Un carcere è una struttura che per sua natura presenta dinamiche delicate e complesse. Attivare percorsi di rieducazione e inclusione è l'obiettivo della pena che deve anzitutto riabilitare la persona reclusa affinché, una volta terminato il periodo di detenzione, possa rientrare nella società e fornire un contributo positivo.
Al carcere di Spoleto quel contributo positivo passa anche per l'attenzione all'ambiente a partire dalla raccolta differenziata. Per chi vive "fuori" ed è ormai abituato a dividere i rifiuti, può sembrare un aspetto quasi scontato ma non è così. Perché le case di reclusione producono rifiuti al pari di ogni altra struttura comunitaria e coinvolgere gli utenti in una corretta differenziazione quando si parla di carcere può diventare un gesto concreto di inclusione.
Il nuovo servizio di raccolta differenziata avviato all’interno del carcere di Spoleto è reso possibile grazie alla sinergia fra la stessa Casa Circondariale, Valle Umbra Servizi, gestore del servizio di igiene urbana sul territorio, e Bioenerys, azienda del gruppo Snam che si occupa di biometano per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione.
Partita lo scorso 10 marzo, i primi risultati del nuovo modello di raccolta sono incoraggianti e mostrano come grazie a una corretta educazione anche in un carcere la sostenibilità sia un obiettivo raggiungibile. In appena due mesi la raccolta differenziata all'interno del carcere è cresciuta del 60% con l'indifferenziato che è passato da 360 tonnellate l'anno a 84 (-76%) abbattendo notevolmente le emissioni di CO2.
Il progetto del carcere di Spoleto rappresenta un modello di governance ambientale partecipata, dove istituzioni pubbliche, aziende del territorio e mondo carcerario collaborano per produrre impatto positivo e duraturo.Un’iniziativa che può fare scuola ed essere replicabile anche in altri istituti di pena.
Tra detenuti, agenti e personale amministrativo sono circa 800 le persone coinvolte nel progetto mentre per rendere operativo il nuovo servizio, sono state consegnate oltre 670 attrezzature tra contenitori interni ed esterni. Dopo tre sessioni formative con i tecnici VUS che hanno visto oltre 100 partecipanti, la raccolta differenziata sta riscuotendo una partecipazione sorprendente.
I dati registrati all'interno del carcere di Spoleto dimostrano una grande attenzione all'iniziativa tant'è che la raccolta di rifiuto organico pro capite è doppia rispetto a quella normalmente registrata nei Comuni con un buon rendimento. Si parla di 4 chili a settimana contro i 2 di chi è "fuori".
Tra le note particolarmente positive dell'iniziativa c'è l'attivazione di due borse lavoro della durata di 12 mesi, rivolte a detenuti formati con un percorso teorico-pratico completo, comprensivo anche di formazione sulla sicurezza. I beneficiari, coordinati da un tutor VUS, si occupano quotidianamente di movimentazione dei rifiuti dai reparti alle aree di raccolta, pulizia e gestione delle attrezzature e collaborazione operativa con il personale interno.
"Un progetto che va oltre la corretta gestione dei rifiuti. È un’azione di civiltà e responsabilità – ha commentato Bernardina Di Mario, direttrice della Casa di Reclusione di Spoleto –. La raccolta differenziata è diventata un’occasione concreta di formazione, dignità e reinserimento per chi vive in una condizione di detenzione".
"Questo progetto dimostra concretamente che anche in un contesto complesso come quello penitenziario è possibile costruire percorsi virtuosi di sostenibilità e responsabilità condivisa. In Valle Umbra Servizi crediamo nella forza dell’economia circolare come leva ambientale, ma anche sociale e culturale" ha dichiarato Vincenzo Rossi, presidente di Valle Umbra Servizi.
Paolo Ganassi, managing director di Bioenerys Ambiente ha accolto molto positivamente l'iniziativa "che mira a una gestione consapevole e sostenibile dei rifiuti. Questa iniziativa contribuisce a rafforzare ulteriormente il contributo, ambientale e sociale, della nostra società per i territori in cui opera. La parte organica dei rifiuti raccolti verrà trattata nel nostro impianto di Foligno, dove verrà trasformata in biometano, una energia green rinnovabile immessa direttamente nella rete locale di distribuzione del gas, e in compost, un ammendante naturale utile per l’agricoltura il cui impiego riduce l’utilizzo di fertilizzanti chimici. Un passo importante per promuovere la sostenibilità e restituire valore al territorio".