11 Nov, 2025 - 15:24

Due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, Bistocchi: “Educazione, affettività e rispetto devono guidare le politiche istituzionali”

Due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, Bistocchi: “Educazione, affettività e rispetto devono guidare le politiche istituzionali”

A due anni dal femminicidio di Giulia Cecchettin, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Sarah Bistocchi, ha rilanciato un appello alle istituzioni e alla società civile, sottolineando la necessità di un impegno concreto nella prevenzione della violenza di genere e nella diffusione di una cultura basata sul rispetto e sulla parità.

"Serve un cambio di passo da chi guida le Istituzioni, non si può avere paura, o peggio ancora il pregiudizio, di educare al rispetto delle differenze, alla sessualità e all'affettività", ha dichiarato la presidente dell’Assemblea Bistocchi, che ricopre anche il ruolo di responsabile del Coordinamento pari opportunità e rappresentanza di genere della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative.

Giulia Cecchettin, due anni dopo: memoria, dolore e impegno contro la violenza sulle donne

"Due anni fa moriva Giulia Cecchettin, con 75 coltellate, inflitte da chi diceva di amarla", ha ricordato la presidente dell’Assemblea. "Un femminicidio efferato - ha aggiunto - avvenuto cinque giorni prima della laurea di Giulia, e del quale noi avremmo avuto contezza solo una settimana dopo. In quel momento la notizia era che Giulia era scomparsa, probabilmente rapita dall’ex fidanzato, ossessionato e violento. Però, che quella storia sarebbe finita in quel modo, in fondo, lo temevamo". Bistocchi ha sottolineato che del femminicidio resta oggi "il ricordo del sorriso di Giulia, le sue frasi, i suoi pensieri. Ma non è solo ricordo, non è solo memoria, è anche impegno, individuale, familiare e collettivo".

Ricordo, resilienza e responsabilità: la Fondazione Cecchettin al servizio delle nuove generazioni

La presidente ha ricordato anche l’impegno del padre di Giulia, Gino Cecchettin, che ha scelto di rinunciare a richiedere una pena maggiore per l’assassino della figlia, privilegiando un percorso costruttivo. "Attraverso la Fondazione", ha spiegato Bistocchi, "si è cercato di trasformare il dolore in un impegno educativo e preventivo, capace di produrre effetti concreti per la collettività e le nuove generazioni".

Educazione e sensibilizzazione come strumenti di contrasto alla cultura della sopraffazione

"Oggi una donna ogni tre giorni muore per mano di chi dovrebbe amarla e proteggerla, ignorando possessività che diventa persecuzione, confondendo amore e violenza", ha denunciato Bistocchi. "Qualcuno ancora parla di delitto passionale, ma le passioni, quelle sane, usano le mani per accarezzare e abbracciare, non per colpire e uccidere".

Le parole della presidente sottolineano l’urgenza di non sottovalutare fenomeni ormai radicati nella società. In Italia, le statistiche confermano come violenza domestica e femminicidi rappresentino emergenze sociali costanti e pervasive, che richiedono interventi mirati e strutturati a più livelli: legislativo, educativo, sociale e preventivo.

Il problema non riguarda solo le istituzioni ma l’intera collettività. La sensibilizzazione dei cittadini, l’educazione al rispetto delle differenze, alla parità di genere e alla gestione sana dei rapporti affettivi sono strumenti indispensabili per contrastare la cultura della violenza e della sopraffazione. Il richiamo è chiaro: prevenire è fondamentale, così come garantire sostegno e protezione alle vittime e punire severamente gli autori dei reati.

Formazione e consapevolezza nelle scuole e nelle istituzioni: la chiave per una società inclusiva e contro ogni forma di discriminazione

Bistocchi ha ribadito come "sia sempre più urgente un cambio di passo, a cominciare da chi ha l’onere e l’onore di rappresentare le Istituzioni: non si può avere paura, o peggio ancora il pregiudizio, di educare al rispetto delle differenze, alla sessualità e all'affettività".

La presidente ha sottolineato che tali principi non devono essere percepiti come divisivi o polarizzanti, ma "dovrebbero essere unitari e fondanti della nostra civiltà", diventando pilastri imprescindibili per costruire una società più inclusiva e rispettosa dei diritti di ogni individuo, con particolare attenzione alle donne e alle nuove generazioni.

Il dolore di Giulia diventa monito: educazione, sensibilizzazione e tutela dei diritti delle donne

Il ricordo di Giulia Cecchettin assume così una duplice valenza: commemorativa ed educativa, un monito a trasformare la memoria in azione concreta. Le istituzioni umbre e la società civile sono chiamate a promuovere percorsi educativi nelle scuole, campagne di sensibilizzazione e politiche efficaci a tutela delle vittime, in conformità alla normativa nazionale e alle direttive europee sul contrasto alla violenza di genere.

"Non possiamo permettere che il dolore di Giulia e di tante altre donne cada nel silenzio", ha concluso Bistocchi, sottolineando come memoria e impegno civile possano costituire strumenti essenziali di prevenzione e di cambiamento culturale.

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Francesco Mastrodicasa
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