La digitalizzazione dei documenti antichi è una delle più significative innovazioni nel campo della conservazione e dello studio del patrimonio culturale. Grazie alla tecnologia, manoscritti, libri rari e documenti storici, spesso fragili e difficili da consultare, possono essere preservati e resi accessibili a un pubblico globale, oltre a rappresentare un’incredibile risorsa per studiosi e ricercatori. Questa pratica, che si sta diffondendo sempre più, ha un valore inestimabile: non solo protegge materiali preziosi dal deterioramento fisico, ma ne facilita lo studio, la ricerca e la condivisione.
In questo contesto si inserisce il progetto di digitalizzazione del Fondo Antico della Biblioteca Comunale Sperelliana di Gubbio, un’iniziativa che porta la tradizione e la storia di questa antichissima città direttamente nelle case e negli schermi di chiunque sia interessato a conoscerne il ricco patrimonio documentale. Questo progetto, reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Perugia, attraverso il bando dedicato alla “Digitalizzazione dei beni culturali”, segna un passo importante verso una maggiore fruibilità della cultura e delle memorie storiche locali.
La digitalizzazione di documenti storici non riguarda soltanto la conservazione di testi antichi, ma rappresenta anche una straordinaria opportunità per studiosi e appassionati di tutto il mondo. In passato, l’accesso a materiali di valore storico era limitato, poiché richiedeva la consultazione fisica presso archivi o biblioteche. Oggi, grazie ai progetti di digitalizzazione, è possibile esplorare manoscritti medievali, cronache cittadine, registri ecclesiastici e molti altri documenti direttamente da un computer o un dispositivo mobile.
La digitalizzazione dei testi antichi permette di preservare documenti deteriorabili nel tempo
Uno dei vantaggi principali della digitalizzazione è che permette di preservare documenti che potrebbero deteriorarsi nel tempo. Manoscritti, volumi antichi e pergamene sono spesso materiali estremamente fragili e sensibili all’usura, alla luce e all’umidità. La digitalizzazione permette di immortalare questi documenti in alta risoluzione, consentendo una consultazione virtuale senza mettere a rischio gli originali.
Inoltre, la digitalizzazione rende i documenti accessibili a un pubblico molto più ampio. In precedenza, solo i ricercatori o gli studiosi che potevano recarsi fisicamente presso le biblioteche o gli archivi avevano accesso a questo tipo di documentazione. Ora, grazie alla diffusione delle tecnologie digitali, chiunque può esplorare online pagine di storia secolare e immergersi nei racconti di epoche lontane.
Tra i progetti più interessanti e recenti di digitalizzazione vi è quello relativo al Fondo Antico della Biblioteca Comunale Sperelliana di Gubbio, una delle più importanti istituzioni culturali della città. Fondata nel 1666 grazie alla donazione del conte Sperello di Fabbri, la biblioteca ospita oggi una vasta collezione di libri antichi, manoscritti e documenti che raccontano la storia di Gubbio e dell’Umbria, ma anche quella più ampia della cultura italiana ed europea.
La Biblioteca Sperelliana conserva 90mila volumi molti dei quali del Fondo Antico
La Biblioteca Sperelliana vanta un patrimonio di oltre 90.000 volumi, di cui una parte consistente fa parte del Fondo Antico. Questo fondo comprende manoscritti medievali, incunaboli, cinquecentine, volumi di storia locale e collezioni rare, che documentano l’evoluzione culturale e sociale del territorio. Uno dei punti di forza della Biblioteca è la sua capacità di raccontare, attraverso questi testi, secoli di storia e tradizioni eugubine, offrendo una finestra unica su un passato ricco di arte, cultura e civiltà.
Grazie alla digitalizzazione, alcuni di questi materiali selezionati dal Fondo Antico saranno ora resi accessibili online, permettendo a studiosi e appassionati di consultare questi preziosi testi in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.
Il progetto di digitalizzazione della Biblioteca Sperelliana è stato possibile grazie a un vasto network di collaborazioni e al supporto di diversi partner, tra cui la Diocesi di Gubbio, TRG Media, Associazione Maggio Eugubino, Associazione Amici della Musica, IIS Cassata Gattapone, Venerucci Comunicazione, Università dei Muratori, Famiglia dei Santubaldari, Famiglia dei Ceraioli di San Giorgio e la Famiglia dei Santantoniari. Questa cooperazione tra istituzioni locali, associazioni culturali e media ha creato un progetto che non solo valorizza il patrimonio storico, ma promuove anche un approccio condiviso alla cultura.
La digitalizzazione è stata eseguita da una società specializzata, che ha lavorato con estrema precisione e cura per garantire la conservazione e la riproduzione fedele dei documenti. Ogni volume è stato trattato con tecnologie avanzate, garantendo che le immagini fossero di altissima qualità e riproducessero perfettamente anche i più piccoli dettagli.
Il progetto ha visto la partecipazione dell’ICCU, Istituto Centrale per il Catalogo Unico
Inoltre, il progetto ha visto la partecipazione attiva dell’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico), che ha collaborato per la pianificazione della pubblicazione online dei materiali. Questo processo è stato coordinato con la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Umbria, che ha garantito l’autorizzazione necessaria per la digitalizzazione e la pubblicazione online.
Una delle sfide principali è stata quella di garantire che la digitalizzazione avvenisse in conformità con le norme di tutela dei beni culturali, mantenendo un alto livello di qualità e fedeltà nella riproduzione dei documenti. Una volta completato, il materiale digitalizzato sarà accessibile attraverso una piattaforma online, consultabile da qualsiasi dispositivo elettronico, permettendo così una fruizione immediata e universale.
Oltre al Fondo Antico, il progetto di digitalizzazione ha incluso anche importanti periodici legati alla storia e alla cultura di Gubbio. Tra questi, spiccano L’Eugubino, Gubbio Arte e Gubbio Oggi, testate che hanno documentato la vita sociale, culturale e artistica della città nel corso dei decenni. Grazie a questo progetto, anche questi periodici potranno essere consultati digitalmente, fornendo uno strumento fondamentale per ricostruire la storia recente della città e delle sue tradizioni.