L’Umbria propone diverse specialità enogastronomiche, in particolare nel mondo dei dolci, per il periodo di Carnevale. Ogni dolce in questa regione rimanda a ingredienti dal grande sapore e tecniche artigianali tramandate di generazione in generazione.

In questo articolo si cercherà di fornire cinque dei dolci più rappresentativi della tradizione umbra, per prepararsi al meglio al periodo carnevalesco.

Quali dolci si mangiano a Carnevale in Umbria?

Tanti luoghi da visitare a Carnevale ma anche tante specialità dolciarie da gustare in Umbria. Doveroso partire dagli Strufoli umbri, dolce diffusissimo in tutta la Regione, da non confondere con lo struffolo napoletano (diverso nella preparazione e dolce natalizio).

In alcune zone dell’Umbria vengono chiamati anche castagnole e in passato erano fritti nello strutto. Gli strufoli sono delle piccole e deliziose palline fritte realizzate con semplici ingredienti e ricoperte da miele, oppure da alchermes e zucchero a velo. Per prepararsi alle restrizioni, con l’entrata della Quaresima, questi dolci venivano consumati entro la mezzanotte di martedì grasso.

Ingrediente principale è il miele ma un segreto presente in molte preparazioni è un bicchierino di mistrà, che può essere sostituito da altri liquori sempre all’anice, oppure di altra natura se si vuole dare agli strufoli un aroma più particolare. In alcune versioni, gli strufoli vengono arricchiti con scorza d’arancia o limone, conferendo un gusto fresco e aromatico.

Le Chiacchiere o Frappe

Impossibile non pensare al Carnevale e non associare la mente alle Chiacchiere, dette anche Frappe. Piatto tipico in tutt’Italia ma la tradizione vale anche in Umbria. L’origine di questo dolce tipico del periodo di carnevale sembra risalire ai Saturnalia, una festa romana dedicata al dio Saturno caratterizzata da ricchi banchetti e da scambi di doni.

La forma è la cosa più caratteristica di questo dolce che, da semplici striscioline di pasta, si può trasformare in nodi, fiocchi e farfalle. Uova, farina, burro e zucchero gli ingredienti principali di una pasta da friggere, come vuole la tradizione, oppure cuocere al forno per una versione più leggera. Miele, e zucchero a velo possono impreziosire il piatto e quasi a incarnare lo spirito del Carnevale.

La Cicerchiata

Altro dolce tipico per il Carnevale in Umbria è rappresentato dalla Cicerchiata, il cui nome deriva dalle cicerchie, i legumi protagonisti di ottime zuppe contadine regionali. Questo dolce ricorda gli struffoli natalizi del sud Italia, da cui si differenzia non solo per il periodo in cui viene consumato, ma anche per la caratteristica forma.

Nel centro Italia, la Cicerchiata assume la forma di un cerchio, con alcune lingue di zucchero come decorazione. Tante minuscole palline colorate, ricoperte di miele tutte da gustare. Possono essere impreziosite da ingredienti decorativi come mandorle a lamelle, canditi o buccia d’arancia grattugiata.

La Crescionda spoletina

Quarto consiglio è la Crescionda, dolce tipico della tradizione umbra marchigiana ma che un vero e proprio must a Spoleto. Un dolce particolare per la sua consistenza, in quanto l’impasto è uno, ma che in cottura vedrà formare tre strati, uno soffice all’amaretto, uno simile ad un budino e uno al cioccolato.

Il nome deriva da “crescia unta”, ovvero “focaccia oleosa”– per la sua consistenza morbida e l’aspetto lucido. Ogni famiglia di Spoleto ne conserva una ricetta ‘personalizzata’ e segreta di questo dolce. Una tipicità dolciaria propria del Carnevale spoletino, ma che di questi tempi viene preparata in ogni periodo dell’anno.

La Cialda di Marsciano

Per chiudere, ecco il dolce tipico del Carnevale di Marsciano, la Cialda, forse l’unico dolce carnevalesco che non viene fritto. Si tratta di una ricetta dalle origini antiche e suggestive. Si racconta che intorno al 1600, si diffuse l’usanza di raccogliere offerte in denaro e in generi alimentari da destinare per i fondi per celebrare le messe in suffragio delle anime del Purgatorio.

Una parte di quanto raccolto veniva destinata a fare le cialde da distribuire alla popolazione durante il Carnevale. Ancora oggi, il procedimento per realizzare le cialde è molto simile a quello di cinquecento anni fa e richiede una grande esperienza, oltre a una notevole manualità.