A San Giustino, piccolo centro della provincia di Perugia, un 48enne sottoposto agli arresti domiciliari per violenze nei confronti della madre è stato trovato fuori dalla propria abitazione durante un controllo dei Carabinieri. Questo episodio mette in luce una doppia emergenza: da un lato, la difficoltà di garantire l’efficacia delle misure alternative al carcere; dall’altro, la crescita preoccupante dei casi di violenza domestica in Umbria, come evidenziato dai dati ISTAT.

Perugia, 48enne evade dai domiciliari: le dinamiche

Il 48enne, già noto alle autorità per episodi di violenza familiare, era stato posto agli arresti domiciliari come misura cautelare. Durante un controllo di routine da parte dei Carabinieri, l’uomo è risultato assente dalla propria abitazione. Le forze dell’ordine hanno immediatamente avviato le ricerche, rintracciandolo poco dopo al di fuori del suo comune di residenza.

Trasportato in caserma, il 48enne è stato sottoposto a un nuovo provvedimento restrittivo. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato nuovamente assegnato ai domiciliari, ma con un incremento delle misure di controllo e delle limitazioni. Questo caso sottolinea l’importanza di un monitoraggio rigoroso per evitare ulteriori violazioni e garantire la sicurezza delle vittime.

Che cosa sono gli arresti domiciliari

Gli arresti domiciliari rappresentano una misura cautelare prevista dal sistema giudiziario italiano, applicata per limitare la libertà di movimento di una persona accusata di reati, ma non ancora condannata in via definitiva. Si tratta di una misura alternativa al carcere che consente all’indagato di rimanere nella propria abitazione, salvo esplicite autorizzazioni dell’autorità giudiziaria per spostamenti limitati, come motivi di lavoro o salute.

Per garantire il rispetto della misura, le forze dell’ordine effettuano controlli periodici presso l’abitazione del soggetto sottoposto ai domiciliari. La violazione di queste restrizioni è considerata un reato e può portare a provvedimenti più severi, come la detenzione in carcere. L’efficacia degli arresti domiciliari dipende in larga parte dalla frequenza e dalla puntualità dei controlli, nonché dalla collaborazione del soggetto interessato.

Questa misura è spesso utilizzata per alleggerire il carico delle strutture carcerarie e offrire una soluzione meno afflittiva per reati di minore entità. Episodi come quello di San Giustino evidenziano le criticità del sistema, che necessita di ulteriori risorse e strumenti tecnologici per un controllo più efficace.

Violenza sulle donne in Umbria: un fenomeno in crescita

L’evasione del 48enne riaccende i riflettori sul tema della violenza domestica, una piaga sociale che in Umbria sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti. Secondo i dati ISTAT relativi al periodo 2013-2023, il numero di chiamate al numero antiviolenza 1522 è in costante aumento. Nel 2021, l’Umbria ha registrato un tasso di 1,99 chiamate per 10.000 abitanti, in crescita rispetto all’1,18 del 2019.
In particolare, la provincia di Perugia è passata da 1,25 a 1,97 chiamate, mentre Terni ha visto un raddoppio da 0,98 a 2 nello stesso periodo. Questo incremento è stato attribuito, almeno in parte, agli effetti della pandemia da Covid-19, che ha intensificato la convivenza forzata tra le vittime e i loro aggressori.
Tra il 2022 e il 2023, i numeri continuano a salire: Perugia ha registrato un aumento del tasso di chiamate da 1,78 a 2,38, mentre in tutta l’Umbria si è passati da 1,79 a 2,34. Anche Terni non è esente da questa tendenza, con un incremento da 1,79 a 2,07.
Dietro questi numeri si celano storie di sofferenza e di paura, ma anche di coraggio e di denuncia. Le campagne di sensibilizzazione e una maggiore consapevolezza del fenomeno sembrano aver favorito l’emersione di casi che in passato sarebbero rimasti sommersi. Il dato più allarmante riguarda i processi per violenza domestica. Nel 2023, la Corte d’Appello di Perugia ha trattato circa 136 casi, segno di una problematica che non accenna a diminuire.