’Egitto. “Questo incontro è potuto avvenire grazie all’interessamento, sin dal primo momento, della Farnesina”, ha dichiarato Russo, aggiungendo che il ministero degli Esteri “sta seguendo costantemente l’intera vicenda”.

Accuse legate alla professione

Sulle motivazioni dell’arresto restano ancora poche certezze. Secondo l’avvocato Russo, “la professione che svolgeva Elanain Sharif come pornoattore potrebbe esserne la causa e, in particolare, l’aver diffuso immagini vietate dalle leggi egiziane”. La legge locale, infatti, prevede pene severe per chi pubblica contenuti ritenuti contrari alla morale pubblica. Tra le ipotesi più accreditate vi è quella che alcune immagini diffuse sui social dall’uomo siano state giudicate immorali dalle autorità, configurando un reato punibile con una reclusione compresa tra due e cinque anni.

Il coinvolgimento della famiglia

La madre di Elanain, residente a Foligno, è volata in Egitto per seguire da vicino gli sviluppi, accompagnata dal fratello dell’uomo, che lavora nella polizia egiziana. La donna, in costante contatto con l’ambasciata italiana, ha dichiarato di essere “preoccupatissima, ma questo primo incontro con il Consolato è già una piccola speranza positiva”. La sede diplomatica italiana, in collaborazione con il ministero degli Esteri, mantiene un dialogo continuo con la famiglia per fornire aggiornamenti e supporto.

La detenzione di Elanain Sharif si aggiunge a un quadro già complesso di rapporti tra l’Egitto e l’Italia, segnato da altri episodi controversi. L’impegno delle autorità italiane e il ruolo attivo della Farnesina rappresentano un importante punto di riferimento per la famiglia, che auspica un rapido rilascio del 44enne. “Speriamo di avere al più presto notizie di un suo rilascio”, ha concluso Russo.

Cosa rischia Elanain Sharif

In un Paese dove il controllo sui comportamenti individuali è rigoroso, queste accuse possono portare a pene molto dure. La legge egiziana prevede infatti la reclusione da sei mesi fino a cinque anni per chi pubblica materiale che viola le norme locali sulla moralità. Ma il nodo della questione non riguarda solo le immagini: la normativa consente di perseguire chi utilizza strumenti informatici per associare dati personali a contenuti giudicati immorali o per diffonderli attraverso i social media.

La situazione si complica ulteriormente poiché, in Egitto, le autorità applicano una giurisdizione estesa, perseguendo cittadini anche per azioni compiute al di fuori del territorio nazionale. Se condannato, Sharif rischia una detenzione che potrebbe stravolgere radicalmente la sua esistenza.

A rendere la situazione ancora più angosciante è l’impossibilità di avere certezze sui tempi e sull’esito del processo. Una condanna potrebbe significare anni di detenzione in un sistema penitenziario noto per le sue condizioni spesso al limite della sostenibilità umana. Per Sharif, il rischio non è solo una pena detentiva: è la prospettiva di vedere la propria vita personale e professionale irrimediabilmente travolta.