La questione del presunto dossieraggio e l’inchiesta di Perugia che coinvolge l’ex PM Antonio Laudati e il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano sta spaccando la maggioranza di governo. Aprendo in questi giorni un nuovo fronte di alta tensione nella Commissione Antimafia. La riunione dell’Ufficio di presidenza che si terrà domani sarà decisiva poiché il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, intende chiedere audizioni ad hoc per i due principali indagati, nonostante la netta opposizione della presidente della Commissione, l’esponente di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo.
L’inchiesta della procura di Perugia, che ha già visto finire nel registro degli indagati anche un agente dei servizi segreti italiani, continua a far discutere e la pressione politica aumenta. Il procuratore Raffaele Cantone ha lanciato l’allarme: la carenza di personale nella procura sta minando la capacità di portare avanti le indagini in modo tempestivo.
La spaccatura nella maggioranza: Pittalis contro Colosimo
L’inchiesta di Perugia sul presunto dossieraggio di Laudati e Striano, accusati di accessi illeciti a banche dati per raccogliere informazioni riservate su figure di spicco della politica e dell’imprenditoria, si sta trasformando in una questione esplosiva anche sul piano politico. Pietro Pittalis, capogruppo di Forza Italia, ha annunciato che durante la riunione di domani, mercoledì 11 settembre, proporrà ufficialmente la convocazione in audizione dei due indagati. “Stiamo esaminando le carte e riteniamo indispensabile ascoltare sia Laudati che Striano per chiarire aspetti fondamentali dell’inchiesta“, dichiara Pittalis. La sua posizione riflette la volontà del partito di accelerare il processo di chiarimento. Anche a costo di infrangere le consuete prudenze adottate dalla Commissione.
Di tutt’altro avviso Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia e vicina a Fratelli d’Italia, la quale ha invece espresso una linea di cautela. Secondo quanto trapelato, Colosimo sarebbe contraria alle audizioni immediate per evitare interferenze con l’inchiesta in corso della procura di Perugia. Al contrario sosterrebbe che è necessario rispettare il lavoro della magistratura. La sua posizione, però, potrebbe non trovare il consenso di tutti i membri della Commissione e aprire un potenziale conflitto interno.
Dossieraggio Perugia, oltre a Striano e Laudati anche vertici AISE sotto osservazione
La complessità della vicenda è ulteriormente aggravata dal coinvolgimento dei servizi segreti. Un agente dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna), infatti, è finito sotto indagine nell’ambito dell’inchiesta perugina. Alimentando preoccupazioni riguardo a possibili connessioni tra la criminalità organizzata e settori delle istituzioni. Proprio per questo motivo alcuni membri della Commissione, compreso Pittalis, ritengono che sia necessario sentire anche i vertici dell’AISE per chiarire eventuali responsabilità e fare luce sui meccanismi che hanno portato all’accesso abusivo a informazioni sensibili.
Questa ipotesi, tuttavia, è anch’essa motivo di divisione. Mentre Forza Italia spinge per un’inchiesta più ampia, che coinvolga anche l’intelligence, la prudenza prevale tra gli esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega. Il capogruppo leghista Gianluca Cantalamessa ha dichiarato che prima di convocare i vertici dell’AISE sarà necessario esaminare attentamente gli atti per comprendere la portata del coinvolgimento dei servizi.
La denuncia del procuratore Cantone: mancano risorse
A complicare ulteriormente la situazione è l’allarme lanciato dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone. Cantone sottolinea la carenza di personale all’interno della sua procura, un problema che rischia di rallentare l’intera inchiesta. Le criticità nell’organico, secondo il procuratore, non consentono di garantire la continua e tempestiva esecuzione dei servizi dell’Ufficio. Viene messo in evidenza, quindi, come la carenza di personale amministrativo sia un ostacolo significativo al corretto svolgimento delle indagini.
Questo problema ha spinto alcuni esponenti della Commissione Antimafia a richiedere un maggiore intervento diretto da parte della stessa Commissione. Secondo Pittalis, vista la carenza di risorse nella procura, spetterebbe anche alla Commissione intervenire in maniera più attiva nelle indagini. Questa posizione, però, è vista con scetticismo da altri membri che temono un’ingerenza nel lavoro della magistratura e preferirebbero lasciare che sia la procura a portare avanti le indagini in autonomia.
La riunione di domani dell’Ufficio di presidenza della Commissione Antimafia sarà quindi decisiva per capire quale direzione prenderà il caso. Da un lato, la richiesta di Forza Italia di procedere con le audizioni di Laudati e Striano rappresenta una svolta potenzialmente decisiva per l’inchiesta. Dall’altro, la cautela espressa da Chiara Colosimo e dalla sua fazione potrebbe rallentare il processo, in nome di una maggiore prudenza e del rispetto per il lavoro della magistratura.