Slitta al 12 novembre l’udienza dell’inchiesta sul presunto dossieraggio di Perugia. Il tribunale del Riesame dovrà valutare se accogliere o meno la richiesta della Procura della Repubblica di Perugia per l’arresto domiciliare di due figure centrali nell’indagine: Antonio Laudati, ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, e Pasquale Striano, tenente della Guardia di Finanza. Il rinvio è stato deciso dopo il deposito di nuovi atti da parte del procuratore capo Raffaele Cantone. Atti che potrebbero avere un impatto significativo sull’intera vicenda.

Nuovi sviluppi nell’inchiesta

L’udienza del 24 settembre sul presunto dossieraggio di Perugia si è conclusa con una decisione cruciale: il rinvio della discussione a novembre. Ciò in seguito alla presentazione di ulteriori documenti da parte dell’ufficio diretto da Raffaele Cantone. Gli atti depositati riguardano approfondimenti su numerosi accessi informatici effettuati dal tenente Striano, che secondo l’accusa avrebbe consultato senza autorizzazione le banche dati della Direzione Nazionale Antimafia. Gli accessi, originariamente stimati in circa 30.000 tra il 2021 e il 2022, sarebbero in realtà oltre 230.000 in un periodo compreso tra il 2019 e il 2020.

Questi nuovi dati emergono da una serie di informative presentate dalla Guardia di Finanza e da una nota prodotta dal gruppo SOS della Direzione Nazionale Antimafia, di cui lo stesso Striano faceva parte fino alla sua rimozione nel novembre 2022. Come si legge in un articolo de Il Post, secondo Cantone tali documenti provano un comportamento sistematico e irregolare da parte di Striano, il quale sembra aver scaricato oltre 10.000 file in un solo giorno. Un numero considerevolmente elevato rispetto ai colleghi nello stesso ruolo.

A novembre la nuova udienza sul caso dossieraggio di Perugia

L’indagine sul presunto dossieraggio, avviata in seguito a un esposto del ministro della Difesa Guido Crosetto, mira a far luce sugli accessi illegittimi alle banche dati riservate. Oltre che su un presunto utilizzo di tali informazioni per fini ricattatori. Sebbene non sia ancora del tutto chiaro se tali dati fossero effettivamente destinati a un’attività di dossieraggio, l’accusa ipotizza che Striano e Laudati abbiano utilizzato le informazioni per ottenere dettagli compromettenti su esponenti politici, personaggi pubblici e imprenditori.

La difesa degli indagati, tuttavia, contesta con fermezza le nuove prove. Sostenendo che il deposito degli atti integrativi sia “irrituale” e che tali documenti siano inutilizzabili in giudizio. Secondo gli avvocati le modalità con cui sono stati acquisiti i nuovi atti sollevano dubbi sul loro valore probatorio. Tanto che la loro ammissione sarà oggetto di discussione nella prossima udienza di novembre.

Il ruolo chiave di Raffaele Cantone

Raffaele Cantone, il cui impegno contro la corruzione e il crimine organizzato è rinomato, si trova al centro di questa delicata fase processuale. Il suo ufficio sottolinea come i nuovi atti depositati siano stati pensati per “rafforzare l’impugnazione proposta“, relativa esclusivamente alle esigenze cautelari. La Procura insiste infatti sulla necessità degli arresti domiciliari per evitare che gli indagati possano inquinare ulteriormente le prove.

Cantone ribadisce l’importanza di approfondire la questione degli accessi illeciti, definendo il numero dei documenti scaricati sproporzionato e ingiustificabile. Soprattutto se paragonato a quello degli altri membri del gruppo SOS.

Il 12 novembre sarà quindi una data cruciale per l’evoluzione dell’inchiesta sul dossieraggio a Perugia. In quell’occasione, i giudici del tribunale del Riesame dovranno decidere se accogliere le riserve della difesa sull’ammissione degli atti presentati da Cantone e, soprattutto, se confermare o rigettare la richiesta di arresti domiciliari per Striano e Laudati.