Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, ha iniziato l’attesa audizione in Commissione Antimafia. Cantone viene ricevuto dal Copasir dopo che ieri era stato ascoltato già Giovanni Melillo, procuratore nazionale Antimafia. Ambedue, visto l’ingrossarsi del caso che si sta montando con l’indagine di Perugia, avevano chiesto un intervento e del Copasir e del Csm.

Dossier Perugia, Cantone parla in audizione: “Ripristinare la verità”

L’audizione di Raffaele Cantone, procuratore di Perugia, inizia con una sorta di monito a tutte le parti: “Ripristinare la verità”. Le sue parole: “Credo ci sia l’esigenza di ripristinare la verità sui fatti che sono stati detti in questa fase, alcuni riportati in modo generico non avendo conosciuto gli atti, e per intervenire a tutela di un’istituzione sacra come la procura nazionale”.

Cantone, proseguendo sul refrain di Melillo, è chiaro sul fatto che il caso sia ben più largo di quanto si possa pensare: “Il mercato delle Sos (segnalazioni di operazioni sospette) non si è fermato e ne abbiamo una prova clamorosa: durante la prima fuga di notizie sui giornali è uscito il riferimento a una Sos riguardante un imprenditore che avrebbe avuto a che fare col ministro della Difesa”.

Poi spiega come il sistema di spionaggio e traffico di informazioni si sia tutt’altro che placato: “Ma quella Sos non era stata vista da Striano. C’era qualcuno che in un momento di massima attenzione sulla vicenda continuava a vendere sottobanco le Sos. Questa indagine è stata trasmessa alla procura di Roma, con cui il rapporto è saldo”.

Migliaia di informazioni vendute

Cantone, poi, ci resituisce l’idea dell’enormità di dati a cui Striano ha fatto illegalmente accesso. Le sue parole: “Il sottotenente Striano in quattro anni ha consultato 4.124 Sos, un numero spropositato, e scaricato 33.528 file dalla banca dati della Dna. Questo numero enorme di atti scaricati dalla Procura nazionale antimafia che fine ha fatto? E quanti di questi dati possono essere utili”.

Mostruosi. Questo l’aggettivo utilizzato da Cantone per descrivere il quadro dei dati e delle informazioni carpite e passata a terzi. Le sue emblematiche parole: “Condivido integralmente le parole del procuratore antimafia 8 (Giovanni Melillo, ndr), sul fatto che i numeri lasciano pensare ci sia altro dietro. I numeri inquietano perché sono davvero mostruosi“.

La fuga di notizie

Raffaele Cantone si è poi detto preoccupato per la fuga di notizie che ha caratterizzato questi giorni di indagini. Una fuga che – ha detto – sta danneggiando l’indagine di Perugia. Le sue parole: “Questa è la seconda fuga di notizie in questa inchiesta. Però ancora non abbiamo capito chi e come questa notizia l’ha fatta uscire, danneggiando l’indagine”.

Poi aggiunge: Non mi occupo di bolle di sapone. E chi parla di bolle di sapone ne risponderà nelle sedi giuste. Esiste un limite a tutto, se non si conoscono gli atti non si può esprime giudizio”. E ancora: “C’è l’esigenza di una serie di strumenti come delle infrastrutture telematiche giudiziarie e vorrei ricordarlo in un momento nel quale con grandissima fatica ci stiamo avviando al processo telematico. L’associazione a delinquere? Io sono molto rigoroso sulla contestazione di questa ipotesi di reato. In questo caso non c’è un nucleo strutturato ma un soggetto che agisce per una pluralità di soggetti, si mette a loro disposizione ma opera in una logica assolutamente individuale”.

Il ringraziamento a Crosetto

Tra i personaggi pubblici spiati c’è il Ministro della Difesa, Guido Crosetto. Su di lui sono uscite anche delle inchieste giornalistiche con un numero di dettagli molto elevato, è questo uno dei campanelli d’allarme che ha fatto scattare la procura. Cantone ha detto: “Ho sentito due volte il ministro Crosetto, che va ringraziato per la scelta di rivolgersi all’autorità giudiziaria consentendo così di scoprire quello che è un vero e proprio verminaio”.

Striano ha cancellato le fonti?

Cantone, poi, ha spiegato che: “I nostri consulenti informatici ci hanno spiegato che è possibile cancellare dati registrati sui device, e noi crediamo che in questo caso la cancellazione ci sia stata: nel telefono di Striano abbiamo trovato chat con giornalisti ma senza messaggi. Non solo – ha aggiunto il procuratore – nel pc di Striano abbiamo trovato molte email di anni precedenti, ma non quelle attuali”.