Discarica AST, Mascia Aniello – assessora all’ambiente e ambientalista della giunta Bandecchi- vota contro. Ma l’atto passa e sancisce l’accordo tra Palazzo Spada e viale Brin. È la cronaca di un pomeriggio caldo in Comune, dove si sono fronteggiate due diverse impostazioni divergenti. Quella più intransigente, da “guerriera del verde” dell’assessora proveniente da un passato politico nel Movimento 5 Stelle. E quella trattativista dell’ex sindacalista Sergio Cardinali, da pochi mesi alla guida dello sviluppo economico. Proprio lui, accanto al sindaco Bandecchi, aveva preso parte all’ultimo tavolo tecnico al ministero delle Imprese, dove era arrivato il timbro politico sul Protocollo d’Intesa approdato ieri in Giunta.
Il sindaco Bandecchi, d’altronde, aveva sigillato il patto con Arvedi AST. Un patto in nome delle condizioni migliorative di carattere ambientale garantite dall’impegno a presentare un nuovo progetto. Prima era arrivato il post su Instagram del vicesindaco Corridore, e poi l’intervista del primo cittadino rilasciata in esclusiva a Tag24 Umbria, che per prima aveva dato la notizia dell’accordo. Oggi il “gran rifiuto” di Aniello, che però lascia spiragli aperti di ricomposizione, usando parole al miele proprio per il sindaco.
Discarica AST, le ragioni del “niet” di Mascia Aniello
L’assessora ha diffuso, subito dopo la giunta, un lungo comunicato. In cui argomenta le ragioni della sua contrarietà al protocollo d’intesa sottoscritto con l’acciaieria.
“Ringrazio il Sindaco Stefano Bandecchi – attacca la nota – per aver reclamato, dopo oltre un secolo di catastrofico laissez faire, importanti misure ambientali. L’applicazione di nuovi materiali impermeabilizzanti, di coperture e di più efficaci misure di confinamento dei rifiuti industriali rispetto al disastro ecologico di sempre. Gli esprimo inoltre viva riconoscenza per l’esigere dall’azienda, per la prima volta, tecniche di inertizzazione dei fanghi già operative altrove nel mondo. Come opportunamente anticipato allo stesso sindaco, ho tuttavia segnalato non solo l’irritualità metodologica: prima la delibera e poi il progetto. Ma anche come la delibera sia stata composta in modo incongruo, senza nemmeno tener conto dei limiti tecnici del vecchio progetto. Limiti già evidenziati ufficialmente dallo stesso assessorato comunale all’Ambiente in sede ministeriale“.
Secondo l’assessora Aniello, mancano puntuali certezze sul fronte ambientale, perché non esiste un piano aggiornato in conformità alle “sacrosante richieste tecniche volute dal Sindaco“. E, di conseguenza, è arrivato il voto contrario e con esso anhe una forte motivazione politica. “Nessuna apertura di credito e voto contrario alla delibera di Giunta e all’ennesimo tentativo di ampliamento delle discariche delle Acciaierie Arvedi AST. Un’operazione da costoro immaginificamente definita ‘Landfill mining‘“.
I particolari sulla delibera di giunta e le reazioni dell’assessore Cardinali
La delibera della giunta comunale è passata con l’imprimatur e il voto del sindaco Bandecchi e degli altri assessori. E con una precisazione che, chi ha partecipato alla seduta, attribuisce proprio al primo cittadino. “Non sottoscrivere questo protocollo d’intesa con l’acciaieria avrebbe privato la città di risorse economiche rilevantissime per il risanamento ambientale“. Come si può leggere nel testo della delibera che Tag24 Umbria è in grado di produrre in anteprima, l’AST Arvedi si impegna a predisporre un progetto esecutivo che recepisca tutte le richiesta migliorative avanzate dal sindaco. Con l’inserimento di strati di argilla (oltre un metro e mezzo), teli e geocomposito per allungare i tempi di impermeabilizzazione delle falde. Moltiplicando per 10 volte i 150 anni inizialmente previsti e previsti dalle normative comunitarie e nazionali.
Via libera, dunque, alla futura stesura di un progetto definitivo di “landfill mining” migliorativo, rispetto al preliminare che ha ottenuto l’ok di Arpa, Ispra e MASE. E conferma dell’impegno preso al tavolo ministeriale e indicato, come indirizzo politico, dall’atto del consiglio comunale votato in maniera bipartisan qualche settimana fa.
“Con questa operazione – afferma l’asessore allo sviluppo economico Sergio Cardinali – chiudiamo definitivamente il problema causato dall’inquinamento da rifiuti della discarica di Valle“.
Con il protocollo d’intesa risolti problemi ambientali e sociali
“Abbiamo risolto due problemi con cui si sono scontrati tutti quelli che hanno affrontato il tema della bonifica – argomenta Cardinali -. Il primo è quello dei costi. Il secondo quello ambientale e sociale. Con questa intesa si mettete una pietra tombale sulle responsabilità del Comune e si pongono le basi per garantire, in un regime di sostenibilità e salvaguardia dell’ambiente, l’attività presente e futura della fabbrica. Il sindaco Bandecchi ha strappato condizioni migliorative rispetto a quelle previste dalla legge, così rispettando il suo impegno di responsabilità verso i cittadini. Ma ha anche contemperato le esigenze economiche e produttive del territorio e salvaguardato il presente e il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori“.
Infine, secondo l’assessore allo sviluppo economico, l’accordo “riscrive il rapporto tra amministrazione comunale e fabbrica per la bonifica totale delle condizioni ambientali della Conca ternana“. Il riferimento è all’impegno per la responsabilità sociale d’impresa preso dall’azienda con l’iniziativa della Fondazione Arvedi e con il progetto TURN.
Dopo la discarica AST, prove tecniche di dialettica interna alla giunta tra anima ambientalista e pragmatici
Mascia Aniello, nonostante il voto isolato, non si dà per vita e argomenta che “a Pentima e Valle le discariche siderurgiche continuano a rilasciare metalli pesanti senza una soluzione definitiva“. E dopo quello della discarica apre anche il capitolo dell’impegno di AST a “un sostanziale regime di recupero e riutilizzo” delle scorie industriali, riducendo fortemente la produzione di rifiuti.
“Per questo – conclude – non intendo affatto soprassedere, né piegare la testa. Pubblicamente mi oppongo e mi opporrò ancora, in futuro, al disegno dell’azienda sull’area. A meno che il futuro progetto soddisfi integralmente le richieste avanzate dal sindaco in sede ministeriale“.
Prove tecniche, dunque, di dialettica interna alla giunta tra l’anima più ambientalista e quella più pragmatica e trattativista dell’esecutivo di Palazzo Spada. Tanto che anche Cardinali ribatte. “Occorre affrontare i problemi ambientali e sociali – dice – approcciando in maniera efficace il risanamento e la bonifica. L’Europa è piena di siti industriali o ex industriali lasciati in abbandono e non messi in sicurezza. Costi e volontà sono i problemi principali. Non possiamo condannare Terni allo stesso destino. Per la prima volta si approccia il problema con uno spirito diverso. Senza sudditanza nei confronti della fabbrica, ma rivendicando il diritto del territorio a una maggiore sostenibilità e alla risoluzione dei problemi più annosi”.
Ora, tolto dal tavolo il tema del protocollo d’intesa sulla discarica, si può riaprire velocemente la discussione sull’Accordo di programma e sul rilancio (stavolta in chiave più sostenibile del passato) del sito industriale di Viale Brin. Con tutte le sue ricadute economiche e di sviluppo territoriale.