Formare e reinserire al lavoro nel settore dell’edilizia i detenuti del Complesso Penitenziario di Capanne e le persone in esecuzione penale esterna. È questo l’obiettivo del Protocollo di intesa, sottoscritto nella sede del CESF-Centro edile per la sicurezza e la formazione di Perugia (ex Scuola edile). Un accordo nato per promuovere l’inclusione sociale della popolazione detenuta in ottemperanza all’articolo 27 della Costituzione.
Il Protocollo è frutto della collaborazione tra le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali del settore delle costruzioni, il CESF, il Nuovo complesso penitenziario di “Capanne” e l’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Perugia.
L’accordo è stato sottoscritto da:
- Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia “Capanne”
- Maria Biondo, direttrice dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Perugia
- Agostino Giovannini, presidente del CESF
e dai presidenti e segretari delle parti sociali del settore edile:
- Albano Morelli Ance Umbria
- Emanuele Bertini Cna Costruzioni Umbria
- Pierangelo Lanini Anaepa Confartigianato Edilizia Umbria
- Matteo Ragnacci LegaCoop Produzione e Servizi Umbria
- Elisabetta Masciarri Fillea Cgil Umbria
- Giuliano Bicchieraro Filca Cisl Umbria
- Alessio Panfili Feneal Uil Umbria
La formazione professionale dei detenuti di Capanne per un lavoro nel settore dell’edilizia
“La formazione professionale e l’attività lavorativa – ha sottolineato Antonella Grella, direttrice del Nuovo Complesso Penitenziario di Perugia “Capanne” – rivestono un ruolo centrale in ogni percorso riabilitativo. Sia per il reinserimento sociale dei detenuti e delle persone in esecuzione penale esterna sia per prevenire il rischio di ricaduta nel reato. I detenuti potranno acquisire quelle competenze che consentiranno loro di entrare nel mondo del lavoro. E le imprese potranno trovare collaboratori qualificati e certificati grazie al supporto formativo del Cesf”.
Al CESF, infatti, il Protocollo affida il compito di individuare, progettare e realizzare i percorsi formativi che meglio rispondono ai fabbisogni delle imprese e alla domanda del mercato del lavoro di settore. I percorsi formativi, oltre alla formazione di primo ingresso in cantiere, saranno rivolti in via prioritaria, ai profili di addetto alle opere murarie, addetto alla decorazione e pittura, nonché alla formazione per la manutenzione ordinaria.
“Affinché il reinserimento delle persone ristrette in carcere sia più rapido e duraturo possibile – ha ribadito Agostino Giovannini, presidente del CESF – è necessario che sia preceduto e sostenuto da una solida formazione. La formazione sarà svolta all’interno dell’Istituto penitenziario in uno spazio attrezzato anche grazie al contributo della Fondazione Perugia”.
“Questa iniziativa – ha aggiunto Maria Biondo, direttrice dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Perugia – è un passo verso la piena attuazione dell’articolo 27 della nostra Costituzione. I detenuti hanno in questo modo la possibilità di costruire il proprio futuro in un percorso che inizia all’interno del carcere con un lavoro che significa dignità e un nuovo progetto di vita”.
“Il protocollo – ha affermato Albano Morelli, presidente di Ance Umbria anche a nome delle altre associazioni datoriali – è un risultato importante. Noi imprenditori siamo pronti ad aprire i nostri cantieri. Si tratta di una dimostrazione tangibile di come il comparto delle costruzioni possa essere un agente di cambiamento positivo all’interno della comunità. Voglio ringraziare il collega imprenditore Salvatore Bartolucci che è stato il tessitore dell’iniziativa”.
“Siamo molto orgogliosi – hanno ribadito i segretari sindacali di Cgil, Cisl e Uil – di poter offrire delle opportunità di qualificazione e reinserimento nel mercato del lavoro in edilizia ai detenuti di Capanne. Mettendo a disposizione il nostro sistema bilaterale e le nostre competenze sindacali, possiamo contribuire a un futuro occupazionale. Il lavoro contribuisce a creare identità, a favorire l’autonomia e a ridurre il rischio di recidiva. Quindi un beneficio per tutta la collettività”.
Pronto a partire il primo progetto: Ri-costruire il futuro con la Fondazione Perugia
Contestualmente al Protocollo, è stato presentato anche il primo progetto frutto di questa nuova collaborazione. Si tratta dell’iniziativa “Ri-costruire il futuro – progetto per l’integrazione socio-lavorativa dei carcerati”, realizzato dal CESF con il sostegno di Fondazione Perugia. Lo scopo è quello di realizzare all’interno della struttura carceraria di “Capanne” un primo percorso formativo professionalizzante per operatori dell’edilizia tra i detenuti. E quindi favorire il successivo reinserimento lavorativo dei carcerati in imprese edili del territorio.
A illustrare il progetto sono stati i rappresentanti delle istituzioni partner. Il vicedirettore generale di Fondazione Perugia Cesare Mancini. Il presidente della Fondazione di Carità San Lorenzo Maurizio Santantoni. E, infine, il direttore della Caritas diocesana di Perugia e Città della Pieve don Marco Briziarelli.
Nella prima fase del progetto sono stati selezionati 15 detenuti che possono essere autorizzati ad uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro. Si tratta e soprattutto di quelli che potranno lavorare nel settore delle costruzioni, sia durante il periodo di semi-libertà sia a fine pena.
La prima fase di formazione avverrà nel laboratorio attrezzato all’interno del complesso penitenziario, con un “cantiere scuola” su parti esistenti dell’edificio carcerario. L’inserimento lavorativo verrà realizzato con il fattivo coinvolgimento di Ance, Cna, Confartigianato e Lega Coop. A loro spetterà il compito di coinvolgere le imprese edili raccogliendo le disponibilità a offrire opportunità di lavoro ai partecipanti al corso.