Dopo aver esplorato i principali primi piatti della tradizione umbra e i ricchi secondi a base di carne, oggi è il turno dei dessert: i dolci dell’Umbria più invitanti e irresistibili, perfetti per concludere il nostro pranzo o la nostra cena con una nota di dolcezza.

Ma quali sono i dolci più rappresentativi della tradizione umbra? Naturalmente, il gusto è una questione personale, e ognuno ha le proprie preferenze. Oggi, però, voglio condividere con voi i quattro dessert umbri da me preferiti, che considero tra i più iconici. Non solo per il loro sapore unico, ma perché ciascuno porta con sé una storia, un frammento di tradizione che li rende davvero speciali.

Il Pampepato: un simbolo della tradizione ternana

Il Pampepato è un dolce natalizio intriso di storia e simbolismo, tra i più rappresentativi e deliziosi della tradizione umbra. Nato intorno al XVI secolo, con le prime ricette scritte risalenti all’Ottocento, questo dolce si distingue per l’uso di spezie, miele, frutta secca e cioccolato, ingredienti che gli conferiscono un sapore deciso e leggermente piccante, intensificato dalla presenza del pepe nero da cui prende il nome.

La sua consistenza densa lo rende perfetto per essere gustato a fine pasto, specialmente in inverno, accompagnato da un buon liquore. È un dolce che trova il suo posto ideale sulle tavole natalizie, condiviso con la famiglia in momenti di convivialità.

Il Torcolo di San Costanzo: è già arrivato il 29 gennaio?

Tra i simboli più autentici della tradizione culinaria umbra, non potevo fare a meno di soffermarmi su uno dei dolci che più rappresenta la ricchezza di questa terra e ne racchiude, in ogni aroma e sfumatura di sapore, tutta la sua storia. Parlo del Torcolo di San Costanzo, un dolce profondamente legato alla festività dedicata a San Costanzo, primo Vescovo di Perugia e uno dei principali Santi Protettori della città.

Tradizionalmente preparato il 29 gennaio, giorno della celebrazione del santo, il Torcolo di San Costanzo è una sorta di ciambellone semi-morbido che colpisce per la sua semplicità e quella degli ingredienti impiegati per la sua preparazione: farina, uvetta, pinoli, canditi e un intenso profumo di anice. Il risultato è un impasto soffice e profumato che evoca i sapori genuini e i ricordi della tradizione, che lo rendono il dolce perfetto per onorare questo momento di festa.

La Ciaramicola: Perugia si fa dolce

Tra i dolci più rappresentativi della tradizione umbra e legati a una storia antica, la Ciaramicola occupa un posto speciale. Questo dolce tipico, le cui origini risalgono al XV secolo, viene menzionato per la prima volta in un testo di cucina umbro che ne attesta la presenza a Gubbio già nel 1431. Il nome, “Ciaramicola,” sembra derivare da “ciarapica,” termine dialettale per la cinciallegra, un piccolo uccello colorato il cui canto annuncia la primavera, oppure dalla parola “ciara,” che richiama la copertura chiara del dolce, fatta di albumi montati a neve.

Tradizionalmente preparata nel perugino per le festività pasquali, la Ciaramicola si presenta come un grande ciambellone di colore rosato, ottenuto grazie all’aggiunta dell’Alchermes. La sua superficie è decorata con una glassa bianca e confetti colorati, un omaggio simbolico alla Resurrezione di Cristo. Persino i colori stessi del dolce richiamano le tonalità dello stemma di Perugia, sottolineando un ulteriore legame con la cultura e l’identità di questa terra.

La Rocciata: Il dolce tipico di Assisi e Spello

Tradizionalmente preparata durante le festività invernali, inclusa l’imminente festa di tutti i Santi, la Rocciata è un dolce tipico dell’Umbria, particolarmente diffuso ad Assisi, Spello, Foligno, Bevagna e Cannara. Le sue radici risalgono a tempi antichi, probabilmente al periodo delle invasioni dei popoli nordici; si ipotizza infatti che i Longobardi, stabilitisi a Spoleto con il Ducato, abbiano introdotto alcuni elementi che ritroviamo in questo dolce. Non sorprende, quindi, che la Rocciata presenti somiglianze e analogie con lo Strudel.

Per forma e consistenza, la Rocciata ricorda molto lo Strudel, ma si distingue per un ripieno differente, caratterizzato da un invitante mix di mele, noci, uvetta, pinoli, fichi secchi e spezie tra cui la cannella. A seconda della zona in cui ci si trova, possono comparire varianti con mosto cotto o cacao, aggiungendo note aromatiche uniche che rendono il gusto al palato ancora più unico. La sfoglia che avvolge questo ricco ripieno è sottile e croccante, ottenuta da un impasto semplice di farina, olio e acqua, che una volta arrotolato viene cotto al forno fino a raggiungere una doratura perfetta.

Come gli altri dolci della tradizione umbra, anche la Rocciata è un simbolo di abbondanza e condivisione, valori che rappresentano l’essenza della convivialità a tavola in Umbria.