Il nuovo Rapporto Ecosistema Urbano 2025 di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, fotografa un’Italia urbana in affanno sulla sostenibilità ambientale. La media dei capoluoghi scende al 54,24%, e nessuna città raggiunge la piena sufficienza. Ai vertici si confermano Trento (79,78%) e Mantova (78,74%), seguite da Bergamo (71,82%), mentre al Sud resiste solo Cosenza nella top 20.
In questo quadro, l’Umbria mostra due direzioni opposte: Perugia migliora e si colloca al 38° posto con un punteggio del 59,32%, mentre Terni scivola al 60° posto con il 53,90%. Una forbice di circa sei punti che riflette due modelli di gestione ambientale differenti: Perugia cresce, Terni arretra.
Perugia è tra i capoluoghi italiani di medie dimensioni che segnano i progressi più evidenti. In un solo anno guadagna nove posizioni, passando dal 47° al 38° posto, e aumenta di oltre due punti e mezzo il punteggio complessivo.
Le perdite idriche scendono dal 38,7% al 35,1%, una delle migliori riduzioni a livello nazionale. Il consumo d’acqua diminuisce da 150 a 147 litri al giorno per abitante, segno di una gestione più efficiente.
Anche la raccolta differenziata cresce, passando dal 66,4% al 68,1%, mentre la produzione di rifiuti urbani cala da 518 a 514 kg pro capite. Migliora la qualità dell’aria, con 20 µg/m³ di PM10 e 19 µg/m³ di biossido di azoto, entrambi in lieve calo rispetto al 2023.
Sul fronte della mobilità sostenibile, Perugia compie un piccolo passo avanti: i viaggi pro capite sul trasporto pubblico locale aumentano da 46 a 49 all’anno, le auto circolanti scendono da 79 a 78 ogni 100 abitanti, e le piste ciclabili crescono da 6,9 a 7,2 metri equivalenti per 100 abitanti.
Anche il comparto energia registra segnali incoraggianti, con una potenza fotovoltaica installata su edifici pubblici che passa da 2,86 a 3,07 kW ogni 1.000 abitanti.
Secondo Legambiente, questo miglioramento è legato a “un’efficace gestione del ciclo idrico e dei rifiuti, accompagnata da interventi di efficienza energetica e dalla crescita delle fonti rinnovabili diffuse”.
La situazione è più critica per Terni, che perde sette posizioni e scende dal 53° al 60° posto, con un punteggio del 53,90%, in calo di quasi due punti rispetto al 2024.
Le perdite idriche restano alte al 40%, senza miglioramenti rispetto all’anno precedente, mentre il consumo giornaliero d’acqua cresce da 152 a 155 litri pro capite.
La qualità dell’aria peggiora lievemente, con una media di 23 µg/m³ di PM10, contro i 22 del 2023, e 20 µg/m³ di biossido di azoto.
La mobilità pubblica registra un arretramento netto: i passeggeri trasportati dal TPL scendono da 44 a 39 viaggi all’anno per abitante, e diminuisce anche la rete ciclabile, da 6,2 a 5,8 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Aumenta invece la motorizzazione privata, da 79 a 80 auto ogni 100 residenti.
Restano sostanzialmente stabili gli altri indicatori: la raccolta differenziata cresce di poco (dal 65,5% al 65,9%), la produzione di rifiuti cala da 512 a 505 kg pro capite, e la dotazione di verde urbano rimane a 25,2 m² per abitante.
Sul fronte energia, la potenza fotovoltaica pubblica sale marginalmente da 2,90 a 2,95 kW ogni 1.000 abitanti.
Nel dossier, Legambiente rileva che “in diversi capoluoghi medi, tra cui Terni, la staticità dei parametri ambientali equivale a un arretramento relativo”, poiché molte città analoghe hanno migliorato le proprie performance in mobilità e infrastrutture.
A livello nazionale, smog e rete idrica restano le grandi emergenze urbane. Il numero dei capoluoghi con perdite d’acqua superiori al 50% scende solo da 24 a 20, mentre la media delle piste ciclabili cala a 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti. Diminuiscono anche le isole pedonali e le zone a traffico limitato, mentre cresce il consumo di suolo, aumentato di +6,3 m² per abitante tra il 2018 e il 2023.
Tra i segnali positivi, la raccolta differenziata nazionale supera per la prima volta il 65%, con 15 città oltre l’80%, e cresce il numero medio di passeggeri del trasporto pubblico locale, pur restando lontano dai livelli europei.
Durante la presentazione del rapporto a Roma, Legambiente ha ribadito la necessità di una legge nazionale per la rigenerazione urbana e la stabilizzazione dei bonus edilizi per l’efficienza energetica.
Il presidente Stefano Ciafani ha spiegato che “le città italiane si stanno lentamente trasformando. Sono tanti e visibili i cantieri della transizione ecologica, ma restano troppi i problemi irrisolti, a partire dall’adattamento alla crisi climatica e dal reperimento delle risorse dopo la fine del PNRR”.
Ciafani ha aggiunto che “serve una legge nazionale capace di fermare il consumo di suolo e di rilanciare la rigenerazione urbana come potente strumento di adattamento e mitigazione. La transizione ecologica non si può fermare per paura del cambiamento: le città possono diventare il laboratorio del Clean Industrial Deal europeo, ma dobbiamo crederci di più”.
L’edizione 2025 di Ecosistema Urbano consegna l’immagine di un’Umbria a due velocità: Perugia in crescita, grazie ai progressi su acqua, rifiuti ed energia, e Terni in flessione, penalizzata da una mobilità debole, perdite idriche elevate e un’aria leggermente più inquinata.
Entrambe, tuttavia, si collocano nella fascia media nazionale, dimostrando una resilienza ambientale che può diventare modello se sostenuta da politiche strutturali e investimenti coordinati.
Come sottolinea Legambiente, “il Paese ha bisogno di città sostenibili, resilienti ed efficienti, capaci di mettere davvero al centro la rigenerazione urbana anche per contrastare la crisi climatica”.