Nonostante le numerose politiche in corso a tutela della risorsa, la dispersione idrica in Umbria rimane un problema da risolvere.
Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, in Umbria la spesa media annuale di una famiglia in bollette dell’acqua è pari a 594 euro, rispetto alla media nazionale di 478 euro. Il quadro è particolarmente preoccupante nella provincia di Terni, dove la spesa per l’acqua delle famiglie è superiore a quella di Perugia, con un valore di 613 euro contro 576.
Per ridurre le perdite e migliorare l’efficienza della rete idrica in Umbria, sono stati, pertanto, finanziati diversi progetti, per un ammontare di 130 milioni di euro, con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Dispersione idrica, i dati Istat in Italia
Dati rilevanti sul fenomeno della dispersione idrica in Umbria sono stati raccolti da Istat, che ogni anno, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra il 22 marzo, pubblica un approfondimento tematico utile a offrire all’utente una lettura integrata delle statistiche sulle acque con riferimento agli aspetti legati al territorio e alla popolazione.
Partendo dal quadro nazionale, nel 2022, che è l’anno oggetto della ricerca dell’istituto, in Italia l’acqua dispersa nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile riesce a soddisfare le esigenze idriche di 43,4 milioni di persone per un intero anno. L’Italia risulta, quindi, il terzo paese in Europa per il prelievo di acqua potabile per abitante.
Guardando ora al livello regionale, in Umbria, nel 2022, l’acqua prelevata pro-capite per uso potabile – misurata in litri per abitante al giorno – si mostra pari a 349. Questo valore pone la regione umbra quinta nella graduatoria crescente che vede al primo posto la Puglia come regione più virtuosa (110) e all’ultimo posto, invece, il Molise (2.160). Il valore della ripartizione Centro, inoltre, è decisamente più alto di quello dell’Umbria (425) e pressoché uguale a quello medio nazionale (424).
Le perdite idriche nelle reti comunali
Con riguardo alla dispersione idrica in Umbria in ambito cittadino, e non più soltanto familiare, nel 2022, la percentuale delle perdite idriche nelle reti comunali sul volume immesso in rete è pari al 49,7%. Si tratta di un valore molto elevato che porta la regione al sedicesimo posto nell’ordinamento crescente dell’indicatore.
In cima alla classifica, con la performance migliore, si trova la Provincia Autonoma di Bolzano con il 28,8%, mentre chiude l’elenco in Italia la Basilicata con il 65,5% di perdite idriche totali. La ripartizione Centro fa registrare il valore del 43,9%, significativamente inferiore a quello umbro e di poco superiore a quello medio italiano (42,4%).
Se si osserva la ripartizione percentuale del grado di soddisfazione delle famiglie allacciate alla rete idrica comunale, emerge che, nel 2023, in Umbra il 16,2% delle famiglie è molto soddisfatto del servizio, nel Centro il 17,4%, in Italia il 21,5%. Andando a sommare le percentuali delle persone molto soddisfatte e di quelle abbastanza soddisfatte, si ottiene poi il valore dell’88,9% in Umbria, l’86,2% al Centro e l’86,4% in Italia. Di conseguenza, la quota percentuale delle persone poco o per niente soddisfatte è molto ridotta e il dato umbro si posiziona al di sotto alla media nazionale (8,8% contro 10,9%).
In Umbria non c’è fiducia nell’acqua
La percentuale di famiglie che lamentano irregolarità nell’acqua, nel 2023, è esigua e compresa tra il 6,2% dell’Umbria e l’8,9% dell’Italia; nel Centro si registra un valore intermedio pari a 7,6%.
Diversa è la situazione relativa al livello di fiducia verso la qualità dell’acqua del rubinetto: l’Umbria è infatti la regione italiana che fa registrare la percentuale più alta delle persone che non si fidano di bere l’acqua del rubinetto, con ben il 31,4%; nel Centro e in Italia, invece, i valori sono inferiori al 30%, rispettivamente 28,3% e 28,8%.
Senza dimenticare il fatto che in Umbria, nel 2023, la percentuale di cittadini – dai 24 anni d’età in sù -che dichiarano l’inquinamento delle acque tra i cinque problemi ambientali più rilevanti è pari al 33,9%; nel Centro è al 37,8%, in Italia al 38%.
L’effetto serra, nella fattispecie, è la problematica percepita come più importante; viceversa, il dissesto idrologico è quello considerato relativamente meno allarmante.