Il caso di un dipendente pubblico trovato in possesso di cocaina e arrestato a Umbertide riaccende l'attenzione sulle implicazioni penali e disciplinari nel settore della pubblica amministrazione. L'uomo, un sorvegliante stradale della Provincia di Perugia, è stato fermato durante un controllo di routine mentre era in moto: nel portafogli aveva 1,5 grammi di cocaina.
La perquisizione domiciliare ha poi portato al sequestro di ulteriori 40 grammi, contenuti in barattoli di vetro e accompagnati da un bilancino di precisione. Il fatto ha dato il via a un procedimento per direttissima che si è concluso con un patteggiamento a otto mesi di reclusione.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’arresto è avvenuto il 29 maggio quando il 59enne è stato fermato dai carabinieri di Umbertide durante un controllo di routine in via Ginestrella. L’uomo, che si spostava in sella a una motocicletta Kawasaki, ha dato evidenti segni di nervosismo al momento dell’ispezione.
Nel suo portafogli è stato così trovato un involucro con circa 1,5 grammi di cocaina. A quel punto i militari hanno esteso la perquisizione all’abitazione del dipendente, rinvenendo la restante parte della sostanza stupefacente.
Complessivamente, tra lo stupefacente rinvenuto al momento del fermo e quello trovato nella casa, il quantitativo sequestrato ha superato i 40 grammi.
L’indagine è coordinata dalla Procura di Perugia, che inizialmente ha contestato all’uomo il reato di detenzione di cocaina ai fini di spaccio. Nel corso dell’udienza immediata (processo per direttissima) del 30 maggio, il giudice Alberto Avenoso ha tuttavia riconosciuto il fatto come di lieve entità.
In base a questa qualificazione attenuata, è stata avviata la trattativa di patteggiamento. Con l’udienza tenutasi il 9 giugno 2025 il difensore ha ottenuto l’accoglimento della richiesta di patteggiamento: la pena concordata è di otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale. L’arresto dell’uomo è stato quindi convalidato, e l’obbligo di dimora nel comune di Umbertide, imposto inizialmente, è stato sostituito dalla sospensione della pena.
L’uomo coinvolto nella vicenda è un sorvegliante stradale di 59 anni in servizio presso la Provincia di Perugia. Originario di Città di Castello e residente a Umbertide, era addetto alla manutenzione delle strade provinciali. Al momento non risultano notizie di precedenti penali a suo carico e non ci sono state comunicazioni ufficiali da parte dell’ente provinciale.
Ma, il coinvolgimento in un’indagine per droga avrà inevitabilmente ripercussioni sulla sua posizione lavorativa. Secondo il contratto di lavoro del pubblico impiego, in caso di condanna per reati gravi possono essere avviati procedimenti disciplinari che prevedono misure fino alla sospensione cautelare o al licenziamento.
In base all'articolo 73 comma 5 del Testo Unico sugli stupefacenti, i giudici possono considerare "di lieve entità" la detenzione di droga, valutando vari fattori come la quantità, le modalità di conservazione, l’assenza di bilanci documentati e la non abitualità del comportamento. Questa valutazione consente pene ridotte e, come nel caso del dipendente provinciale, l’accesso a misure alternative come il patteggiamento e la sospensione condizionale della pena.
Le pubbliche amministrazioni, di fronte a procedimenti penali a carico dei dipendenti, sono tenute ad attivare l’Ufficio per i procedimenti disciplinari (UPD). Questo organismo valuta la rilevanza del fatto sotto il profilo dell'etica e del danno d’immagine, anche in assenza di una condanna definitiva. In caso di reati connessi a stupefacenti, la normativa prevede la possibilità di sospensione cautelare dal servizio, con eventuale perdita della retribuzione base.