Via libera alla Camera alla proposta di legge sui teatri riconosciuti monumento nazionale. Ma in Umbria ne mancano alcuni.  Sono oltre 400 i teatri italiani definiti “monumento nazionale”, di cui 12 in Umbria, anche se nella nostra regione ne mancano alcuni. È quanto contenuto nella proposta di legge approvata dalla Camera dei Deputati in procinto di approdare ora al Senato.

Un provvedimento che allo stato attuale appare però più simbolico che altro, visto che, almeno al momento, l’approvazione dell’elenco non è accompagnata dallo stanziamento di finanziamenti speciali.

La proposta di legge ora al Senato

La proposta di legge (approvata con 172 voti favorevoli, 46 contrari e 65 astenuti), è stata fortemente modificata in aula: dai 46 teatri previsti inizialmente ne sono stati indicati addirittura 408.

Per quanto riguarda l’Umbria, salvo modifiche da parte del Senato, i teatri che otterranno la qualifica di monumento nazionale sono 12: insieme al Teatro comunale Luca Ronconi di Gubbio si trovano anche il Teatro Morlacchi di Perugia, Teatro Caio Melisso di Spoleto, Teatro degli illuminati di Città di Castello, Teatro Mengoni di Magione, Teatro della Filarmonica di Corciano, Teatro comunale di Todi, Teatro Concordia di Marsciano, Teatro Caporali di Panicale, Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino, Teatro Excelsior di Bettona, Teatro comunale Giuseppe Manini di Narni.

Le critiche delle opposizioni

La proposta di legge ha però ricevuto diverse critiche da parte delle opposizioni e in particolare del Movimento 5 stelle.

Per l’Umbria, la deputata Emma Pavanelli contesta l’esclusione di teatri unici al mondo, come il teatro della Concordia di Monte Castello di Vibio, “il più piccolo al mondo“.  

“Dopo un anno e mezzo di governo, – evidenzia Pavanelli – il centrodestra sembra finalmente essersi ricordato della cultura. Peccato che lo abbia fatto nel modo meno edificante e cioè con una proposta di legge di dubbia efficacia giunta oggi alla Camera, destinata ad attribuire ad alcuni teatri italiani il riconoscimento di monumenti nazionali. Un titolo assegnato in assenza di criteri logici e ovviamente senza stanziamento di risorse. In sostanza, l’ennesimo titolo vuoto e privo di vantaggi, ideato probabilmente per essere la solita marchetta pre-elettorale. Il risultato è che soltanto pochi teatri della Regione Umbria sono riusciti a entrare in lista”.

Un plauso invece arriva dal commissario straordinario alla ricostruzione post sisma, Guido Castelli, che è anche senatore di Fratelli d’Italia.

“La Camera dei deputati ha appena approvato il testo unificato delle proposte volte a dichiarare i teatri italiani monumento nazionale. Alcuni di questi si trovano nei territori del sisma 2016”.

“Si tratta di luoghi unici per storia – continua Castelli – bellezza e valore artistico che contribuiscono in modo fondamentale ad arricchire l’offerta culturale delle città del Centro Italia.”.

Il Luca Ronconi, fra i teatri riconosciuti monumento nazionale

Il Teatro Luca Ronconi di Gubbio ha una lunga e travagliata storia. Fu progettato da un’Accademia di nobili eugubini, costituita appositamente per tale scopo, iniziò a promuovere e finanziare la costruzione di un teatro, a partire dal 1713.

Di dimensioni più contenute rispetto a quelle attuali, l’edificio fu inaugurato nel corso del carnevale del 1738. Ben presto, tuttavia, si manifestarono problemi strutturali, che, a partire dal 1840, portarono a una serie di lavori di consolidamento, tra i quali l’inversione della platea e del palcoscenico, la realizzazione di un atrio e di locali annessi, nonché l’erezione di una facciata, che si protrassero per circa quarant’anni.

Il teatro nuovo fu poi inaugurato nel 1862, dopo che i principali artisti eugubini del tempo si prodigarono nella creazione di decori, finiture e arredi. Tra questi, occorre ricordare le decorazioni della sala di Raffaele Antonioli, nonché la lumiera in metallo dorato con pendenti in cristallo di Boemia.

Dichiarato inagibile nel 1961, il restauro partì nel 1975. Il 24 marzo 1985, è stato poi riaperto al pubblico.