Ricorre come ogni anno, il 15 marzo, la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla dedicata ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Sono 22mila in Umbria le persone che soffrono di disturbi alimentari e una buona parte di loro sono bambini e adolescenti. Un dato a dir poco preoccupante, specialmente se si considera il fatto che questi sono i numeri di cui i professionisti del settore vengono a conoscenza a seguito di esplicite richieste di aiuto da parte dei pazienti.

Ciò significa che a soffrire della patologia, sempre più grave e diffusa sul territorio nazionale, potrebbero essere addirittura molti più cittadini, i quali non hanno ancora avuto il coraggio, l’opportunità, gli strumenti o la presa di consapevolezza del proprio status di salute per rivolgersi ai centri specializzati per la prevenzione e il contrasto ai Dca.

La nostra regione è rinomata per ospitare sul territorio un’importante rete sanitaria che fa capo alla Usl Umbria 1, tra le più antiche in Italia essendo stata avviata nel 2003, che si compone di ben quattro strutture: Palazzo Francisci e Il nido della Rondine a Todi, dedicate al trattamento di anoressia e bulimia under 14 e in età adulta, il centro DAI di Città della Pieve incentrato sull’obesità e il centro ambulatoriale Dca di Umbertide istituito nel 2013. Eppure, data la maggiore rilevanza che la malattia sta assumendo negli ultimi anni, ulteriori realtà si stanno consolidando per offrire un supporto multidisciplinare ai pazienti. Tra questi, a Perugia, c’è il Centro Dietetico Umbro. Ce ne parla, in esclusiva a Tag24 Umbria, la dietista Benedetta Morlupi.

Disturbi alimentari, parola all’esperta Morlupi

Qual è il quadro attuale sui disturbi alimentari? Dati alla mano.

I Disturbi correlati all’alimentazione – in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata anche noto come “binge eating” – sono un problema in crescita. I dati confermano un aumento della patologia di quasi il 40% rispetto al 2019, e ci dimostrano un ulteriore abbassamento dell’età di esordio visto che il 30% della popolazione ammalata è sotto i 14 anni. Senza dimenticare una maggiore diffusione del fenomeno nella popolazione maschile, che nella fascia tra i 12 e 17 anni riguarda 10%“.

Come si consiglia di intervenire?

L’esperienza maturata dai professionisti del settore evidenzia l’importanza di prevedere un intervento precoce che sia strutturato e si avvalga della collaborazione di diverse figure professionali (psicologo, dietista, psichiatra, medico specializzato…) all’interno di un percorso multidisciplinare in equipe in modo da evitare che la persona venga esposta al rischio di interventi frammentari, che ne parcellizzino la storia personale, evolutiva e di disagio, al fine di consentire, invece, una presa in carico complessa ed integrata che garantisca risposte tempestive“.

Quali sono i principali campanelli d’allarme sull’innesto della patologia?

“La diagnosi precoce è fondamentale laddove arrivano i primi segnali di disagio. Tra i principali abbiamo la distorsione dell’immagine corporea, il controllo sui pasti eccessivi, il conteggio calorico, l’isolamento sociale, le restrizioni caloriche o viceversa le abbuffate, nonché l’ossessione ed eccessiva preoccupazione relativa al cibo e a corpo. Per questo motivo, è necessaria la collaborazione dei familiari per la cura; a livello nutrizionale è importante una rieducazione alimentare graduale e concordata con il paziente”.

Raccontaci la storia del Centro Dietetico Umbro. 

Il Centro Dietetico Umbro è stato fondato dalle dietiste Ambrosi Paola e Gagliardini Carla nel 1979 per rispondere alla domanda dei pazienti di avere un servizio personalizzato ed una educazione alla corretta alimentazione per i sani e per i malati. Inizialmente il Centro era costituito da Medico Specialista in Scienza dell’alimentazione e dietiste. Nel tempo il Centro si è arricchito di più figure professionali sanitarie; in particolare psicoterapeuti, che sono diventate fondamentali per effettuare terapie multidisciplinari integrate come quelle previste dalle Linee Guida per il trattamento dei disturbi alimentari. Non mancano collaborazioni con i medici di famiglia, i personal trainer oppure gli insegnanti di fitness, per esempio istruttori di nordic walking“.

Qual’è il vostro obiettivo? 

La mission dei professionisti del Centro è quella di agire per il bene del paziente. In altre parole, mettere la persona al centro del trattamento rispettando i suoi valori, i suoi tempi e fornendo sempre informazioni che si basano su evidenze scientifiche. Tra i progetti futuri c’è sicuramente l’ampliamento dei servizi per predisporre la possibilità di partecipare a laboratori di cucina per imparare a cucinare pasti corretti e a vivere con serenità e libertà l’alimentazione. Inoltre, all’esterno del Centro, continueranno i vari corsi intrapresi da qualche anno, ciascuno inerente a una diversa fase della vita…menopausa, adolescenza, gravidanza“.